Aperta la scatola di spesso cartone, troviamo l'arma già assemblata e pronta all'uso. In una busta di plastica è contenuto il libretto di uso e manutenzione e un lucchetto con arco in cavo metallico. Un vano della confezione contiene un lungo caricatore curvo in lamierino, realizzato su specifiche .223 R/5,56 e ridotto mediante spinatura a soli cinque colpi di capacità. La classificazione quale “arma per uso sportivo” del Bushmaster (confermata dal suffisso S1 che segue la numerazione del Banco nazionale di prova) consente l'utilizzo di magazzini di capacità fino a 29 colpi. Per comodità di uso, se sparate da un banco di tiro o da posizione prona, è preferibile avere a disposizione uno o più caricatori da 10 colpi, che non interferiscono con il piano di appoggio. La carabina non ha organi di mira; come minimo dovrete acquistare una coppia (tacca + mirino) di mire regolabili. Nel vano presente sul lato destro del calcio ho trovato alcune finte munizioni in plastica (.223 Rem.) e una sede per attacco rapido della cinghia, con il suo perno filettato. L'aspetto estetico è quello di una carabina tipo Ar moderna e curata, con funzionamento tradizionale a recupero diretto dei gas (sistema Stoner).
La parte inferiore del Bushmaster (lower receiver) ha lavorazioni curate e finiture uniformi; il vano porta caricatore è svasato sui quattro lati e il ponticello del grilletto è ricurvo, in alluminio di tipo asportabile. Tutte le scritte e i marchi sono stampati sul lato sinistro; sul lato opposto si notano solo i punzoni della prova di Banco. I comandi (leva della sicura manuale, tasti di sgancio del caricatore e del porta otturatore) sono quelli standard di un Ar, che tutti gli appassionati dovrebbero ben conoscere. Il calcio, regolabile in estensione su cinque posizioni, è un Acs della Magpul corredato di calciolo standard in gomma (sostituibile con altri modelli). È un modello di livello superiore a quelli della serie Moe, rigido e di buona robustezza, di tipo ambidestro con doppio profilo appoggia guancia e tre vani porta accessori.
Davanti alla leva per la regolazione in lunghezza c'è una seconda leva, con funzioni di blocco. L'impugnatura a pistola, una Moe della Magpul, è del medesimo materiale, e presenta i lati corti con righe orizzontali di presa. I pannelli laterali mostrano una trama superficiale che riprende il logo del costruttore. Uno sportellino inferiore chiude il quarto vano porta accessori. Nonostante l'uso di leghe di alluminio e polimero plastico, il peso complessivo dell'upper – con il sistema di puntamento Leupold montato – sfiora i tre chilogrammi (2.950 grammi rilevati); il lower, senza caricatore, ferma la bilancia a 1.175 grammi.
Un upper di terza generazione
La componente superiore della nostra carabina Xm-15 mostra la linea di un upper A3 Flat-Top, con un classico copricanna di tipo lungo a quattro slitte e canna da sedici pollici. La manetta di armamento è di tipo standard, mentre la slitta picatinny si presenta con buone lavorazioni, come del resto tutte le parti interne ed esterne del castello. Non si evidenziano segni di lavorazione meccanica e la finitura nera opaca appare spessa e uniforme; sono presenti sia lo sportellino metallico sulla finestra di espulsione dei bossoli, sia il pulsante del forward assist.
Porta otturatore di tipo commerciale Ar-15 e testina otturatore rotante, che attua la chiusura stabile a sette alette, sono di buona qualità, senza evidenziare preziosismi quali trattamenti termici o finiture superficiali sofisticate. A un esame ravvicinato la testina rotante appare con finiture superiori alla media, e si nota la presenza della rampa di alimentazione di tipo M4 sotto alla barrel extension (il primo tratto di canna dove si chiude l'otturatore).
Caratteristiche all'altezza del costo dell'arma, che supera i duemila euro. Visto che abbiamo menzionato la canna: trattasi di tubo rigato lungo 16” con passo corto di un giro in sette pollici (1:7” twist rate, già visto su altre armi del medesimo calibro), realizzata in acciaio 4150. Il profilo è medio/medium contour: dal diametro esterno di un pollice alla camera di cartuccia, si scende tramite un raccordo conico lungo due pollici a 0,750” (¾ di pollice, 19 mm), misura costante fino al vivo di volata. L'anima della canna non viene sottoposta a cromatura, mentre la camera di cartuccia è ricavata con alesatore .300 Blackout. La grossa flangia filettata che fissa la canna al castello, e il manicotto a quattro slitte anteriore (quad-rail), reca un marchio romboidale contenente le lettere “YHM”.
Questo riporta a componenti costruiti dalla Yankee Hill Machine Company di Florence (Usa), una società che realizza componenti di elevata qualità, oltre ad armi complete di tipo Ar: uno sguardo al loro sito internet www.yhm.net servirà più di ogni discorso in merito.
La canna del Bushmaster ha la volata con filettatura da 5/8”-24, sulla quale troviamo applicato uno dei migliori spegnifiamma per questo calibro.
È del tipo aperto a tre petali, realizzato dalla Advanced Armament Corp., la società che ha sviluppato il .300 Blackout insieme a Remington Defense.
Uno sguardo al loro catalogo consente di verificare la qualità dell'accessorio, un modello 51T con flangia standard (esiste anche con flangia profonda per canne di diametro elevato – 0,75”).
Il disegno, il materiale e il trattamento superficiale minimizzano la corrosione, risultando nel contempo efficace anche se montato su canne molto corte. Il profilo esterno mostra l'attacco rapido per un eventuale dispositivo di riduzione del suono, non consentito dalla nostra legislazione. Non ci sono organi di mira, ma le slitte consentono all'utente qualsiasi personalizzazione.
Durante il nostro test la slitta integrale ha accolto sia il sistema Leupold D-Evo + Lco, sia un cannocchiale di riferimento quale il Leica Magnus 1-6,3x24 su attacco a sgancio rapido Contessa.
Abbiamo usato una delle slitte del copricanna (quella posta a ore sei) per applicare una impugnatura angolata Magpul Afg-2, utile nel tiro con l'arma imbracciata, e un adattatore per il bipiede Harris, usato nel tiro in appoggio.
Non tutti gli Ar sono uguali
Una carabina tipo AR-15 ha un sistema di recupero dei gas combusti dove un parametro importante è la lunghezza del tubo, connessa alla distanza della foratura sulla canna. Tipicamente abbiamo quattro lunghezza del gas system: Pistol (porta ricavata a 4” - canne da 10 “ o più corte); Carbine (porta ricavata a 7” - canne da 10 a 18”); Mid (porta ricavata a 9” - canne da 14 a 20”) e Rifle (porta ricavata a 12” - canne da 20” in su). Questo vale ovviamente per il tipico calibro del sistema Ar, .223 Remington o 5,56 Nato.
Il .300 Blackout ha una ampia finestra di funzionamento, e il ciclo di sparo deve essere corretto e affidabile, sia con le munizioni veloci, sia con quelle subsoniche con proiettile da 190 a 220 grani di peso spinto da dosi minime di polvere. È intuitivo che il ciclo di sparo sarà più semplice con la munizione veloce (supersonica), che sfrutta una maggiore colonna di gas dovuta all'impiego di maggiori quantità di polvere.
In concreto possiamo caricamenti pressoché raddoppiati (a parità di tipo e marca di polvere), tra una palla da 110 grani e una da 200/220. Questo spiega perché la lunghezza del gas system riveste particolare importanza in armi semiautomatiche in questo calibro. Ci sarebbero poi tutte le considerazioni tecniche correlate all'impiego dei moderatori di suono, che hanno una influenza sulle pressioni non trascurabile, ma l'argomento riveste interesse teorico per il divieto di uso di tali accessori. Per sfruttare al massimo la pressione generata al momento dello sparo, e avere un recupero dei gas sufficiente al riarmo anche con le munizioni più lente, si usa solitamente un gas system corto, di tipo Carbine o Pistol.
Anche il tipo di buffer (o meglio il suo peso) e l'otturatore hanno una certa influenza sul ciclo di sparo: quanto al primo viene raccomandato un tipo H2 (medio pesante), mentre un otturatore di tipo Ar-15, più leggero di uno progettato per l'impiego in modo di fuoco automatico, sarebbe preferibile e permette il ciclo corretto con minori pressioni. Ricordiamo che il peso medio dei buffer per fucili Ar può variare da un minimo di tre a oltre cinque once (un H2 dovrebbe pesare 4,7 once/133 grammi).
Il Bushmaster monta un buffer di tipo standard da sole tre once di peso (poco più di 80 grammi). In abbinamento a canne molto corte sarebbe preferibile un buffer di peso maggiore; in tal caso è corretto parlare di Ar pistol, non potendo essere considerate armi lunghe. L'argomento è comunque dibattuto: sui forum americani potete trovare decine di discussioni, che conducono a soluzioni non sempre coincidenti, tant'è che la sostituzione del buffer è spesso considerata un sistema per “tarare” la carabina sulla munizione impiegata con maggior frequenza.
Il Bushmaster Xm-15 al poligono
La prova pratica si è svolta con munizioni ad alta velocità (Remington e Hornady) e subsoniche, commerciali e ricaricate. Le Remington 125 grani (cod. RM300AAC6) hanno una V° dichiarata di 2.215 fps/piedi secondo e appartengono alla serie Premier Match; il bossolo mostra un trattamento termico di ricottura del colletto e porta un proiettile da tiro del costruttore Sierra.
Le Hornady serie Custom hanno una velocità alla bocca di 2.350 fps e portano un proiettile V-Max da 110 grani. Sono adatte alla pratica venatoria, come quelle che ho ricaricato usando una palla dello stesso peso di produzione Sierra, bossoli Remington ricalibrati con matrice Lee, inneschi Winchester small rifle e 17,2 grani di polvere Vihtavuori N-110.
Il Bushmaster ha funzionato in modo perfetto fin dai primissimi colpi, con reazioni minime ed espulsioni vigorose dei piccoli bossoli. Ricarica anche per le subsoniche, con profilate ogive da tiro RWS Match S da 190 grani. In questo caso la ridotta dose di partenza (10 grani di N-110) ha permesso una ottima precisione, ma abbiamo incontrato due problemi: alimentazione difficoltosa (colpo che si impunta prima di entrare nella camera), e ciclo di sparo incompleto (il porta otturatore arretra e riarma il cane interno, ma la munizione successiva non viene prelevata dal caricatore).
Per ovviare al primo si può provare a ridurre la lunghezza della munizione; cambiare tipo di caricatore spesso non porta a nulla. Problema risolto: portando la lunghezza del colpo finito sui 55 mm, i colpi sono stati regolarmente camerati. Per il secondo inconveniente si dovrebbero testare diversi pesi di buffer e/o incrementare progressivamente la dose di polvere nel bossolo, fino a trovare l'esatta combinazione. Sempre ridotte e composte le reazioni dell'arma, di sperimentata efficacia lo spegni fiamma; molto comodo, ed esente da rumori fastidiosi e movimenti parassiti, il calcio regolabile. Lo scatto di derivazione militare, migliorabile adottando componenti o kit completi tipo match, è l'unico ostacolo per chiudere al meglio le rosate, visto che la canna di profilo semi pesante da sedici pollici ha offerto una precisione elevata con tutte le soluzioni balistiche testate.
Safe shooting a tutti.