Come noto, l’Unione Europea con la Direttiva 2008/43/CE ha predisposto una serie di azioni volte a sviluppare un sistema di identificazione e tracciabilità degli esplosivi per uso civile con funzione preventiva e legata ad attività antiterroristiche. La disciplina si rivolge agli esplosivi civili, comprese le polveri da sparo ma escluse le munizioni intere e spezzate. La Direttiva è stata recepita con il Decreto legislativo 25 gennaio 2010 n. 8.
Il 22 febbraio 2012 è stata approvata una seconda direttiva in materia, la 2012/4/EU, che corregge diverse lacune contenute nella precedente disposizione e posticipa l’entrata in vigore della direttiva di tre anni, al 5 aprile 2015.
“Gli operatori della filiera – ha dichiarato in merito Mauro Silvis, direttore di ANPAM - si sono adoperati e confrontati con le istituzioni nazionali ed Europee per adempiere alle prescrizioni sulla marcatura ed etichettatura degli esplosivi contenute nelle disposizioni comunitarie. Ciò tende a consentire la corretta tracciabilità dei prodotti, dall’immissione sul mercato europeo fino al loro utilizzatore finale, come richiesto dall’Unione Europea”.
Ieri, mercoledì 1 aprile 2015, il Ministero dell’Interno ha diramato la circolare nella quale si riassumono gli obblighi che gli operatori del comparto devono osservare.
“Riteniamo sia importante divulgare quanto più possibile la circolare – aggiunge ancora Silvis - e si raccomanda agli operatori ed utilizzatori finali che si dedicano alla ricarica delle munizioni, che sarebbe consigliabile rimuovere e distruggere (oppure rendere illeggibile e comunque inutilizzabile) l'etichetta identificativa della confezione al momento dello smaltimento definitivo dell'imballo. Procedura tesa a eliminare qualsiasi tentativo di utilizzo improprio, da parte di terzi, dell’etichetta stessa”.