Armalite AR-180 calibro .223

Per quanto si pensi all'AR-15 come a un progetto della fine degli anni '60, inizio anni '70, le sue origini sono alquanto precedenti.

Un Colt AR-15 del 1960, conservato al museo dello NRA in USA. Si tratta di uno dei primi esemplari prodotti
Un Colt AR-15 del 1960, conservato al museo dello NRA in USA. Si tratta di uno dei primi esemplari prodotti

Negli anni '50 Armalite era una  divisione della Fairchild Aeronautics, una compagnia sempre meno interessata al lungo processo di prove e verifiche tecniche per il nuovo fucile di piccolo calibro per l'esercito statunitense.  Arrivata troppo tardi per competere con l'AR-10 contro l'M-14, Fairchild Armalite entrò in lizza per le prove relative al nuovo fucile di piccolo calibro con l'AR-15, una versione in scala ridotta dell'AR-10 progettata anch'essa da Eugene Stoner. 

Questa foto iconica mostra una terrorista dell'IRA che fa fuoco con un AR-18 contro truppe filobritanniche nel 1972, durante le sommosse. Esistono diverse foto di miliziani dell'IRA armati con AR-18, quasi tutte “in posa”, come questa
Questa foto emblematica mostra una terrorista dell'IRA che fa fuoco con un AR-18 contro truppe filobritanniche nel 1972, durante una sommossa. Esistono diverse foto di miliziani dell'IRA armati con AR-18, quasi tutte “in posa”, come questa

Poco dopo aver concepito l'AR-15, a Stoner venne chiesto di progettare un nuovo fucile, più semplice dell'AR-10 e AR-15, ma che fosse comunque alla pari con lo stato dell'arte della tecnologia delle armi militari dell'epoca che potesse essere prodotto su larga scala in nazioni meno sviluppate utilizzando macchinari relativamente semplici come presse e torni manuali e meccanici.

Il risultato fu l'AR-16 (dove AR stava per Armalite e 16 era il primo numero progressivo di progetto disponibile): un fucile semiautomatico calibro 7,62 con funzionamento a gas semplice e robusto.

Il rompifiamma deriva palesemente da quello classico "a forchetta" dell'M16, ma qui ha anche funzione di compensatore di rilevamento.
Il rompifiamma deriva palesemente da quello classico "a forchetta" dell'M16, ma qui ha anche funzione di compensatore di rilevamento
Vista laterale della canna col compensatore: in questo caso non viene usata la classica rondella a schiacciamento, ma un controdado di bloccaggio.
Vista laterale della canna col compensatore: in questo caso non viene usata la classica rondella a schiacciamento, ma un controdado di bloccaggio

 Nel frattempo la situazione dell'AR-15, su cui gran parte delle speranze economiche dell'Armalite erano state riposte, appariva alquanto incerta, così che la dirigenza Fairchild decise di vendere i diritti del progetto a Colt e di abbandonare la divisione Armalite, che divenne un'azienda a se stante con un urgente bisogno di trovare contratti governativi appetibili per potersi sostenere con le sue gambe.

Sfortunatamente il progetto più promettente, quello dell'AR-15, era ora proprietà della concorrenza mentre Eugene Stoner aveva lasciato la compagnia nel 1961. Desiderando entrare nel capitolato per il nuovo fucile di piccolo calibro, ma priva di un progetto adeguato e dovendo trovare qualcosa che non andasse a violare i brevetti acquisiti da Colt, Armalite si trovò per le mani il progetto AR-16 e, proprio come Stoner aveva creato l'AR-15 riducendo le dimensioni dell'AR-10, Arthur Miller, nuovo capo progettista dell'azienda, creò una versione ridotta dell'AR-16 che venne denominata AR-18.

L'innesto per la baionetta sul Gruppo Presa Gas è lo stesso dell'AR-15
L'innesto per la baionetta sul Gruppo Presa Gas è lo stesso dell'AR-15. Allo stesso modo, è presente la maglietta per la cinghia
Il supporto del mirino è più semplice di quello dell'AR-15, sempre secondo il concetto di semplificazione alla base del progetto, ma il mirino in se' è identico.
Il supporto del mirino è più semplice di quello dell'AR-15, sempre secondo il concetto di semplificazione alla base del progetto, ma il mirino in sé è identico

Stoner aveva inizialmente optato per il consueto sistema a presa diretta di gas, ma l'aveva presto abbandonato a favore di un sistema con pistone a corsa corta che era sia più semplice da produrre che da manutenere, dato che non sporcava l'azione dell'arma quanto il sistema AR-15.

L'astina in materiale plastico tradisce di nuovo la stretta parentela con l'AR-15.
L'astina in materiale plastico tradisce di nuovo la stretta parentela con l'AR-15

Il gruppo otturatore-portaotturatore consisteva in un portaotturatore a forma di parallelepipedo e un otturatore simile a quello dell'AR-15, tolti gli anelli di tenuta gas, che era ugualmente connesso al portaotturatore con un perno passante per un'asola cammata nel portaotturatore. 

Quest'ultimo rinculava scorrendo su due perni guida dotati di molle di recupero gemelle che passavano attraverso il portaotturatore stesso.

Il vantaggio principale di questa disposizione rispetto al tubo con molla di recupero dell'AR-15 era che l'AR 18 poteva disporre di un calcio pieghevole vero e proprio.

La tacca di mira è più simile a quella dell'M1 Garand o della Carabina M1, ma puo' essere regolata solo in deriva. Invece della ghiera forata che troviamo sulla mira A1 dell'M16, che richiedeva la punta di una cartuccia per essere azionata, qui abbiamo una più comodo pomello. Nella foto si vede anche parte della slitta portaottiche proprietaria.
La tacca di mira è più simile a quella dell'M1 Garand o della Carabina M1, ma può essere regolata solo in deriva. Invece della ghiera forata che troviamo sulla mira A1 dell'M16, che richiedeva la punta di una cartuccia per essere azionata, qui abbiamo una più comodo pomello. Nella foto si vede anche parte della slitta portaottiche proprietaria


I comandi principali erano sostanzialmente identici a quelli dell'AR-15, con il pulsante di sgancio caricatore azionato con il dito sparante (e già protetto da azionamenti involontari) e un selettore di tiro / sicura azionato con il pollice della mano forte. 

Solo la manetta d'armamento era diversa, essendo costituita da un perno sagomato come una sorta di “S” inserito nel lato destro del portaotturatore invece dell'iconica manetta a T dell'M-16.

Lato sinistro di un AR-18 prodotto a Costa Mesa e quello del fucile prodotto da Sterling. L'impianto di Costa Mesa era poco più di un'officina pensata per la realizzazione di prototipi: paragonato al fucile Sterling, questo appare assai più grezzo: la piegatura della lamiera è meno precisa, le saldature più rozze e i marchi stampati non sono altrettanto netti. Inoltre, il lamierato del supporto di basculamento frontale sembra privo delle saldature a cordolo di rinforzo e sembra saldato solo per puntatura.
Lato sinistro di un AR-18 prodotto a Costa Mesa e quello del fucile prodotto da Sterling. L'impianto di Costa Mesa era poco più di un'officina pensata per la realizzazione di prototipi: paragonato al fucile Sterling, questo appare assai più grezzo: la piegatura della lamiera è meno precisa, le saldature più rozze e i marchi stampati non sono altrettanto netti. Inoltre, il lamierato del supporto di basculamento frontale sembra privo delle saldature a cordolo di rinforzo e sembra saldato solo per puntatura
Lato sinistro di un AR-18 prodotto a Costa Mesa e quello del fucile prodotto da Sterling. L'impianto di Costa Mesa era poco più di un'officina pensata per la realizzazione di prototipi: paragonato al fucile Sterling, questo appare assai più grezzo: la piegatura della lamiera è meno precisa, le saldature più rozze e i marchi stampati non sono altrettanto netti. Inoltre, il lamierato del supporto di basculamento frontale sembra privo delle saldature a cordolo di rinforzo e sembra saldato solo per puntatura.
Lato sinistro di un AR-18 prodotto a Costa Mesa e quello del fucile prodotto da Sterling. L'impianto di Costa Mesa era poco più di un'officina pensata per la realizzazione di prototipi: paragonato al fucile Sterling, questo appare assai più grezzo: la piegatura della lamiera è meno precisa, le saldature più rozze e i marchi stampati non sono altrettanto netti. Inoltre, il lamierato del supporto di basculamento frontale sembra privo delle saldature a cordolo di rinforzo e sembra saldato solo per puntatura

La produzione avveniva presso la sede della Armalite a Costa Mesa, in California, costituita da un'officina e dagli uffici della compagnia.

Purtroppo le speranze della Armalite erano destinate a rimanere deluse: dopo svariati test il fucile venne scartato sia dalle forze armate statunitensi che da quelle britanniche a causa di alcuni malfunzionamenti. 

Lo sportellino parapolvere qui chiude solo una parte della finestra d'espulsione.  La manetta d'armamento con la caratteristica curva a S era probabilmente intesa per facilitare l'uso a operatori mancini.
Lo sportellino parapolvere qui chiude solo una parte della finestra d'espulsione. La manetta d'armamento con la caratteristica curva a S era probabilmente intesa per facilitare l'uso a operatori mancini
Sebbene le indicazioni della sicura siano marcate anche sul lato destro, la levetta della sicurezza accorciata funge più da indicatore che da comando ambidestro vero e proprio. Dato il calcio pieghevole, la cinghia di trasporto è fissata all'impugnatura.
Sebbene le indicazioni della sicura siano marcate anche sul lato destro, la levetta della sicurezza accorciata funge più da indicatore che da comando ambidestro vero e proprio. Dato il calcio pieghevole, la cinghia di trasporto è fissata all'impugnatura

Anche se questi vennero corretti nel corso dei test, purtroppo l'esito finale rimase negativo: l'AR-18 non venne mai adottato da alcuna forza armata e fu alla fine un fiasco commerciale talmente bruciante che nel 1968 lo stesso Miller lasciò Armalite, disilluso circa le reali potenzialità commerciali del fucile.

Le ragioni dietro a questo fallimento sono svariate e molto si è detto, ma si possono riassumere alcuni fatti precisi.

La sede del perno anteriore è in lamiera stampata. Il labbro metallico che protrude inferiormente serve da punto d'arresto per il basculamento dell'upper receiver. Il vano caricatore è scampanato per agevolare l'inserimento.
La sede del perno anteriore è in lamiera stampata. Il labbro metallico che protrude inferiormente serve da punto d'arresto per il basculamento dell'upper receiver. Il vano caricatore è scampanato per agevolare l'inserimento

Prima di tutto, sebbene i tedeschi fossero stati pionieristici con il loro Stg 44, che si dimostrò arma validissima, e sebbene i sovietici avessero ben presto seguito le loro orme con l'AKM, quella della lamiera stampata restava una tecnologia nascente in occidente, e all'epoca la maggior parte delle armi militari aveva comunque una struttura in acciaio forgiato e fresato. 

La semplicità del progetto si confaceva agli scopi di Armalite, ed era decisamente adatta all'arma, ma forse il mercato non era ancora pronto.

La guardia del grilletto è molto più semplice di quella dell'M16, è in lamiera stampata, non apribile, anche se va allargandosi frontalmente per agevolare l'uso con i guanti invernali.
La guardia del grilletto è molto più semplice di quella dell'M16, è in lamiera stampata, non apribile, anche se va allargandosi frontalmente per agevolare l'uso con i guanti invernali

A questo va aggiunto che purtroppo Costa Mesa era una struttura per la produzione preliminare, non un impianto di produzione su larga scala. 

L'AR-18  venne subito criticato per il suo aspetto poco rifinito, essendo in sostanza costruito a mano con la maggior parte delle componenti adattate una per una, e molte parti saldate con saldatrici manuali e rozzamente rifinite, così che i fucili avevano più l'aspetto di prototipi che di armi di serie, e certo questo ebbe un ruolo pesante nell'insuccesso commerciale dell'arma.

Armalite AR-180 - esemplare originale
Un raro esemplare originale dello Armalite AR-180 costruito a Costa Mesa, con tre caricatori anche essi originali

Venne data licenza di produzione a Howa, in Giappone, ma controlli più restrittivi sull'esportazione di armi imposti dal governo giapponese posero presto fine alla cosa, e un contratto analogo con la Sterling Armament britannica non cambiò l'andamento del progetto.

In aggiunta a questo, dal punto di vista militare lo US Army certamente aveva poco interesse nel procurare un secondo fucile di piccolo calibro, visto anche che l'AR-15 stava ottenendo un buon successo commerciale e l'M-16 era in procinto di essere adottato, laddove l'AR-18 richiedeva ancora lavoro di sviluppo.

Su questo perno va a bloccarsi il calcio dell'arma in posizione ripiegata. Notare la saldatura piuttosto grezza al vano caricatore.
Su questo perno va a bloccarsi il calcio dell'arma in posizione ripiegata. Notare la saldatura piuttosto grezza al vano caricatore.
Questo è il foro in cui si inserisce il perno saldato al vano caricatore per bloccarlo in posizione ripiegata. Trattandosi di un blocco attuato dalla molla visibile nel foro, per riportare il calcio in posizione estesa è sufficiente tirarlo con decisione.
Questo è il foro in cui si inserisce il perno saldato al vano caricatore per bloccarlo in posizione ripiegata. Trattandosi di un blocco attuato dalla molla visibile nel foro, per riportare il calcio in posizione estesa è sufficiente tirarlo con decisione.
Il calcio non può essere regolato in lunghezza per adattarlo a differenti abbigliamenti, in compenso può essere ripiegato lateralmente, dato che il fucile non necessita di un tubo per la molla di recupero.
Il calcio non può essere regolato in lunghezza per adattarlo a differenti abbigliamenti, in compenso può essere ripiegato lateralmente, dato che il fucile non necessita di un tubo per la molla di recupero
L'arma rimane utilizzabile anche col calcio piegato, sebbene l'operazione di cambio caricatore appaia disagevole
L'arma rimane utilizzabile anche col calcio piegato, sebbene l'operazione di cambio caricatore appaia disagevole

I test britannici furono ancor più insoddisfacenti, e gli inglesi rifiutarono l'adozione del fucile, anche se va detto che il progetto e la meccanica interna del fucile che venne poi adottato, l'SA-80, è sostanzialmente quella dell'AR-18 e che una versione bullpup dell'AR-18 venne prodotta da Enfield, che era in competizione con Sterling Armaments per lo sviluppo dell'arma che sarebbe divenuta l'SA-80.

Dettaglio della base dell'ottica, che era dotata di una staffa integrale con un corrispondente incavo a forma di cuneo. Un pistone caricato a molla e battente contro la base della tacca di mira teneva il tutto solidamente fissato. 
Dettaglio della base dell'ottica, che era dotata di una staffa integrale con un corrispondente incavo a forma di cuneo. Un pistone caricato a molla e battente contro la base della tacca di mira teneva il tutto solidamente fissato

Venne anche prodotta su piccola scala una versione civile, con solo fuoco semiautomatico, chiamata AR-180 (che è poi quella fotografata) e che è oggi piuttosto rara, particolarmente per quanto riguarda gli esemplari prodotti a Costa Mesa.

Dunque, se l'AR-18 fu un tale fallimento, cosa lo rende tanto degno di nota?

Per capirlo, dobbiamo prima dare un'occhiata più dettagliata al suo interno, e vedere come funziona.

Il pulsante di sgancio del caricatore è ergonomicamente identico a quello dell’AR-15, ma funziona in modo completamente diverso, agendo di fatto sullo stesso lato anziché’ su quello opposto
Il pulsante di sgancio del caricatore è ergonomicamente identico a quello dell’AR-15, ma funziona in modo completamente diverso, agendo di fatto sullo stesso lato anziché’ su quello opposto
Il fucile non accetta i caricatori standard dell'AR-15, perché l’asola di aggancio è diversa come forma e posta sul lato opposto a quello di un caricatore AR. E’ possibile modificare i caricatori dello M16 per renderli compatibili con lo AR180
Il fucile non accetta i caricatori standard dell'AR-15, perché l’asola di aggancio è diversa come forma e posta sul lato opposto a quello di un caricatore AR. È possibile modificare i caricatori dello M16 per renderli compatibili con lo AR180
Il libretto d'istruzioni mostra l'arma con la sua ottica. L'uso di un'ottica come sistema di puntamento primario su un'arma militare era un concetto relativamente nuovo quando l'AR-18 vide la luce. Nella foto, anche un raro caricatore originale per lo AR-18
Il libretto d'istruzioni mostra l'arma con la sua ottica. L'uso di un'ottica come sistema di puntamento primario su un'arma militare era un concetto relativamente nuovo quando l'AR-18 vide la luce. Nella foto, anche un raro caricatore originale per lo AR-18

Quando si preme il grilletto, il cane colpisce il percussore, che accende tramite l'innesco la carica di polvere, propellendo il proiettile lungo la canna. 

Quando il proiettile passa il foro di presa di gas, parte dei gas di sparo vengono spillati in una camera d'espansione posta nel supporto del mirino.

Qui, invece di fluire in un tubo fino al portaotturatore per agire sull'appendice dell'otturatore con i suoi anelli di tenuta, come nell'AR-15, agiscono invece sulla faccia di un pistone, che si sposta per pochi millimetri e va ad agire contro la faccia del portaotturatore.

Il lower receiver con il gruppo di scatto. Questo è piuttosto simile a quello dell'AR-15, ma qui persino il cane è in lamiera stampata (anche se di spessore più rilevante di quella usata per le parti del castello).
Il lower receiver con il gruppo di scatto. Questo è piuttosto simile a quello dell'AR-15, ma qui persino il cane è in lamiera stampata (anche se di spessore più rilevante di quella usata per le parti del castello)

Una volta serviti allo scopo, i gas sono espulsi all'esterno del fucile, consentendo di avere una meccanica più pulita. Questa soluzione era coerente con l'obiettivo di un'arma più semplice, più facile da produrre, utilizzare e manutenere che stava alla base del progetto AR-16.

Il portaotturatore arretra e, tramite una fresatura a camma e il perno di accoppiamento con l'otturatore, produce la rotazione di quest'ultimo che si svincola dai tenoni di culatta.  Il gruppo otturatore-portaotturatore è ora libero di arretrare per tutta la sua corsa, estraendo il bossolo spento ed espellendolo, prelevando una nuova cartuccia dal caricatore e camerandola.

L'arma in smontaggio da campagna. La coppia di molle di recupero gemelle rende inutile il tubo per la molla di recupero, un difetto sostanziale dell'AR-15.
L'arma in smontaggio da campagna. La coppia di molle di recupero gemelle rende inutile il tubo per la molla di recupero, un difetto sostanziale dell'AR-15

Dopo che l'otturatore si è chiuso sulla camera di cartuccia, il portaotturatore prosegue nella sua corsa per alcuni millimetri, producendo tramite la medesima fresatura a camma la rotazione dell'otturatore in senso inverso, bloccandolo: l'arma è pronta a sparare nuovamente.

L'otturatore è praticamente identico a  quello dell'AR-15. Il portaotturatore, con i fori gemelli per le aste di guida delle molle di recupero, è analogo a quelli che si possono trovare su svariate armi con pistone a corsa corta, come lo Steyr AUG o l'SA-80.
L'otturatore è praticamente identico a quello dell'AR-15. Il portaotturatore, con i fori gemelli per le aste di guida delle molle di recupero, è analogo a quelli che si possono trovare su svariate armi con pistone a corsa corta, come lo Steyr AUG o l'SA-80
Il tubo presa di gas con gli anelli di tenuta, mutuati concettualmente da quelli presenti sull'otturatore dell'AR-15.
Il tubo presa di gas con gli anelli di tenuta, mutuati concettualmente da quelli presenti sull'otturatore dell'AR-15

Questa organizzazione meccanica, e in particolare il pistone a corsa corta posto subito sopra la presa di gas, è molto simile a ciò che troviamo su diversi fucili moderni, tra cui il già citato SA-80 britannico, il SAR-80 e SR-88 di Singapore (che sembrano quasi dei cloni), l'H&K G-36 tedesco (e la sua versione civile SL-8), il Bushmaster ACR americano e, naturalmente, tutte le versioni a pistone degli AR-15 in versione fucile o carabina.

Il gruppo portaotturatore-otturatore con le molle di recupero e la manetta d'armamento, che deve essere rimossa per lo smontaggio.
Il gruppo portaotturatore-otturatore con le molle di recupero e la manetta d'armamento, che deve essere rimossa per lo smontaggio

Anche se problemi di costruzione e impianti di produzione inadeguati decretarono il fallimento dell'AR-18, il progetto in sè era non solo valido, ma alquanto avanti rispetto ai suoi tempi e molto efficace: così tanto che di fatto non solo e' stato copiato in molti altri fucili di successo, ma rimane una pietra miliare nella storia della progettazione delle armi leggere.

Lato destro della carabina semiautomatica Armalite Ar-180, costruito da Sterling in Inghilterra
Lato destro della carabina semiautomatica Armalite AR-180, costruito su licenza da Sterling in Inghilterra
Lato sinistro della carabina semiautomatica Armalite Ar-180, costruito da Sterling in Inghilterra
Lato sinistro della carabina semiautomatica Armalite AR-180, costruito su licenza da Sterling in Inghilterra

Si ringrazia l’armeria 3Gun di Milano http://www.armeria3gun.com/