Nota: per una più completa comprensione di questo argomento vi suggeriamo di leggere anche i nostri precedenti articoli al riguardo:
"Correttivo 204", nuova proposta di legge: allarme!
D.Lgs. Correttivo 204: l'ANPAM risponde, ma è rischio per i poligoni privati!
Correttivo 204: una luce in fondo al tunnel?
Periti UITS: nuovo pericolo per i poligoni privati?
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire... e potremmo usare termini molto più coloriti per descrivere ciò che è accaduto nei giorni scorsi in seno alla I° Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, impegnato a discutere il testo relativo alle modifiche da apportarsi al Decreto Legislativo 204/2010... l'ennesimo trappolone preparato, in tempi di solleone estivo, contro gli appassionati d'armi e gli onesti cittadini italiani che praticano sport di tiro; trappolone che, in base a quanto abbiamo già avuto modo di dirvi nel corso dei mesi passati, sembrava destinato a disinnescarsi, salvo colpi di coda che... purtroppo ci sono stati. Rispetto al testo di cui si era parlato agli inizi di luglio − di origini interamente ministeriali e a noi totalmente ostile − ci sono stati molti miglioramenti, in seguito anche all'interesse del mondo della caccia, del collezionismo e degli sport di tiro che, subodorata la manovraccia grazie anche a coperture della vicenda come la nostra e quella del sempre ineffabile giudice Edoardo Mori, si era attivato per far sentire la sua voce "dove conta" e scongiurare la riuscita del piano, che prevedeva inizialmente un'approvazione fulminea alle nostre spalle.
Purtroppo, nel testo a cui la I° Commissione Permanente del Senato ha dato via libera nei giorni scorsi, restano ancora alcune odiosissime − a nostro avviso le peggiori! − limitazioni presenti già nella prima bozza: quelle limitazioni che, oltre ad andare in direzione degli umori disarmisti dei vertici delle burocrazie ministeriali e di molti corpi dello Stato, convinti di dover essere gli unici titolati ad avere ed usare armi nel Paese, assecondano anche le richieste dei Quisling di cui vi abbiamo spesso parlato: quelle fette interne al nostro mondo che purtroppo, lungi dall'agire in un'ottica di interessi comuni e condivisi nella consapevolezza che solo la salvaguardia di tutti può portare ad una posizione di forza e sicurezza, preferiscono tirare l'acqua al loro mulino, auspicando possibilmente la rovina a tutti gli altri affinché loro possano banchettare sui cadaveri, ignari del fatto che la spada del Giano bifronte disarmista si allunga anche alle loro spalle.
Nella fattispecie, dal testo a cui il Senato ha dato parere favorevole non scompare la limitazione dei caricatori, che prevede una capacità massima di 15 (quindici) colpi per le armi corte e 5 (cinque) colpi per le armi lunghe, almeno per quelle introdotte sul mercato dopo che il testo diventi (eventualmente) legge dello Stato.
In base a notizie raccolte da chi vi scrive, riportate da una fonte interna all'iter del documento e che ha richiesto l'anonimato, dietro il mantenimento di tale norma ci sarebbe niente popo' di meno che il Prefetto Alessandro Pansa, Capo della Polizia, personalmente inseritosi nell'iter per dichiarare che "non si tratta" sulla questione dei caricatori: vanno limitati e basta.
Già questo basterebbe a far capire, a chi ancora non ci fosse arrivato, come i nemici del mondo degli appassionati d'armi si annidino non già (soltanto) nella politica, ma anche e soprattutto negli uffici dei ministeri e tra le gerarchie dei corpi armati dello Stato, e come la loro agenda sia rivolta alla creazione di un assetto in cui il popolo italiano sia sostanzialmente disarmato di fronte ad una Èlite unica titolare del diritto di portare ed usare armi di qualsiasi genere. Come un simile ordine delle cose, tipico delle dittature, possa esistere in uno stato democratico quale l'Italia dovrebbe essere, non ci è dato sapere. Certo, tuttavia, non possiamo esimere dalle sue responsabilità il mondo dei nostri cosiddetti "rappresentanti eletti".
Per l'approvazione del testo con la conservazione delle limitazioni ai caricatori si sono infatti espressi i rappresentanti del PD, del M5S e di SeL, mentre si deve registrare il voto contrario di PdL e Lega Nord, ai quali appartengono rispettivamente i senatori Anna Cinzia Bonfrisco e Sergio Divina, che hanno presentato osservazioni pesanti al riguardo; tali osservazioni sarebbero dovute essere allegate al testo al termine dell'esame; così non è stato.
Sarebbe tuttavia un errore pensare che esista, nel mondo politico, un'autentica polarizzazione "pro" o "contro" il nostro mondo. Abbiamo imparato a nostre spese come in realtà il supporto agli appassionati ed onesti detentori di armi sia, in Italia, più che altro individuale. Del resto, le stesse forze politiche che oggi ci "difendono", ai tempi del governo Berlusconi 2001-2006 approvarono un provvedimento di revisione straordinaria di tutte le licenze di porto d'armi ad uso venatorio e sportivo (vedasi la circolare del 9 maggio 2003 firmata dall'allora Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu); e a tale schieramento appartiene l'attuale vice-premier e Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che avrebbe potuto fare in modo che il testo non arrivasse proprio alle Camere con delle previsioni così penalizzanti per gli italiani rispettosi delle leggi, che per essere titolari di licenze di Porto d'Armi si devono sottoporre a rigorosi controlli!
Proprio di qualcosa di simile si parla, ancora, nel testo del Correttivo 204: un altro orrendo abuso a danno degli appassionati italiani, che, entro il termine di un anno dall'(eventuale) entrata in vigore del testo dovranno ripresentare una tantum il certificato che attesti l'idoneità psicofisica al possesso e all'uso delle armi! In sede di passaggio al Senato, tale norma è stata ammorbidita: a tutela dei possessori d'armi, si parla di necessità di riformulare i termini, e comunque della possibilità di presentare, anche in ritardo, il certificato in sanatoria entro 90 giorni dalla diffida dell'Amministrazione. Per quanto ci riguarda, resta un abuso richiedere ai cittadini onesti, che magari hanno rinnovato da poco il porto d'armi, di sottoporsi di nuovo agli iter, dispendiosi in termini di tempo e denaro, del rilascio del nuovo certificato. Si tratta di una norma vessatoria voluta soltanto al fine di rendere più difficile la vita a chi possiede armi legalmente e nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in Italia! Cui Prodest?
Misure incomprensibili? Per chi ragiona col cervello, sì... anche se in realtà si tratta di vecchi pallini ministeriali, giustificati col fatto che, in caso di una situazione d'emergenza con un tiratore attivo (stragi all'americana, che ricordiamo mai una volta si sono verificate in Italia con tali modalità!), i cambi rapidi di caricatore sarebbero una garanzia per le Forze dell'Ordine. In realtà, chiunque conosca anche solo lontanamente la realtà pratica nell'uso delle armi è perfettamente cosciente del fatto che la limitazione della capacità dei caricatori nulla aggiunge e nulla toglie alle capacità di un buon tiratore, tanto più che in base alle normative europee, i caricatori amovibili NON SONO PARTI D'ARMA, dunque resteranno acquistabili anche all'estero, SENZA PORTO D'ARMI, ED ANCHE NELLE VERSIONI PIÙ CAPIENTI! Ci chiediamo dunque se, nel Paese con gli organici delle Forze dell'Ordine più nutriti nel novero dell'Unione Europea, non sarebbe più efficace, ai fini della salvaguardia della pubblica sicurezza, un maggiore addestramento ed un migliore equipaggiamento per gli uomini e le donne in uniforme che ogni giorno rischiano la vita, per un magro stipendio, per proteggere tutti noi. Ma, com'è ovvio, questa sarebbe una soluzione troppo impegnativa in termini burocratici, economici, di razionalizzazione e perdita di potere personale per certi potentati. Molto meglio, invece, prendere due piccioni con una fava e penalizzare i cittadini onesti. O si vorrebbe forse proibire la distribuzione dei caricatori come accessori aftermarket? Probabile, anzi, probabilissimo! Resta da vedere con quale autorità. Come s'impedirà l'importazione tramite semplice ordine postale dagli altri paesi UE, dato che vige l'unione doganale? Come si giustificherà la proibizione del possesso e del commercio di oggetti che non sono più parte d'arma?
Una delle soluzioni proposte in sede di discussione del provvedimento starebbe nel non applicare la limitazione di capacità alle armi sportive, ed inserire in categoria come tali tutte le armi B7 (armi sportive moderne, cioè d'aspetto simil-militare). Il problema si risolve solo a metà: restano limitate a 15 colpi le pistole considerate "armi comuni", dunque utilizzabili per difesa, cosa che riduce la capacità di reazione di cittadini comuni e personale di sicurezza privata e delle Polizie Locali in caso di attacchi di gruppo o portati avanti con armi da guerra. L'aggiramento dei limiti di capacità tramite l'etichetta di "sportive" alle armi d'impostazione militare è inoltre un vecchio pallino ministeriale: facendole rientrare tra le sportive, si limita il numero di armi di questo tipo legalmente detenibili, anche se parrebbe fattibile un aumento del limite proprio per le armi sportive. Una soluzione? Per noi è accettabile solo se, in seguito all'automatico riconoscimento delle B7 come sportive, si eliminasse il limite delle armi sportive detenibili, portandole a numero illimitato come le armi da caccia!
Insomma, affinché sia chiaro a chiunque ci legge, chi vi scrive e la redazione di ALL4SHOOTERS.COM in generale si oppone ad ogni e qualsiasi limitazione che il fronte anti-armi politico-burocratico voglia tentare d'introdurre, sia col Correttivo 204 che tramite altri mezzi, nel presente e nel futuro. Crediamo che l'attuale assetto sia perfetto − ed anzi, potrebbe essere migliorato solo con la legalizzazione completa del 9 Parabellum e l'eliminazione degli arbitrii che oggi vengono portati avanti in fase di classificazione di alcune tipologie di armi. Già oggi il detentore legale di armi, in Italia, è super-controllato, e non è causa di pericoli per la sicurezza pubblica, nonostante ciò che alcuni vorrebbero farci credere, anche all'interno del "nostro mondo", al fine di far vendere qualche AR-15 in meno e qualche carabina ad aria compressa o replica ad avancarica in più. L'odio verso le armi d'impostazione militare, in Italia, è totalmente ingiustificato: sinora il grosso dei crimini che hanno visto l'impiego di armi di quel tipo sono stati portati avanti con vere armi da guerra, ad esclusione delle vicende della Banda della Uno Bianca, ove un AR-70/.222 "Sport" fu scelto dai fratelli Savi proprio in virtù della loro preparazione specifica con tale arma in quanto membri delle Forze dell'Ordine − quelle stesse FF.OO. a cui il fronte anti-armi vorrebbe riconoscere l'esclusivo diritto ad essere armate.
Certo, rispetto al testo iniziale, la versione del Correttivo 204 ha subito molte modifiche positive. Tanto per cominciare, si accantona la ventilata obbligatorietà delle casseforti per la custodia delle armi, rimandando ad un futuro regolamento del Ministero dell'Interno la riformulazione delle modalità di custodia, anche in relazione al numero di armi detenute, e in considerazione del fatto che l’omessa custodia di armi è già sanzionata penalmente. A quanto pare, ha avuto il suo peso la recente sentenza di Cassazione al riguardo. Allo stesso modo, si rimanda ad una futura disciplina la regolamentazione del Paintball e degli altri marcatori a vernice − la liberalizzazione contenuta nel testo iniziale era sembrata a molti una "marchetta" nei confronti dei rivenditori d'armi al dettaglio, che avrebbero potuto "ripiegare" sulle vendite di Paintball per rifarsi dei mancati introiti dovuti alle limitazioni sulle armi da fuoco vere e proprie. Infine, la Commissione garantisce la libertà d'accesso al mercato per i poligoni privati, emendando la parte del testo originale che di fatto ne avrebbe sottoposto i destini ai capricci di UITS e CONI; anche in questo caso si rimanda ad un successivo provvedimento, che dovrà tenere conto dello schema di regolamento sul quale si sono già accordati ANPAM, Assoarmieri, CONARMI, FITAV, FITDS, FITLD, il Ministero dell'Interno e l'Associazione Poligoni Privati.
Ciò non cambia la nostra valutazione generale del provvedimento, ancora com'è ora: sostanzialmente negativa. Non potrà esserci endorsement da parte nostra − né, speriamo, da parte di chiunque abbia davvero a cuore il mondo degli appassionati d'armi! − finché non sarà almeno accantonata ogni ipotesi di limitazioni sui caricatori e sui serbatoi, nonché la norma relativa alla presentazione una tantum di un nuovo certificato d'idoneità.
Tuttavia, non è detto che si debba disperare. Secondo le nostre fonti, ci sarebbero ancora margini per un miglioramento proprio sul fronte dei caricatori: il testo deve ripassare alla I° Commissione Permanente della Camera dei Deputati, e comunque la Commissione del Senato ha "delegato al Governo di valutare in una prospettiva organica e sistematica, tutte le problematiche sottese alla disposizione in esame, in riferimento e in coerenza alla direttiva europea" − il che significa che anche dopo l'eventuale approvazione delle Commissioni di Camera e Senato, esso potrebbe subire ulteriori modifiche. In alternativa, sarebbe pronto un ricorso alle istituzioni europee da parte di ANPAM e dei parlamentari contrari alle arbitrarie, abusive restrizioni di cui vi abbiamo parlato. Ciò di cui possiamo rassicurarvi è che noi non molleremo la presa: l'informazione è la nostra, e la vostra, forza, e noi vi terremo informati passo per passo, affinché queste vergogne non abbiano a passare!