Il Franchi SPAS 12 è un’arma estremamente originale e unica nelle linee e nella forma, che lo fa assomigliare più ad una mitragliatrice come la M60 che ad un fucile a canna liscia calibro 12.
L’aspetto minaccioso, dominato dal copricanna forato in funzione di protezione termica e la massiccia astina in polimeri, nonché il particolare calcio pieghevole in acciaio stampato, colpiscono subito l’immaginazione degli appassionati.
Origini del fucile Franchi SPAS 12
Nasce in Italia verso la fine del 1979, alla Luigi Franchi S.p.A. appunto, partendo dal prototipo modello 11 a sua volta basato sul Sistema 500 grazie al genio dell’ingegnere Piero Torosani.
Dalla meccanica dello SPAS prenderà il via l’ambizioso Progetto 80, e le versioni a pompa della serie PA, tra cui il compattissimo PA-3.
Il nome è un acronimo che significa Special Purpose Automatic Shotgun, cioè fucile a canna liscia automatico per impieghi speciali.
Gli americani cambieranno il significato della ‘S’ iniziale in un politically correct “Sporting”, per consentirne la vendita sui mercati statunitensi.
Franchi SPAS 12 per impiego militare
Lo SPAS 12 è un’arma progettata per l’impiego militare e di polizia, forse il primo fucile semiautomatico a canna liscia professionale che non deriva da un'arma da caccia.
Molta enfasi all’epoca fu data alla capacità di utilizzare sia munizioni a bassa capacità offensiva che a piena potenza, cambiando modalità di funzionamento, da semiautomatico a manuale; a questo riguardo fu anche realizzata da Fiocchi una serie di munizioni speciali ottimizzate per lo SPAS – molto interessante tra questi il caricamento AP in grado di perforare 10mm di acciaio e specifico per vetri blindati.
Ebbe un discreto successo sul mercato professionale; moltissimi reparti adottarono lo SPAS, sia 12 che 15, ed è ancora in uso in parecchi Paesi.
Fa il suo debutto cinematografico nelle mani di Arnold Schwarzenegger in “Terminator”, e nella serie TV Miami Vice, entrambe del 1984.
Due anni dopo, Rutger Hauer lo userà in “The Hitcher: la lunga strada della paura”. Poi, The Matrix, Bad Boys… ma sarà “Jurassic Park” a renderlo un’icona per il grande pubblico, ed a rendere lo SPAS 12 uno degli shotgun più riconoscibili nel mondo.
Nonostante la sua fama sul grande schermo, molti esperti considerano il Franchi SPAS 12 un’arma troppo complicata nell’impiego, farraginosa, poco ergonomica e pesante, senza contare che la cameratura 12/70, rispetto alla Magnum, riduce il numero di caricamenti impiegabili.
Ma è davvero così?
Meccanica del fucile SPAS 12
Esaminando da vicino un Franchi SPAS 12 in effetti si scopre che la meccanica è abbastanza tradizionale: è un fucile semiautomatico a presa di gas con pistone a corsa lunga, che scorre coassialmente al tubo caricatore sotto la canna, assieme alla molla di recupero.
Il pistone aziona una chiusura a puntone con blocco oscillante che si impegna sul cielo del prolungamento della canna che entra nel castello.
Questa chiusura è estremamente diffusa in moltissime armi da caccia sia a pompa che semiautomatiche, ed è molto simile al sistema originale usato dal Remington 870.
Il castello in alluminio è praticamente identico a quello usato dal produttore per le sue armi da caccia, salvo per le finiture e l’impugnatura a pistola.
Anche l’adozione di un manicotto traforato per proteggersi dalla canna rovente durante il tiro prolungato non è una novità, e il calcio metallico a stampella ripiegabile sopra all’azione ricorda molto quello di molti shotgun statunitensi della metà degli anni '70.
Innovazioni e caratteristiche del fucile Franchi SPAS 12
La vera innovazione consiste in un sistema che consente di passare dall’azionamento semiautomatico ad uno manuale a pompa. Questo concetto di funzionamento duale, ripreso nello SPAS15, conoscerà una diffusione ed una popolarità enorme con le armi Benelli a partire dallo M3 Super90, del 1989.
La selezione di una modalità rispetto all’altra si effettua azionando un pulsante di sblocco e spostando l’astina avanti o indietro: una pista a camme nell’astina sposta una valvola che chiude o apre la presa di gas, e contemporaneamente aggancia il pistone all’astina stessa per avere azionamento reciprocante con il gruppo otturatore. È un sistema affidabile e molto sicuro.
In effetti, lo SPAS 12 pesa oltre 4,5 chili scarico, a cui si aggiungono il peso di otto cartucce più una in canna; e certamente appoggiare la guancia al bordo metallico del calcio non inspira fiducia…
La disposizione dei comandi non è particolarmente ergonomica e il caricamento è obbiettivamente più lento rispetto ad altre armi pure dotate di caricatore tubolare.
Il sistema di mira, che sembra una diottra, non lo è: è necessario mirare usando la piccola tacca alla base del foro, che serve per bloccare il calcio.
Il sistema con il gancio sul calciolo, che permette di sparare con una mano sola, è scenografico ma alla fine abbastanza inutile.
La sicura a levetta è lenta e difettosa, fu poi sostituita da un più pratico pulsante a traversino. Il passaggio da pompa a semiauto è veloce dopo un poco di pratica, ma è assolutamente poco intuitivo.
L’azionamento dell’astina in manuale è frenato dalla molla di recupero e non è veloce come un pompa “vero”; a questo riguardo, va detto che lo SPAS 12 è principalmente un fucile semiautomatico che occasionalmente, con cartucce specifiche, può funzionare in manuale, ad esempio con cartucce “less lethal” antisommossa.
In semiautomatico è veloce. Un tiratore esperto può sparare quattro e anche cinque colpi al secondo, per un rateo di tiro di 250-300 copi al minuto. Oggi ci sono shotgun molto più veloci, ma nei primi anni 80 era un valore di tutto rispetto…
Dal punto di vista della precisione con cartucce slug lo SPAS 12 paga il pegno di un sistema di mire non eccezionale.
Lo scatto è piuttosto pesante, circa 4,5 chili, ma abbastanza pulito, con poca precorsa e quasi nullo collasso di retroscatto.
Munizioni per il Franchi SPAS 12
Con cartucce Slug Rottweil Extra con palla Gualandi il rinculo è secco, deciso ma non punitivo, anche grazie al notevole peso dell’arma.
Sorprendentemente, la calciatura in lamiera non dà assolutamente fastidio durante il tiro.
Le classiche cartucce da tiro a volo da 24g non ricaricano proprio e quelle da 28g inceppano costantemente per insufficiente energia; il manuale avvisa che, per assicurare il funzionamento semiauto, sono necessari caricamenti da almeno 32-34 g di piombo.
Ovviamente, è sconsigliato usare munizioni con pallini in acciaio. Come già detto, il funzionamento manuale a pompa è ben più lento di armi che nascono tali, ed in più abbiamo avuto qualche inceppamento durante le prove con cartucce da tiro a volo per l'espulsione piuttosto pigra delle cartucce sparate.
Non nascondiamo che al di là delle prestazioni effettive dell’arma, l’impiego al poligono è davvero entusiasmante; in fondo, stiamo usando una vera leggenda, e come tutte le leggende, lo SPAS 12 vive di una reputazione smisurata, per dirla all’americana, “larger than life”…
La produzione dello SPAS 12 cesserà completamente alla fine del 2000 – con pochissimi pezzi prodotti all’anno, tra l’altro – assieme al successore SPAS 15. Sul mercato dell’usato le sue quotazioni variano grandemente, passando da poco meno di 500 euro fino a punte di oltre 1500, a seconda dell’allestimento e degli accessori.
Per ulteriori informazioni visita il sito Franchi