I fucili anti-materiali hanno una lunga storia alle spalle. Nascono durante la Prima guerra mondiale con funzione di armi anticarro, durante la quale vengono adottati da entrambi i contendenti in campo, e almeno inizialmente hanno un certo successo, vista l’esile corazzatura dei primi mezzi cingolati. Sostanzialmente i fucili anticarro sono di due tipi: o si tratta di carabine di grosse dimensioni camerate per munizioni di calibro superiore a quello di ordinanza, come nel caso del Solothurn svizzero (ma adottato anche dall’Italia) in calibro 20mm o il britannico Boys in calibro 13,97, oppure sono armi come il Panzerbüchse tedesco, prodotto dalla Gustloff nel 1942, che sparava una cartuccia dal diametro standard (7,92x94 mm) ma con un proiettile con nucleo perforante in tungsteno che raggiungeva la velocità di 1200 metri al secondo.
Durante la Seconda guerra mondiale il progressivo aumento delle corazzature dei carri armati li rende quasi del tutto obsoleti per il loro ruolo elettivo, sostituiti da armi individuali o di squadra decisamente più efficaci come il Bazooka americano, il PIAT britannico o il Panzerschreck tedesco.
Lo stesso discorso valeva per il fucilone anticarro di produzione russa Simonov PTRS-41 in calibro 14,5x114mm, con sistema di ripetizione semiautomatico a presa di gas. Anche se i tiratori scelti russi erano molto abili nel mirare alle parti più deboli dei tank tedeschi, presto la sua funzione anticarro si ridusse drasticamente. I russi ebbero quindi l’intuizione di usarlo come arma anticecchino, sfruttandone con successo la straordinaria portata. Il Simonov PTRS-41 era temutissimo e rispettato dai tedeschi che non esitarono ad adottare tutti gli esemplari di preda bellica su cui riuscirono a mettere le mani, dandogli il nome di Panzerbüchse-784. La produzione del Simonov PTRS-41 finì nel 1945, ma ormai il solco era stato tracciato e oggi tutti i principali eserciti riconoscono l’utilità di fucili per tiri a lunga distanza su personale e materiali.
La serie di carabine Snipex in calibro 14,5x114: il T-Rex
Non fa eccezione l’Ucraina, con la Snipex di Kharkiv che produce localmente una serie di fucili antimateriale in calibro 14,5x114mm in versione semiautomatica oppure bolt action. I modelli a ripetizione manuale sono disponibili a loro volta in configurazione monocolpo oppure alimentati da caricatori prismatici dalla capacità di cinque colpi.
Partiamo dal modello più semplice della serie, il T-Rex che è un bolt-action monocolpo. Il nome di questo modello è ispirato all’appoggio posteriore a monopiede del calcio, che ricorda la zampa di un Tirannosauro. Si tratta di una carabina dalla struttura che si potrebbe definire semi-bullpup, dal momento che il gruppo dell’otturatore si trova in posizione arretrata (ma non troppo) rispetto al gruppo di scatto. Il ciclo di sparo avviene tramite un otturatore girevole-scorrevole dotato di tredici alette di chiusura in testa, disposte su tre file. Lo Snipex T-Rex monta una canna lunga 1200 millimetri con passo di rigatura di 1:16,5 pollici (420 mm) con camera di cartuccia e anima cromate. La cromatura è estesa anche alle guide di scorrimento dell’otturatore. La lunghezza totale del T-Rex è di 180 centimetri. Una delle particolarità più interessanti del T-Rex è la canna flottante che al momento dello sparo rincula per un tratto di circa 7 millimetri, e questo dovrebbe aiutare a ridurre la sensazione di rinculo. Altra caratteristica è la barrel extension (dove fanno presa i tenoni) svasata in modo da facilitare l’alimentazione della cartuccia in camera e che si prolunga fino a svolgere una funzione di guida dell’otturatore stesso. La calciatura è in polimero e ha una struttura regolabile che permette di adattarla alla complessione fisica del tiratore. All’interno della pala del calcio è presente un ammortizzatore di rinculo che insieme al freno di bocca a quattro eventi rende sopportabili le sollecitazioni allo sparo della potente munizione per cui è camerato. Ricordiamo che la cartuccia 14,5x114, spinge una palla da 1000 grani alla velocità di 980 metri al secondo, con un’energia alla volata di oltre 30.000 joule. Alla base del calcio troviamo il già menzionato puntale regolabile composto da tre segmenti snodati connessi a un alberino regolabile con cremagliera che assicura un appoggio posteriore estremamente preciso e stabile (non dimentichiamo che il fucile pesa 25 Kg!). A circa metà della canna è montato in modo un robusto bipiede con steli telescopici, regolabili su quattro diverse lunghezze. In caso di inutilizzo il bipiede può essere ripiegato lungo la canna. Una slitta Picatinny consente il montaggio sulla carcassa di cannocchiali con tubo fino a 35mm di diametro.
Secondo le dichiarazioni del produttore, il T-Rex ha una precisione di 1 MOA. Tutte le parti metalliche sono rivestite da una finitura ceramica di tipo Cerakote e una maniglia collocata lungo la canna consente di spostare abbastanza agevolmente questo colosso che ha un peso in assetto di guerra di 25 chilogrammi per una lunghezza di 1.800 millimetri.
Passiamo ora al modello Alligator, che condivide la gran parte delle caratteristiche del T-Rex ma se ne discosta per la struttura convenzionale, con otturatore situato davanti al gruppo di scatto. Su questo modello l’alimentazione è fornita da un caricatore prismatico in lamiera dalla capacità di cinque colpi. Per sopportare agevolmente il severo rinculo, il caricatore in lamiera è dotato di due punti di aggancio (frontale e posteriore) all’interno del bocchettone. La canna dello Snipex Alligator in calibro 14,5x114mm è la stessa del T-Rex, ma a causa della struttura più convenzionale la lunghezza totale dell’arma è di 2 metri tondi, per un peso di 25 chilogrammi. Nella versione in calibro 12,7x108 e in 12,7x99mm la canna è invece misura “soli” 850 millimetri, per una lunghezza complessiva di 1.620 mm e un peso di 16 Kg. La capienza del caricatore dell’Alligator in calibro 12,7x99 è di dieci colpi. Anche l’Alligator è stato adottato ufficialmente dall’esercito ucraino.
Infine, parliamo del modello Monomake, che prende il nome dal sovrano Vladimir II Vsevolodovič, detto Monomaco (colui che combatte da solo), Gran Principe di Kiev dal 1113 al 1125. Il Monomake ha più o meno lo stesso ingombro del T-Rex (misura 2.050 millimetri di lunghezza) e ne condivide la calciatura ampiamente regolabile con poggiaguancia reversibile, ma ha un ciclo di sparo semiautomatico con un sistema a corto rinculo di canna che, in tandem con il freno di bocca a otto eventi, consente di gestire le sollecitazioni allo sparo in modo accettabile anche in caso di tiro cadenzato contro bersagli in movimento. L’alimentazione è assicurata da un caricatore bifilare da cinque colpi. L’estrema lunghezza della slitta Picatinny presente sulla sua parte superiore, ben 76 centimetri, consente di montare sul Monomake qualsiasi tipo di ottica convenzionale e di aggiungere accessori come visori termici.
Tutti i fucili Snipex adottati dall’esercito ucraino sono dotati di serie di un cannocchiale Snipex Jove 50 da 6-24x56 ottimizzato per il tiro a lunga e lunghissima distanza su armi di elevatissima potenza. L’ottica resiste a carichi orizzontali fino a 1200G (lungo l'asse) e verticali fino a 600G (perpendicolari all'asse). Il cannocchiale ha un ampio campo di elevazione - 50 mil (172 MOA). L'intervallo di guadagno è pari a 12 mil (41 MOA); il reticolo è sul primo piano dell’immagine.
Sperando che prima o poi le armi su entrambi i fronti smettano di sparare, vi invitiamo a visionare il sito della Snipex per ulteriori informazioni.