Savage Arms si trova in quella che è stata a lungo conosciuta come la “Gun Valley” del New England, dove nel 1777 George Washington collocò l’Arsenale militare di Springfield, per custodire prima, e poi anche produrre, le armi, moschetti e cannoni, tutte le munizioni e le artiglierie per la Rivoluzione Americana.
La valle del fiume Connecticut divenne poi lo storico luogo di nascita della maggior parte dei primi produttori di armi americani, come Colt, Remington e Smith & Wesson. Savage Arms fu invece fondata da Arthur Savage a Utica, NY, nel 1894, ma l'azienda acquistò Stevens Arms nel Massachusetts all'inizio degli anni Venti dello scorso secolo, guadagnandosi un punto d'appoggio nell'area vicina all’Arsenale di Springfield. Oltre a costruire e vendere le proprie armi da fuoco sportive, Savage è stata fondamentale per gli sforzi bellici americani sia nella Prima che nella Seconda Guerra Mondiale – ad esempio, costruendo le PM Thompson, le MG Browning M2 e le Lewis. Negli anni '60 si è trasferita a Westfield, a pochi chilometri a ovest di Springfield, dove si trova tuttora.
Oggi Savage Arms è un produttore di primo piano - dagli anni '60 ad oggi gli anni sono passati con i loro alti e bassi, e nel 2019, l'azienda è ritornata ad essere di proprietà privata dopo alcuni anni nel portafoglio della Vista Outdoor (ex ATK), durante i quali ha avuto la possibilità di ristrutturarsi, crescendo fino a diventare uno dei leader nel mercato delle armi da fuoco sportive e da caccia degli Stati Uniti e del mondo.
Savage ha una storia di innovazioni notevole, dal primo fucile a leva “hammerless” del 1895, passando per la pistola modello 1907 in .45 ACP che arrivò seconda dietro alla 1911 di Colt… e poi, le innovazioni moderne, che hanno contraddistinto le armi del marchio americano, come il Barrel Locknut per fisssare la canna all’azione, il pacchetto di scatto Accutrigger, le calciature con sistema Accufit e Accustock, e altro. Solo due anni fa la Savage ha poi introdotto molti prodotti interessanti, tra cui il primo fucile ad otturatore straight-pull commerciale progettato e costruito interamente in America (tra le armi militari già esisteva il Lee-Navy M1895), con un sistema di chiusura molto simile a quello ad espansione di sfere Heym dello SR30, che Savage chiama Hexlock: l'Impulse. Il motivo per cui questo prodotto specifico è centrale nel presente articolo sarà chiaro tra un momento.
Savage: costruire il proprio fucile da caccia
All4shooters è stata selezionata da Jens Tigges di Outdoor Marketing International, un'azienda tedesca che rappresenta Savage e molti altri marchi americani in Europa, per effettuare un factory tour della fabbrica di Savage Arms, nel quadro di un viaggio indimenticabile negli Stati Uniti durato quasi due settimane che ha toccato diverse aziende e ha avuto come momento clou la caccia all’Antilocapra in Colorado. Parte fondamentale di questa esperienza è stato assemblare personalmente un fucile da caccia rigato, sugli stessi banchi di montaggio dove vengono costruiti i fucili bolt action Savage che troviamo in armeria. Il fucile che ho costruito in Savage è una versione Custom proprio dello Impulse Mountain Hunter, nel potente e nuovissimo calibro 7 mm PRC, personalizzato con il mio nome inciso sull’azione. Ma andiamo avanti..
La mia prima impressione con la fabbrica di Savage Arms è stato con l’aspetto esterno dell'edificio: piuttosto scarno e spartano, uguale a tanti altri edifici industriali e governativi americani, tutti costruiti nel primo dopoguerra in cortina di mattoni rossi. All'interno, un ingresso simile a un museo mette in mostra tutte le armi da fuoco e prodotti di Savage e le marche correlate (come Stevens e Fox), tranne una: proprio un esemplare di quella pistola semiautomatica in calibro .45 ACP che, abbiamo accennato in apertura, è arrivata seconda nella gara del 1906 per l’adozione dell’ordinanza da fianco dell’Esercito, e che diede vita alla ben più modesta pistola Savage 1907 in .32 e .380 ACP. Furono costruite in tutto solo 181 pistole del modello in .45ACP e pochissime di queste sono sopravvissute.
Dopo un breve incontro con il management dell’azienda, cominciamo immediatamente il factory tour; l'atmosfera è molto rilassata e mi meraviglio di come i dipendenti, macchinisti, assemblatori e operai specializzati sembrino a loro agio. Mi rendo conto che ci devono essere più generazioni di lavoratori contemporaneamente alle loro postazioni, non mi sorprenderebbe se ci fossero padri e figli (o figlie, se è per questo!) che lavorano uno accanto all'altro. La nostra guida, Wayne Kratochvil, Senior Materials Supervisor, lavora in azienda da ben 39 anni!
La visita segue uno schema logico; dopo una breve visita al reparto di ricerca e sviluppo, nel quale ovviamente non si possono fare foto, cominciamo dal reparto di ricevimento e stoccaggio materie prime, con cataste di barre e profilati metallici, utilizzati per realizzare le canne e le azioni. Le barre vengono poi tagliate a misura e inviate alle macchine utensili per la lavorazione e tutti i processi necessari per ottenere un pezzo finito pronto per essere assemblato. La barra viene rettificata, forata e poi rigata internamente per bottonatura; i semilavorati delle canne sono poi profilate, alesate e camerate e le estremità filettate con vari trattamenti termici e finiture superficiali aggiunti lungo il percorso. Lo stesso accade con le azioni; per motivi di tempo, abbiamo esplorato solo la linea di produzione delle carabine bolt action, ma abbiamo avuto modo di vedere occasionalmente i fusti o i carrelli di armi corte in lavorazione. I modelli basati sull'azione 110 hanno tutti le azioni in acciaio, e abbiamo seguito anche qui il percorso della barra rettificata tagliata a misura. Dopo la foratura, l'alesatura per le alette di chiusura, la lavorazione su centri di lavoro CNC a più assi e la filettatura, la tempra a induzione a zone e quindi il trattamento superficiale, è caricata su dei pallet per il passaggio all’accoppiamento con la canna corrispondente al modello finale.
L’azione del modello a ripetizione manuale straight-pull Impulse è invece realizzato per asportazione di truciolo da billetta in lega 7075-T6; la canna di quest'arma presenta un “barrel extension” in cui l'otturatore impegna i tenoni di chiusura, simile per concetto alla canna di un AR, quindi l’azione non sopporta alcuna pressione.
È sorprendente vedere quanta esperienza ed abilità manuale sia necessaria per costruire una canna. Non solo la rigatura a bottone con oliva calibratrice è eseguita manualmente, con un'operazione solo apparentemente semplice e veloce, ma tutti i tubi rigati e già profilati sono raddrizzati a mano appena prima dell'alesatura della camera di cartuccia, utilizzando una specie di pressa/morsa completamente manuale, da un operatore superbamente abile ed esperto. Tutti i lotti di pezzi sono costantemente controllati a campione sia nelle isole attrezzate che nel reparto di controllo qualità.
È evidente che i circa 600 dipendenti che compongono la forza lavoro dell'azienda e le loro competenze sono molto apprezzati in Savage, tanto che Kratochvil si riferisce agli operai come "Team Savage" durante la nostra visita.
Nello stesso momento, nelle aree della struttura adibite alla costruzione dei vari moduli, operai specializzati assemblano i singoli pezzi in sottoassiemi, come il blocco otturatore e i pacchetti di scatto, collaudando ogni funzione perché risponda strettamente alle specifiche.
Naturalmente, ogni singola parte confluisce nel reparto di assemblaggio finale, dove le armi da fuoco vengono completate montando i vari sottoassiemi. È interessante notare che le linee di assemblaggio finale sono organizzate in modo flessibile, in grado cioè di poter costruire simultaneamente molti piccoli lotti su ordinazione di armi molto diverse fra loro – il concetto di “built to order”- , piuttosto che una produzione rigidamente strutturata su grandi lotti singoli di modelli costruiti in migliaia di copie. Questo permette a Savage di costruire e consegnare al cliente esattamente ciò che serve in pochi giorni, evitando anche di avere quantità eccessive di prodotti fermi in magazzino.
È in questo reparto che sono stato invitato ad assemblare un fucile, con tutti i sottoassiemi già preparati su un carrello e... con mia grande sorpresa, il mio nome inciso sulla carcassa! I fucili completati vengono tutti provati a fuoco nel tunnel di tiro interno. Ma basta con le parole e se, come si dice, un'immagine vale più di mille parole e un video ne vale il doppio, è ora di cliccare sul video. Buona visione!
Per concludere, la mia visita alla Savage è stata un'esperienza straordinaria, e la costruzione del fucile Impulse lo è stata doppiamente! Ho potuto provare l’arma sia in poligono all’aperto su distanze fino alle mille iarde
La Savage Arms è riuscita a darmi un’impressione notevole con questa operazione, ogni volta che impiego lo Impulse Mountain Hunter, ricordo le persone di questa azienda statunitense che lo hanno prodotto e sono onorato di aver partecipato, almeno in minima parte, al processo di completamento di questa bella arma. Continuate a seguirci per una prova completa del fucile a ripetizione manuale Straight Pull Savage Impulse Mountain Hunter, nel potente calibro 7mm PRC, presto su all4hunters!
Le armi Savage sono distribuite in Italia da Bignami S.p.A.
Per maggiori informazioni: www.savagearms.com.