Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato ufficiale del Comitato Direttiva 477 relativo agli ultimi incontri tenutisi a Milano e nella Val Trompia lo scorso 12 ottobre
Il Comitato incontra l'onorevole Salvini, i dott.ri Pedersoli e Rizzini, e l'ing. Girlando
Il giorno 12 ottobre ultimo scorso, il Comitato Direttiva 477, nell'occasione rappresentato da Andrea Gallinari, Fabio Sacco, Cristiano De Antoni e Gianfederico Rotellini, rispettivamente presidente e consiglieri direttivi, ha incontrato il leader della Lega Nord, On. Matteo Salvini, da sempre sensibile alla tutela dei diritti dei cacciatori e dei tiratori.
All’incontro, tenutosi presso la sede ufficiale della Lega Nord a Milano ha presenziato anche l'On.le Guidesi che già nel mese di giugno si era incontrato con i membri del comitato direttivo raccogliendone preoccupazioni e proposte. In sede di riunione sono state condivise le problematiche che attualmente gravano sul settore, in particolare i recenti provvedimenti normativi, già emanati, e quelli preannunciati dall’attuale Governo.
I rappresentanti del Comitato hanno avuto modo di spiegare ai rappresentanti della Lega Nord gli effetti depressivi sul mercato delle armi civili e sportive sortiti dal recente decreto antiterrorismo e di rimarcare il loro sconcerto nel vedere inclusi in un provvedimento antiterrorismo quei cittadini che, in quanto legittimi detentori di armi da fuoco, appartengono invece ad una categoria particolarmente controllata ed ai quali e' richiesta una condotta civica irreprensibile e dalla morale priva di emende.
E’ stato inoltre ampiamente illustrato nei suoi potenziali ulteriori effetti negativi il DDL Granaiola Amati, che si configura come un'ingiustificata aggressione ideologica al mondo dei tiratori sportivi e che prevede obblighi non solo impraticabili ma, a nostro avviso, anche di detrimento per la sicurezza pubblica (ci riferiamo all’obbligo di deposito coatto delle armi sportive presso i poligoni, che dovrebbero trasformarsi quindi in arsenali, ed all’obbligo di assicurare ogni singola arma a copertura di reati commessi con dolo e quindi in realtà non riconosciuti da alcuna assicurazione e molte altre ‘amenità’ …).
Nel corso della riunione il Comitato ha ritenuto poi opportuno rimarcare la propria volontà di attivare un dialogo costante e costruttivo con il Ministero dell’Interno, poiché si ritiene che si debba guardare a tale dicastero come ad un prezioso interlocutore nell'individuazione dei meccanismi realmente utili a garantire il rispetto della legge, il consolidamento delle misure utili a prevenire le pur rarissime situazioni di reati commessi con le armi legalmente detenute ed a garantire la buona reputazione dei tiratori e cacciatori e degli Uffici che attraverso approfondite ed accurate istruttorie preventive rilasciano loro le licenze.
Proseguendo nel confronto si è quindi convenuto sull'opportunità di prevedere una campagna di comunicazione che spieghi alla pubblica opinione che tutti coloro che sono stati autorizzati dalla P.S. a detenere e utilizzare un’arma non sono potenziali criminali, ma, al contrario cittadini dalla condotta di vita specchiata, sui quali, l’accurata istruttoria propedeutica al rilascio di una licenza, ha confermato l’irreprensibilità e l’assenza di qualsiasi fattore ostativo.
Sul tema dei meccanismi atti a consolidare le garanzie di affidabilità dei titolari delle licenze che abilitano alla detenzione ed uso delle armi il Comitato ha espresso il convincimento che, ferme restando le vigenti previsioni di legge, il potenziamento delle prerogative del medico di famiglia in tema di segnalazione di qualsiasi situazione di salute pisco-fisica pregiudizievole ai fini del possesso di armi sarebbe la migliore garanzia possibile, poiché attiverebbe un controllo costante data la funzione che ricopre.
Il Comitato ringrazia il Segretario della Lega e tutti i suoi parlamentari per la grande disponibilità offerta, per la sensibilità mostrata ed il supporto attivo con cui hanno già ritenuto di iniziare a sostenere le iniziative e le istanze presentate.
Nel corso della medesima giornata il Direttivo del Comitato ha quindi fruito della cortese ospitalità, in Gardone V.T., del Dott. Pedersoli, nella sua qualità di Presidente del Consorzio Armieri Bresciani, e del Dott. Rizzini, Vicepresidente.
La riunione, proseguita informalmente anche nel mattino del giorno successivo, si è focalizzata sulla condivisione delle problematiche del settore nelle rispettive prospettive dei produttori e degli utilizzatori (tiratori e cacciatori) e sull’esigenza di migliorare le modalità di interazione con il Ministero dell’Interno e con le Questure (in questa circostanza è stato presentato al Comitato il nuovo sistema SIGMA, sviluppato anche con il contributo finanziario della Regione Lombardia, che rappresenta nel modo più tangibile la volontà di assoluta trasparenza degli industriali armieri della Val Trompia.
Il giorno successivo alcuni membri del Direttivo si sono poi incontrati con l’ing. Girlando, Direttore del Banco di Prova. L’incontro a inoltre offerto l'occasione per spiegare anche presso il BNP le linee guida del Comitato Direttiva 477 che sono caratterizzate da senso propositivo.
Il Dott. Girlando ha espresso il suo apprezzamento per quanto ad oggi realizzato dal Comitato ed in relazione al programma di iniziative previste.
Nel corso dell’incontro, lungo e molto costruttivo, è stato possibile condividere l’analisi dei problemi che in questo momento l’Ente Certificatore sta incontrando nell’applicazione delle previsioni del decreto antiterrorismo in tema di B7 e delle soluzioni allo studio per superare l’impasse provvisorio creatosi.
Riteniamo che gli incontri realizzati in questi giorni siano stati fortemente costruttivi e rappresentino delle solide basi per dare impulso ad un nuovo corso di collaborazione attiva e coordinata tra le associazioni ed enti che operano nella filiera della produzione e distribuzione delle armi civili e sportive e gli utenti finali (gli acquirenti legalmente autorizzati), nella prospettiva di affermare un principio di verità assoluto: chi in Italia possiede un titolo di legge per la produzione, distribuzione, importazione, detenzione ed uso delle armi civili e sportive è un cittadino certificato dalle Istituzioni, in modo più approfondito e pervasivo di quanto non accada per qualsiasi altra tipologia di licenza/concessione governativa. Dunque un cittadino, per usare un termine di natura calcistica, di "serie A", non già un potenziale eversore dell’ordine democratico o potenziale criminale come qualche politico in cerca di consensi vorrebbe far credere.
Pubblichiamo integralmente il comunicato del 23 ottobre con cui Comitato Direttiva 477 mette in guardia i gestori dei poligoni di tiro: attenzioni alla stampa generalista, sempre in cerca di facili strumentalizzazioni atte a demonizzarci!
Attenzione alla vanità!
Cari amici tiratori, crediamo sia urgente un appello rivolto a tutta la comunità dei tiratori e soprattutto ai titolari e gestori dei campi di tiro sportivi ed ai direttori dei TSN, ma anche ai titolari di armerie: come sempre accade nelle ore successive ad un evento di cronaca che coinvolge l’uso di un’arma legalmente detenuta da un onesto cittadino e come mai, al contrario, accade quando l’arma del fatto in cronaca è invece clandestina ed impugnata da un criminale (non fa notizia ormai…) la solita compagine di emittenti televisive e giornali ‘benpensanti’ si è subito attivata per realizzare ‘servizi giornalistici’ sul tema.
L’obiettivo di questi servizi sarebbe quello di fornire all’opinione pubblica un’immagine realistica di coloro che detengono armi legalmente e di come le utilizzano nei poligoni.
Il condizionale è però d’obbligo perché l’esperienza − anche molto recente − ci ha insegnato che nella quasi totalità dei casi questi servizi sono in realtà pensati e poi costruiti (a volte anche dai politici, oltre che dai giornalisti) in modo tale da gettare discredito sugli onesti cittadini che detengono armi e sugli appassionati sportivi, raffigurandoli come pericolosi fanatici, giustizieri, estremisti, ecc… e ciò montando l’articolo in modo tale da far risaltare ed omettere solo quanto fa loro comodo.
Si omette sempre di dire che, chi in Italia possiede legalmente un’arma è sicuramente un cittadino valutato dalle autorità e le istituzioni come degno di maggior fiducia ed affidabilità di qualunque altro cittadino che non sia stato sottoposto agli analoghi controlli necessari per il conseguimento dell’autorizzazione di legge. Cittadini di serie A, dunque.
Per questo motivo riteniamo indispensabile invitare tutti alla massima prudenza nel relazionarsi con esponenti della stampa e delle televisioni che chiedano di realizzare servizi sull’uso delle armi in poligono o, peggio ancora, chiedano di ‘visitare’ la collezione privata di qualche tiratore. Saranno sempre pronti a condannarci, mai ad assolverci.
Di seguito elenchiamo alcune cautele che riteniamo debbano essere adottate da tutti, per la tutela del nostro buon nome e della nostra passione, evitando di diventare vittime di abili mistificazioni.
- Rifiutare l’accesso ai poligoni a qualunque giornalista che non sia munito di un titolo di legge all’uso delle armi.
- Accettate di rilasciare un’intervista solo previa firma di una dichiarazione in cui il giornale o l'emittente si impegni a farvi visionare il materiale così come andrà in onda o come verrà pubblicato: utilizzate il modulo allegato!
- Rilasciate l’intervista sempre in presenza di almeno altre due persone − meglio sarebbe se una di loro fosse un legale.
- In nessun caso concedere ai giornalisti di vedere e peggio ancora manipolare armi a meno che non siano titolari di una licenza valida che li abiliti al maneggio: verificate il documento, non credetegli mai sulla parola!
- Ricordare che in Italia il possesso di un’arma non è mai necessariamente legato all’esercizio della legittima difesa, poiché la legge che disciplina la difesa ne consente l’esercizio con qualsiasi strumento, definendo le circostanze che la rendono legale. Le armi sono attrezzi sportivi, oggetti neutri, come una racchetta da tennis o una mazza da golf. È l’uso che si scegli di farne che ne definisce la "bontà" o la "cattiveria".
- Non prestatevi a strumentalizzazioni, non fatevi blandire dalla promessa di apparire in televisione per qualche secondo: chi vi verrà a cercare in questi momenti quasi sempre lo farà per mettervi/metterci in cattiva luce e per produrre argomentazioni utili a promuovere leggi che tolgano agli italiani la possibilità di utilizzare armi civili e sportive.
- Nel caso decidiate di parlare con un giornalista ricordate che le statistiche indicano che la quasi totalità dei reati commessi con le armi viene realizzato con armi clandestine, non con armi legalmente detenute!
- Nel caso decidiate di parlare con un giornalista del tema della difesa (SAREBBE SEMPRE MEGLIO EVITARE!) evitate di mostrare all’intervistatore tiratori con abbigliamento militare o paramilitare.
- Nel caso decidiate di rilasciare un’intervista ricordate e ribadite sempre all’intervistatore che chi è costretto a difendersi è una vittima che non ha scelto di trovarsi in quella situazione e che comunque in base al nostro ordinamento subirà quasi certamente un lunghissimo iter processuale, costosissimo e psicologicamente devastante; ricordate all’intervistatore che ogni titolare di una licenza d’armi è ben consapevole di questa situazione ed ben consapevole che il nostro ordinamento privilegia sempre la tutela dell’incolumità fisica delle persone (anche dell’aggressore) al di sopra della tutela di ogni altro diritto.
La vera prima difesa dei nostri diritti è questa: impariamo a comunicare bene la nostra immagine di cittadini di serie A, sportivi, onesti, responsabili.
Impariamo a non farci strumentalizzare.
Suggeriamo a tutti coloro che venissero contatti da televisioni e giornali per eventuali interviste di contattare il Comitato Direttiva 477 per coordinarsi al meglio su come comportarsi con gli organi di informazione.