Tanto han tirato la corda che... l'hanno spezzata!
Inaspettatamente, il giorno mercoledì 29 luglio, il Banco Nazionale di Prova ha pubblicato sulla sua Home Page un comunicato che quì riportiamo nella sua interezza:
«La legge 43/2015 in materia di antiterrorismo esclude dall’uso venatorio le armi appartenenti alla categoria B7 della Dir. Cee 477/1991.
Come è noto tale categoria comprende le armi che somigliano (hanno l’apparenza) ad un’arma automatica.
La genericità della definizione si presta ad interpretazioni di ampia portata talvolta agli estremi opposti come ad esempio:
- Considerare la carabina SKS mod 56 come appartenente alla categoria B7 in quanto, sebbene nata semiautomatica, produttori cinesi hanno da essa ricavato il fucile automatico mod. 68;
- Comprendere nella categoria B7 tutti i moderni fucili muniti di accessori tipici delle armi militari, quali calcio telescopico o ribaltabile, impugnatura a pistola, una o più guide “piccatinny”, attacchi per baionette etc. che sebbene prodotti nella sola versione semiautomatica hanno comunque un forte impatto psicologico proprio delle armi militari, e che nulla hanno a che vedere con le armi ad uso caccia.
Per le ragioni sopra esposte, al fine di evitare contenziosi e pregiudizi anche di natura economica, questo Ente, in assenza di specifiche indicazioni da parte del Ministero competente, non procederà alla classificazione di armi nella categoria B7. Per le armi appartenenti alla cat. B4, B5 e B6 le richieste devono essere corredate da fotografie ed il Banco di Prova si riserva la possibilità di chiedere l’esibizione del prototipo.»
Come al solito arriva all'inizio dell'estate l'ennesimo capitolo del "libro di sangue" del progressivo peggioramento della situazione per i cittadini onesti che legalmente detengono ed usano armi da fuoco per tutti gli scopi legittimi − tiro sportivo competitivo o anche solo informale, caccia, collezionismo, difesa personale o abitativa e della proprietà.
Fa specie che la mazzata sia arrivata, stavolta, da dove meno ce la saremmo aspettata: non da oscuri uffici ministeriali o da qualche commissione parlamentare (come nel caso delle precedenti schifezze note come "Correttivo 204" e Legge 43 del 17/4/2015, partorite nelle segrete stanze del potere), bensì dal Banco Nazionale di Prova di Gardone Val Trompia, di cui tutti conosciamo le funzioni e tra i cui compiti vi è anche quello di vigilare affinché le armi distribuite sul mercato civile italiano siano confacenti ai dettami di cui ai citati aborti giuridici.
Dal comunicato si evincono essenzialmente due cose: la prima è che il BNP sposa l'opinione del Ministero dell'Interno sulle armi B7; quella delle armi d'impostazione "che nulla hanno a che vedere con le armi ad uso caccia" è un'affermazione che grida vendetta, data la praticità che in realtà la maggior parte di queste armi hanno sia nell'impiego per la caccia in battuta che nel tiro di precisione più tipico della caccia di selezione o della caccia di montagna, visti anche i calibri impiegati che spesso sono squisitamente venatori.
La seconda è che da questo momento, e fino all'arrivo di "specifiche indicazioni da parte del Ministero competente", la classificazione di tutte le armi d'impostazione B7 resta sospesa.
Peggio ancora: per tutte le armi di categoria B4 (quelle con serbatoio idoneo a contenere più di tre colpi), B5 (quelle con serbatoio o caricatore da tre colpi la cui capacità possa essere aumentata con "strumenti manuali") e B6 (le armi lunghe a canna liscia con canna di lunghezza pari o inferiore a 60 centimetri), la richiesta di classificazione dovrà essere corredata di fotografia, come ai tempi del Catalogo Nazionale, o di prototipo se richiesto dal Banco.
Secondo i colleghi della rivista Armi e Tiro, la prima a dare la notizia, l'azione sarebbe tesa ad ottenere una risposta dal Ministero, da parte di un ente (il Banco Nazionale di Prova) che si sarebbe ritrovato "sbandato" dall'accavallarsi di leggi sempre peggiori e contraddittorie.
Chi vi scrive la pensa in maniera leggermente diversa.
L'impressione che abbiamo noi di all4shooters.com è che, da una parte, e peraltro non tanto velatamente, in maniera tutta italiana, al Banco stiano cercando di non prendersi la responsabilità (che pure la legge attribuisce al BNP assieme ai suoi compiti) per azioni e decisioni delle quali potrebbe un giorno essere loro chiesto conto in Tribunale: come tipico di tutti i bravi burocrati e boiardi di Stato, al Banco Nazionale di Prova si vuole il potere ma non gli eventuali rischi e le responsabilità ad esso collegate.
Cosa significherebbe, altrimenti, "evitare contenziosi anche di carattere economico"? Se si hanno certi compiti, i contenziosi vanno messi in conto ed affrontati quando arrivano, o prevenuti quanto più possibile applicando le regole nel modo migliore per tutte le parti interessate, non evitando di applicarle!
D'altro canto, non crediamo affatto che i vertici del Banco Nazionale di Prova − in primis il suo direttore, l'ingegner Antonio Girlando − siano così distaccati dal Ministero dell'Interno e soprattutto dalle sue inclinazioni in fatto di armi di cosiddetta "impostazione militare".
Il sospetto di chi vi scrive è che, tra il Banco e il Ministero, si sappia benissimo che le richieste "specifiche indicazioni" probabilmente non arriveranno mai − e che, se arrivassero, sarebbero probabilmente fumose e contraddittorie come al solito, e comunque di certo non a favore degli appassionati d'armi!
In questo modo si è dunque, probabilmente, inteso fare una cosa che i funzionari ministeriali − che non hanno mai fatto mistero di sognare il disarmo di tutti gli italiani − sanno bene di non poter ottenere altrimenti senza gravi incidenti di percorso: il blocco totale del mercato delle armi di tipo B7, quelle che nelle "segrete stanze" del Viminale sono le più odiate.
Nella speranza (probabilmente vana, non illudiamoci!) di potervi scrivere nelle prossime ore di un ripensamento del Banco, rimaniamo dunque in attesa di eventuali reazioni dell'industria e delle associazioni di importatori, distributori e rivenditori: il mercato delle armi di categoria B7, assieme a quello delle armi da tiro dinamico, è l'unico a mantenere a galla le armerie italiane; che piaccia o meno ai più "classicisti" nel nostro settore (e ai tanti antiarmi che troppo spesso commentano i nostri articoli), queste sono le armi che si vendono.
Già oggi le armerie chiudono a nastro in tutt'Italia: quando il mercato delle B7 sarà scomparso, ce ne saranno ancora di aperte a vendere i modelli più Politically Correct?