La concorrenza che avrebbe portato al fucile modello 1892 era serrata, alimentata dal passaggio dalla polvere nera alla polvere senza fumo, che sviluppava pressioni ben più robuste. All’epoca il costruttore americano disponeva del modello 1873, camerato per il .32 WCF e il .38 WCF oltre che per il .44 WCF. Per meglio indicare i calibri al lettore moderno, attualmente essi sono noti come .32-20, .38-40 e .44-40.
Per i calibri maggiori non c’erano problemi. Il modello 1886, risposta di Winchester al 1881 di Marlin, benché progettato per cartucce a polvere nera era sufficientemente robusto da poter accettare senza difficoltà le nuove munizioni e in particolare il .33 Winchester, longeva cartuccia da caccia che fu prodotta fino al 1936.
Ma per i calibri minori, da usare in un fucile leggero e magari anche in versione take-down che ne facilitasse il trasporto, bisognava fare qualcosa.
Il fucile 1892 di John Moses Browning
E doveva avere una fretta indiavolata la Winchester, per promettere a John Moses Browning un premio di quasi mezzo milione di dollari attuali se avesse realizzato un prototipo di nuova carabina a leva, versione ridotta del modello 1886 sempre di Browning, capace di essere alimentata con cartucce corte, nel giro di 30 giorni.
Per la verità l’azienda aveva promesso un premio di 10.000 dollari, un quarto di milione ai valori attuali, per una realizzazione entro 60 giorni ma il progettista mormone, che doveva già avere qualcosa in mente, rilanciò - tra un progetto d’armi e l’altro il genio mormone aveva le idee chiare su come gestire i propri affari - e il rilancio fu accettato. Il risultato fu il fucile modello 1892, del quale Browning consegnò il prototipo dopo tre settimane.
Il successo del nuovo fucile è testimoniato, oltre che dalle innumerevoli copie che ne furono realizzate e dalla filmografia Western, da un semplice numero: Winchester ne produsse 1.007.608 esemplari.
Benché le vendite avessero subìto un forte rallentamento durante la Grande Depressione e la produzione fosse stata sospesa all’inizio della Seconda guerra mondiale - Winchester si era attrezzata per la produzione militare e non riprese quella del modello 18992 dopo la guerra - la produzione esisté ancora con i marchi Winchester e Browning, anche se realizzata in Giappone.
Va notato che, prodotta tra il 1915 e il 1937 in oltre un milione di esemplari con il nome di El Tigre e camerata per il .44 Largo (.44-40), una copia esatta dell’arma fu adottata in Spagna da vari Corpi ivi inclusa la Guardia Civil. Una nuova produzione, dopo quella brasiliana della Amedeo Rossi, è attualmente effettuata da Chiappa Firearms che ha realizzato l’arma di cui ci stiamo occupando. La riproduzione è davvero fedele, al punto che ogni singola parte può essere scambiata con una originale e viceversa.
Il fucile 1892 take-down di Chiappa Firearms
L’arma di Chiappa giunge in una scatola di cartone con interno sagomato, protetta da una lunga busta di plastica.
Le finiture sono di ottimo livello, con bascula tartarugata e altre parti brunite; fanno eccezione il calciolo e la leva, anch’essi tartarugati.
Il fucile è smontabile (Take down) con un procedimento piuttosto semplice.
Si svita il serbatoio tubolare, servendosi di una leva opportunamente incernierata alla sua estremità anteriore; dopo averlo separato dall’arma e aperta la leva di caricamento, l’insieme canne e astina è ruotato di novanta gradi in senso antiorario e può essere sfilato verso l’avanti.
Caratteristiche del fucile Chiappa 1892 take-down
La presenza del caricatore impedisce la rotazione quando l’arma è in uso.
Il serbatoio ha un riduttore di capacità che consente cinque colpi – quattro nel tubo e uno in canna – per essere in regola con la legislazione italiana, ma se andate all’estero in un Paese in cui questo limite non esiste il riduttore può essere rimosso.
L’operazione è abbastanza semplice, ma volutamente non semplicissima per non invogliare nessuno a violare la legge.
In pratica, osservando il magazzino in volata, si notano due viti: quella anteriore è il perno della leva per la rimozione del tubo, mentre quella posteriore tiene in sito il tappo di volata.
Rimossa questa vite, il tappo può essere svitato consentendo l’accesso all’interno del tubo.
Per via di una progettazione che risale ad oltre 125 anni fa, l’arma presenta parecchie viti: il mio accorgimento per non segnare le stesse né l’arma è coprire il taglio del cacciavite con un pezzetto di nastro adesivo: il comune scotch va benissimo.
Non si può metterlo per il piccolo cacciavite che serve per raggiungere la vitina, sotto quella principale, la quale tiene in sede l’otturatore. Questo è di forma prismatica, con guide per lo scorrimento, e presenta due scassi laterali che corrispondono ad altrettanti scassi nel castello dell’arma.
In essi si inseriscono due puntoni abbassati e sollevati dalla leva di caricamento nelle posizioni, rispettivamente, di apertura e di chiusura.
Questi due puntoni realizzano la robusta chiusura stabile dell’arma.
L’armamento del cane avviene con facilità, alla ridotta forza della molla, che serve per facilitare la manovra della leva, supplisce la robusta massa del cane.
L’alimentazione avviene per mezzo di uno sportellino posto sul lato destro, che sconsiglio di smontare perché il rimontaggio può essere abbastanza disagevole.
Canna e mire del fucile take-down di Chiappa Firearms
La canna è ottagonale, senza segni di utensile né esteriormente né interiormente; presenta otto righe elicoidali ad andamento destrorso con un passo di 19 pollici (un giro in 48 centimetri) ben maggiore rispetto ai 30 e poi 24 pollici dei primi modelli in .32-20 o .44-40.
Le mire constano di una tacca piuttosto aperta, regolabile in altezza per mezzo di un cursore a gradini posto sotto la finestra di mira.
In teoria, secondo il manuale, la tacca potrebbe essere regolata anche in deriva, ma sconsiglio vivamente di farlo perché occorre smontare la vite anteriore che la assicura alla canna e agire con piccoli colpi di un martello di gomma; poiché non è possibile prendere misure l’operazione è alquanto aleatoria e frustrante.
La regolazione in deriva, per contro, può essere facilmente effettuata sul mirino, che è del tipo a mezzo dollaro modificato, è inserito a coda di rondine e tenuto in sede da una piccola vite.
Qui è possibile prendere misure e se il calcolo della deviazione da imprimere è stato fatto con accuratezza la regolazione si fa in un lampo.
L’azionamento della leva è dolce, la ripetizione del colpo può essere veloce.
Una volta tarata, l’arma darà certamente soddisfazioni in poligono – non l’ho provata in altre circostanze perché non ho la licenza di caccia – con l’unica seccatura di toglierla ogni volta dal rest per poter manovrare la leva.
Comunque posso assicurarvi che il tiro in piedi senza appoggio e in velocità è divertentissimo.
Il prezzo di listino della carabina Chiappa 1892 take-down è di 1.239 Euro.