Premesse
Materia: diritto delle armi e di pubblica sicurezza
Ambito: reati derivanti dall’uso dei social e conseguenze sul porto d’armi
L'avvento dei Social Media ha radicalmente trasformato il modo in cui comunichiamo e interagiamo. Tuttavia, questa rivoluzione digitale ha portato con sé una serie di sfide inedite, tra cui l'aumento di comportamenti illeciti commessi attraverso queste piattaforme. Se infatti i Social spesso e volentieri vengono percepiti un po’ come una “zona franca” in cui chiunque può, più o meno, fare ciò che vuole, dall’altra però un comportamento una inosservanza delle regole può portare a pesanti conseguenze relativamente alla titolarità del porto d’armi. Vediamo di fare una rapidissima carrellata di alcuni tra i reati più comuni che possono integrarsi da un uso non corretto dei social.
Quali reati possono essere commessi sui social media?
Le possibilità sono molteplici e in continua evoluzione, ma tra i reati più comuni troviamo:
- Diffusione di contenuti illeciti:
- Diffusione di materiale pedopornografico: La condivisione di immagini o video a sfondo sessuale che coinvolgono minori costituisce un reato grave perseguito penalmente. (Art. 600 quater codice penale).
- Apologia di fascismo e incitamento all'odio: La propaganda di ideologie violente o discriminatorie è punita dalla legge. (Legge 20 giugno 1952 n. 645 c.d. legge Scelba).
- Minacce e violenza: La diffusione di messaggi minatori o incitanti alla violenza può configurare il reato di minaccia o di istigazione a delinquere.(art. 612 codice penale)
- Violazione della privacy:
- Diffusione di immagini e video privati: La pubblicazione non autorizzata di contenuti privati può integrare il reato di violazione della privacy.(art. 612 ter).
- Stalking e cyberstalking: Il perseguitamento reiterato e molesto di una persona attraverso i social media può costituire il reato di stalking o cyberstalking.(art. 612 bis).
- Reati contro l'onore:
- Diffamazione: La diffusione di false notizie o informazioni che ledono la reputazione di una persona può integrare il reato di diffamazione.(art. 595 codice penale).
- Ingiuria: L'offesa diretta e personale nei confronti di un'altra persona può configurare il reato di ingiuria.(art. 594 codice penale).
- Reati contro il patrimonio:
- Frodi informatiche: L'utilizzo dei social media per truffare o sottrarre denaro può integrare diversi reati informatici.(art. 640 codice penale).
- Contraffazione e pirateria: La diffusione di contenuti protetti da copyright può costituire un reato contro la proprietà intellettuale.(art. 517 ter. Codice penale).
Quali conseguenze sul porto d’armi?
Inutile dirvi che, ove si integri un reato come quelli sopra esposti, la possibilità di perdere il porto d’armi è praticamente certa.
Per quanto la giurisprudenza di riferimento, ultimamente, si sia pronunciata sulla necessità del nesso logico, causale e fattuale tra il reato che si configura e l’uso delle armi, nell’ottica del dover dimostrare che il soggetto sia sostanzialmente inaffidabile, bisogna sempre renderci conto di quanto il potere valutativo dell’Amministrazione nei confronti dei soggetti titolari o richiedenti un porto d’armi è estremamente e profondamente discrezionale.
Questo significa, volendo fare un esempio molto semplice ma calzante, che se la Questura viene a sapere che siete su internet e vi mettete a scrivere commenti incitanti all’odio razziale, non serve la condanna del giudice. La polizia vi piomba a casa e vi toglie tutto, armi e licenza. Poi sarà vostra premura andare dal giudice a farvi ridare il porto d’armi, con tutti i costi annessi e connessi.
Il criterio valutativo, oltre alla discrezionalità, è quello del “ciò che più probabilmente potrebbe accadere”, nel senso che l’Amministrazione dice: se una persona, ad esempio, attenta l’onore di altra persona, diffondendo materiale personale e violandone la privacy, certamente un comportamento di questo tipo non coincide propriamente con quella necessaria affidabilità che serve ad avere un porto d’armi.
Cerchiamo sempre di ricordarci che i social sono un ambiente strettamente controllato, esistono infatti alcuni organi (Polizia di Stato – compartimento Polizia delle Comunicazioni) che ogni giorno vaglia tutto ciò che sta sui Social Media. Facciamo quindi sempre attenzione.