Il pericolo di restrizioni al diritto legale di detenere armi nell'Unione Europea ha tenuto banco anche alla riunione plenaria del Forum Mondiale per le Attività di Tiro (WFSA – World Forum on Shooting Activities), che ha avuto luogo a Norimberga il 3 marzo, il giorno precedente all'apertura dell'IWA.
Appare tuttavia all'orizzonte una nuova speranza: la speranza dell'unità. Il WFSA – organizzazione non-governativa riconosciuta all'ONU e in molti altri ambiti, che si occupa di portare la voce dei legittimi possessori d'armi e dell'industria in ambito internazionale – pare infatti, in tutte le sue anime, pesantemente indirizzato a promuovere l'unità di cacciatori, tiratori sportivi, possessori d'armi di ogni tipo, e dell'industria, al fine di creare e rafforzare un fronte compatto che possa opporre una forte opposizione a tutte le tendenze disarmiste, a livello nazionale e internazionale, ovunque nel mondo, soprattutto con la diffusione di informazioni corrette che contrastino quelle – troppo spesso errate, se non volutamente manipolate – dal fronte antiarmi.
Forti inviti all'unità del nostro mondo sono arrivati infatti dai discorsi di Gilbert De Turckheim – ex-presidente della FACE, federazione europea della caccia – che dettagliando la storia e le attività presenti e passate della FACE stessa, pur focalizzandosi sulla protezione e sul supporto delle attività venatorie e del mondo della caccia, ha dichiarato chiaramente che la federazione è impegnata a contrastare tutti gli attacchi gratuiti e ingiusti di cui tutti i possessori d'armi legittimi (cacciatori, tiratori sportivi, collezionisti e quant'altro) sono troppo spesso fatti oggetto.
Lo stesso può dirsi del discorso di Olegario Vàsquez Raña, presidente della Federazione Internazionale del Tiro Sportivo (ISSF), che ha ricevuto quest'anno il premio Vito Genco per il suo impegno in favore dello sviluppo del tiro olimpico. Ben lontano dal clima di élitismo che troppo spesso ammanta il mondo delle specialità accademiche, Olegario Vàsquez Raña ha chiamato il nostro mondo all'unità al fine di assicurare un futuro positivo non solo alle attività di tiro sportivo olimpico, ma a tutti gli aspetti del possesso e dell'uso legittimo di armi da parte dei comuni cittadini.
Ancora più chiaro, nell'ambito di un discorso improntato sulle attività di contrasto alle tendenze restrittive e sulla storia delle medesime – ovvero su come si è arrivati oggi ad essere in prima linea contro le restrizioni che l'Unione Europea vorrebbe imporre ai possessori d'armi legali – è stato Stephen Petroni, presidente della FESAC (Federazione Europea dei Collezionisti d'Armi). L'interessante excursus di Petroni ci ha riportati alle radici delle tendenze restrittive in ambito europeo, che risalgono alle dichiarazioni del 2012 se non a prima ancora, e nella sua presentazione ha apertamente puntato il dito contro Cecilia Malmström, ex commissario europeo agli affari interni, nonché contro Fabio Marini, attuale capo della Task Force sulle Armi da Fuoco del commissariato UE – che dalla Malmström stessa fu proprio nominato – e ha descritto nel dettaglio le origini e le tappe di un piano, quello che attualmente la Commissione Europea porta avanti, che era già pronto da tempo al fine di mettere al bando una vasta gamma di armi da fuoco molto popolari tra i privati cittadini. Un piano i cui sostenitori non hanno avuto finora alcun problema nel proporre dati falsati ed esagerati a sostegno delle loro proposte potenzialmente disastrose, ignorando la volontà e l'opinione dei popoli europei e dichiarando “falsificati” i risultati delle consultazioni pubbliche che hanno finora dimostrato l'opposizione dei cittadini. Si tratta di una minaccia arginabile, ma solo se sussisterà il supporto di tutti.
Il fronte non è però solo quello europeo, e a relazionare il plenum del WFSA sulle minacce che il trattato sulle armi da fuoco (ATT) dell'ONU rappresenta per il nostro mondo – e su come queste minacce si sono concretizzate – è stato William Kullman, dell'ATF statunitense. Un mix di ideali di scarsa validità e di reazioni politiche affrettate in risposta ad eventi tragici hanno sinora portato all'approvazione di leggi punitive nei confronti dell'industria, del mercato e del possesso di armi legali. Tre le strade che Kullman individua per i nostri rappresentanti al fine di arginare tali minacce: avere una presenza reale e pesante dietro le quinte e nelle “segrete stanze” ove vengono prese le decisioni; avere pazienza e pensare al lungo termine, in quanto le battaglie in nostro favore si combattono come partite a scacchi, che hanno una durata di mesi se non di anni; e informare il legislatore, mettendo l'esperienza e i fatti di cui il nostro mondo è depositario a disposizione di coloro che discutono le leggi che regolamentano il mercato e il possesso delle armi, al fine di impedire che essi legiferino sulla spinta emotiva di una tragedia, senza pensare alle conseguenze a lungo termine, o che si facciano infinocchiare dalle fole dell'apparato disarmista.
Rick Patterson, Andrea Luminati e Daniel Morgan hanno poi affrontato un aspetto fondamentale per la nostra battaglia: quella della comunicazione. Se per vincere è necessaria la nostra unità, e se per contrastare le bugie degli anti-armi è necessario rendere nota la verità, per le associazioni dei possessori e degli utilizzatori delle armi, per l'industria e per tutti gli altri Stakeholders diventa più che mai fondamentale padroneggiare le moderne tecnologie e i moderni strumenti di comunicazione di massa e di sollecitazione della Public Awareness: ecco che entrano in campo i Social Media e i moderni Network d'interazione sociale – strumenti di cui l'industria armiera statunitense e associazioni d'oltremare come NRA ed NSSF hanno da tempo compreso la potenza e l'importanza, ma che sono ancora quasi completi estranei per le loro controparti italiane ed europee. La comunicazione è più che mai importante per il nostro mondo, come ha sottolineato nel suo invito all'azione in chiusura del Plenum la direttrice delle operazioni della Second Amendment Foundation americana, Julianne Versnel.
Infine, per celebrare il 20mo anniversario della fondazione del WFSA, un riconoscimento, il 20th Anniversary Award, è andato agli ex-presidenti della federazione Ted Rowe e Carlo Peroni – la cui assenza è stata coperta dal discorso di Mauro Silvis, direttore generale ANPAM; il riconoscimento è legato al loro fondamentale contributo nel far diventare il World Forum on Shooting Activities ciò che è ora: la nostra voce a livello globale. Il WFSA celebra il passato, ma ora più che mai guarda al futuro.
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