Con il termine inglese wippet gun venivano indicati i fucili a canna liscia accorciati artigianalmente per renderli più maneggevoli e occultabili. Tra i più famosi wippet gun della storia americana possiamo ricordare il semiautomatico Remington 11 in calibro 20 con canna e calcio segati, usati dalla coppia di banditi Bonnie & Clide. In Italia, più prosaicamente, un’arma di questo genere veniva indicata con il termine lupara, che indicava indistintamente sia una doppietta con canne accorciate, sia la cartuccia caricata con nove pallettoni, usata tradizionalmente per cacciare lupi e cinghiali.
Il nome “Luparino”, scelto da RFM per battezzare questa arma particolare appare quindi molto azzeccato, perché di fatto si tratta di una versione in scala ridotta (neanche troppo) di una lupara. Si tratta di fatto di una doppietta a cani interni con batteria di tipo Anson & Deeley modificata, dotato di una impugnatura a pistola e di una coppia di canne lunghe 25 centimetri (nella versione in calibro .410) oppure 45 centimetri negli altri calibri. Per quanto riguarda l’aspetto legale, il modello con canne da 25 cm è classificato come pistola, mentre quello con canne da 45 cm è classificato come fucile.
Video: RFM Luparino, doppietta a canna liscia
Il Luparino di RFM, disponibile in quattro calibri a canna liscia
Il Luparino di RFM è camerato nei calibri 20, 28, 32 e .410 (36 Magnum). Anticipiamo la domanda che fanno tutti, ovvero “…e in calibro dodici?”. La risposta dell’azienda è che in calibro 12 ne hanno fatto un prototipo, ma dal punto di vista pratico era difficilmente utilizzabile a causa del rinculo eccessivo.
Considerando le distanze di impiego elettive di un’arma del genere, non possiamo che condividere questa scelta. Sparare una cartuccia calibro 12 al buio e al chiuso, con una canna tanto corta e senza il calcio, rischia di diventare un’operazione molto pericolosa anche per il difensore armato. Nelle foto che corredano questo articolo potete vedere i modelli all’estremo della gamma di calibri, ovvero 20 e .410.
Tra le loro caratteristiche comuni possiamo citare, oltre lo schema meccanico, il mirino in fibra ottica, la calciatura in legno di noce con rivestimento sintetico (disponibile in diverse colorazioni) e il trattamento Cerakote della bascula. Il funzionamento del Luparino è estremamente semplice, identico a quello di una doppietta a cani interni con estrattori manuali. L’unica variabile è data dal sistema di scatto che a seconda delle preferenze può essere mono o bigrillo. Da notare che su tutte le versioni la bindella permette il montaggio di una slitta per il mirino a punto rosso di tipo mini-reflex, una scelta quasi obbligata per un’arma destinata a un impiego a brevi distanze e in condizioni di scarsa illuminazione, uno scenario tipico delle irruzioni notturne da parte di malintenzionati.
L’impiego elettivo dell’RFM Luparino con canne da 25 centimetri è infatti la difesa abitativa, dove può sfoderare una notevole potenza a distanza ravvicinata, esaltata dal fatto che può camerare e sparare anche cartucce a palla in calibro .45 Long Colt. Restando sulle munizioni per canna liscia, sul mercato italiano sono comunemente reperibili cartucce a pallettoni in calibro .410 con carica di piombo da 15/18 grammi (quattro pallettoni dal diametro di 8 mm) oppure slug con pesi di palla di 9 grammi come le Baschieri & Pellagri con palla Thrill Shock, in grado di esprimere una notevole potenza a breve distanza. Spostandosi verso i calibri maggiori, e sulla lunghezza di canna di 45 centimetri, il ventaglio delle munizioni disponibili si amplia a dismisura, con il 20 che di fatto offre possibilità di scelta ormai sovrapponibili a quelle del 12 in termini di peso e dimensione del piombo. Il Luparino di RFM è sicuramente un’arma curiosa e originale, un esercizio di stile che per gli appassionati può essere fonte di interminabili discussioni, e noi come tale ve lo presentiamo. Almeno finché, con il ritorno della bella stagione, non ne faremo un’approfondita prova sul campo.
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