L’arma da sopravvivenza: un'idea dei militari
L’idea di un’arma da sopravvivenza, non nasce dai survivalisti di vocazione, ma nell’ambito di specifiche esigenze nel campo dell’aviazione, specie militare. È tutto è legato al fatto che un aereo, in combattimento o meno, può essere abbattuto, e che il pilota si trovi quindi costretto a paracadutarsi (sedile eiettabile oppure no), a prescindere dal territorio che si trovi a sorvolare. Che spesso può essere uno di quelli caratterizzati dalla più assoluta natura selvaggia. Eccolo quindi, da solo, oltre le linee nemiche, costretto a doversi fare miglia e miglia a piedi prima di una eventuale estrazione, in territorio spesso ostile e nel quale deve potersi sia difendere dai pericoli (non solo nemici in divisa, ma anche grandi predatori), che procurarsi di che vivere con le sue stesse mani. Il tutto, nella maniera più efficiente e silenziosa possibile.
Fu per tutto queste esigenze che, più o meno tutti i reparti di aereonautica militare – dall’area Nato a quella ex Patto di Varsavia- si trovarono in parallelo ad investire nella ricerca di armi che dovevano svolgere al meglio il loro lavoro. Essere piccole, trasportabili, occultabili, efficienti e nei limiti del possibile silenziose. Il tutto, con un volume di fuoco il più alto possibile in termini di munizioni da potersi portare appresso. Il concettoera quindi pressoché segnato: calciature ridotte all’osso in configurazione skeleton, meccanica essenziale e il più possibile manuale (quello che non c’è, non si può rompere), modularità e possibilità di smontare/ripiegare l'arma per consentirne il trasporto in qualsiasi zainetto. Gli antesignani della categoria furono quindi lo Springfield Armory M6 Scout, e la TP-82 di produzione russa destinata persino ai cosmonauti. A prescindere dal fatto che questi fossero combo (con due canne, una liscia e una rigata nello Springfield, e tipo drilling nel russo), la scelta pressoché universale per il calibro sul rigato, specie in tutti i modelli di lì a venire, fu il .22 LR. E con tutte le ragioni del mondo.
Video: Pedersoli Black Widow: test della carabina basculante a colpo singolo
Il calibro .22 Long Rifle
Prima di tutto una tabella balistica studiata su palle da 40grs, le più diffuse in assoluto. Con test di penetrazione su materiali differenti a diverse velocità (le prime 3, su arma corta).
Velocità d'impatto | Penetrazione legno cm | Penetrazione ferro cm | Penetrazione muscolo cm | Penetrazione osso cm |
250 | 9,7 | 0,10 | 35 | 0,5 |
300 | 12,8 | 0,14 | 40 | 0,8 |
350 | 13 | 0,18 | 44 | 1,16 |
400 | 16 | 0,22 | 48 | 1,6 |
450 | 18,8 | 0,26 | 51 | 2,1 |
500 | 22 | 0,31 | 54 | 2,6 |
Come si può notare, parliamo di un proiettile certamente micidiale, che conserva bene la sua velocità e che è efficiente anche a notevole distanza, garantendo su canne da carabina un’ottima precisione sino ai 100/150 metri. Con palle hollow point, abbatte senza problemi qualsiasi animale dalle dimensioni dello scoiattolo, sino a conigli e lepri, per non dire di tutti i volatili. Permettendo poi, nelle mani di buoni tiratori, grandi soddisfazioni anche in termini di tutte le specie appartenenti in genere alla categoria varmint. Il tutto, potendo stivare parecchie munizioni in pochissimo spazio con un “bang” che nei munizionamenti sub sonici è equiparabile al suono prodotto da carabine ad aria compressa. L’ideale per “fare la spesa” di nascosto in territorio nemico. E in qualsiasi altra situazione lo possa rendere necessario in ambito civile, dal survival all’escursionismo estremo.
La Pedersoli Black Widow
Di acqua ne è passata sotto i ponti, ed oggi quella dei fucili da survival da curiosità è divenuta moda e quindi una vera e propria tendenza, motivato da tantissime ragioni pratiche e tecniche. Prima delle quali la sua utilità per gli usi a monte per i quali è stato concepito, e poi per la possibilità che offre in ogni caso di familiarizzare con il tiro a palla con strumenti affidabili e a basso costo in tutti i sensi. Pedersoli con il Black Widow (Vedova Nera) ce ne offre la sua versione aggiornata, riveduta e corretta sino a dare vita ad un prodotto che pur nella sua concezione classica ed essenziale, si rivela in tutto e per tutto innovativo, sia per gli standard della casa stessa, sia per la categoria in assoluto. Che grazie a questa originalissima interpretazione voluta fortemente da Stefano Pedersoli stesso – suo project manager – compie un significativo balzo in avanti in termini di look e di efficienza intrinseca.
- Calciatura: a questo riguardo Pedersoli ha fatto da subito le cose in grande, con l’adozione di tecnopolimero in ogni componente dove la concorrenza non va mai o quasi mai oltre lamiere più o meno stampate. Dal calcio vero e proprio, il cui braccio inferiore funge anche da porta munizioni per 8 colpi sino all’astina sotto canna, completamente smontabile e che ha integrato bottone di smontaggio, e slitta tipo Picatinny per il montaggio di vari strumenti, dalle flash light ai puntatori laser. Ma non è tutto: compresa nel kit c’è anche un’ulteriore slitta da montare sopra la bascula con due semplici viti da inserire nei fori predisposti. Il tutto, per poter equipaggiare con qual si voglia tipo di ottica l’arma, implementandone significativamente il range d’utilizzo oltre quello garantito dalle mire metalliche.
- Bascula: è realizzata tutta in acciaio di alta qualità dal pieno, per una durata pressoché eterna. Come dicevamo, presenta sulla parte superiore due punti d’innesto per la slitta dedicata
- Canna: la canna costruita in acciaio di alta qualità, è lunga 19 pollici (448,00 mm.) e presenta una rigatura interna a 6 volute con passo 1:15 pollici (406 mm. È filettata in volata, quindi predisposta per il montaggio di un più che altro estetico freno di bocca, come di qual si voglia silenziatore, davvero utile per l’uso pratico di questo tipo di carabina (ove la legge ne consente l’uso). L'arma è disponibile con filettatura da 1/2"-20 UNF (versione Europa) o con filettatura da 1/2"-28 TPI (versione America). Assemblata, misura 36 pollici (913,00 mm.), ripiegata per il trasporto, praticamente la metà, con una superficie complessiva praticamente triangolare, che la rende facilmente stivabile in qualsiasi zaino di dimensioni medie e medio piccole.
- Uso: come abbiamo detto e ripetuto, il Black Widow è un perfetto fucile da sopravvivenza, quindi ottimo per escursionismo estremo, survival e contenimento dei nocivi. Altrettanto, visto il look davvero azzeccato e la possibilità di vari upgrade tramite accessori e altro che alla fine arrivano ad evocare universi tra il “black rifle”e il tactical, è anche uno strumento divertentissimo quando per plinking, per divertirsi in genere al poligono, e far familiarizzare con le armi rigate giovani appassionati. Il tutto, con costi davvero abbordabilissimi sia in termini di acquisto iniziale, che di gestione e uso anche prolungato grazie allo stesso calibro: piccolo, cattivo, e piacevolmente economico.
Le impressioni di tiro e di utilizzo
In un freddo pomeriggio di dicembre ci siamo diretti al TSN di Gardone Val Trompia, a pochi passi dalla sede della Davide Pedersoli, per mettere alla prova la Black Widow. Abbiamo sparato su un bersaglio situato alla distanza di 25 metri usando cartucce RWS .22 LR Rifle impiegando come appoggio improvvisato uno zainetto. Quelle che seguono sono le impressioni di tiro e di manipolazione dell’arma del nostro Franco Palamaro.
L’aspetto è accattivante, e il primo contatto con l’azione del Pedersoli Black Widow davvero non delude. Non trovo una pressofusione di leghe leggere, ma solo buon acciaio ben lavorato, senza giochi e plastica di ottima qualità per la calciatura. L’azione si sblocca con semplicità grazie alla leva di fronte alla guardia del grilletto, e noto immediatamente una ottima frizione nell’apertura a bascula della carabina; si apprezza la totale assenza di giochi. Estrarre le piccole munizioni calibro .22LR dai fori predisposti sul calcio fisso a mo’ di cartuccera è agevole, ma in realtà non vedo occasioni di farlo, se non in ambito di caccia a piccoli nocivi, cosa che in varie parti del mondo è espressamente consentito.
E visto che ho menzionato il calcio, posso senz’altro dire che è molto comodo ed ergonomico, cosa che aiuta notevolmente il tiro, contribuendo alle buone prestazioni che sono riuscito ad ottenere tirando in modo del tutto informale usando un semplice punto rosso da 4 MOA della Aimpoint, un Micro T1 che per di più era configurato per un AR, visto il riser per portare la linea di mira a 39mm di altezza.
Lo scatto sorprende, nel senso che da una geometria a singola leva, quanto di più semplice si possa immaginare, e seppure un poco pesante e con una leggera incertezza all’inizio della trazione del grilletto, scatta con pulizia e un contenuto collasso di retroscatto, che consente di ottenere dei bei risultati al tiro.
La rosata che vedete nella foto, ottenuta a 25 metri in effetti è di poco più grande del punto a questa distanza; testimonianza che le potenzialità di precisione dell’arma sono ancora da scoprire.
Rinculo, rilevamento e reazioni allo sparo sono insignificanti. L’estrazione del bossolo sparato presenta qualche difficoltà, ho usato il rim di una 9mm per estrarre i bossoli durante le mie prove, posso anche affermare che la cosa è sicuramente dovuta all’arma nuova, tanto che alla fine della sessione di tiro i bossoli si toglievano con più facilità. Un poco di break-in, direi un centinaio di .22LR, e azione, scatto e estrazione si assestano e sicuramente migliorano. Alla fine, la Black Widow è una carabina divertente, sufficientemente economica e precisa, affidabile (quello che non c’è non si rompe), ben realizzata con materiali di prima qualità.
Scheda tecnica
Produttore | Davide Pedersoli |
Modello | Black Widow |
Tipologia | carabina basculante a colpo singolo |
Calibro | .22 Long Rifle |
Scatto | in singola azione |
Peso totale | 1,5 kg |
Mire | tacca e mirino registrabili, predisposta per montaggio ottica |
Lunghezza canna | 488 mm |
Lunghezza totale | 913 mm |
Calcio | in tecnopolimero |
Prezzo | 349 euro |
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