La nostra visita al ex stabilimento SIPE (Società Italiana Prodotti Esplodenti) di Spilamberto (Mo) inizia la mattina di un giorno di fine maggio quando al vecchio cancello di ingresso ci viene ad accogliere Massimo, presidente del Gruppo Sportivo Sipe 5 Delta che si occupa attualmente della gestione del complesso industriale dismesso.
Inutile dire che siamo emozionati per il fatto di poter entrare in un’area industriale che ha fatto la storia della produzione armiera italiana. La nostra emozione, poi, cresce quando Marco ci presenta Giorgio un signore affabile, ex dipendente della SIPE, che per tutto il tempo della nostra visita ci farà da cicerone, avendo lui vissuto in questi ambienti per più di trent’anni anni.
SIPE: un marchio storico nel settore degli esplosivi
La nostra visita inizia dalle scale principali di accesso allo stabilimento. Ormai in avanzato stato di abbandono, testimoniano comunque dell’importanza della SIPE nel tessuto sociale locale in quanto circa 3000 persone entravano giornalmente per svolgere il proprio turno di lavoro. Questa realtà ci è confermata dalla grandezza dei vicini locali adibiti a spogliatoio e refettorio, oltre che dalla imponente cucina. Capiamo subito, anche grazie ai racconti di Giorgio e Marco, che la SIPE, fondata nei primi del Novecento sull’area di un precedente polverificio, fu durante la Seconda Guerra Mondiale che divenne importante oltre che per la produzione bellica anche per fornire con le sue cucine vitto a molta della popolazione locale che qui lavorava. Per quanto riguarda la produzione di prodotti esplodenti, è doveroso ricordarlo, la SIPE ha dato i natali ad una delle più famose granate a mano della Prima Guerra Mondiale: giustappunto la Bomba SIPE, una bomba a mano difensiva a frammentazione. Il corpo della bomba aveva una forma ovulare ed era realizzato in ghisa per fusione in conchiglia.
Ne furono prodotte diversi milioni. Alcuni dei componenti della Bomba SIPE venivano assemblati nei vasti locali dello spolettificio, che possiamo visitare dato che sono ancora in piedi oggi. Lasciato lo spolettificio visitiamo due dei luoghi più antichi della SIPE. La cosiddetta “Chiesetta”, un essiccatoio per polvere da sparo di epoca napoleonica (1805 circa) e il “Vecchio mulino” (databile al 1700) che sfruttando un vicino corso d’acqua forniva l’energia ai macchinari della fabbrica. A questo punto della visita ci viene la curiosità e chiediamo a Massimo e Giorgio qual è stata la storia della SIPE nel tempo. Ci raccontano che la attuale SIPE, costola della società fondata a Milano nel 1891, è sorta appunto nei primi del Novecento su un’area di un preesistente polverificio del 1700. In Epoca Napoleonica qui si essiccavano le polveri da sparo che rifornivano le truppe imperiali francesi. Con l'inizio della Prima Guerra Mondiale, la SIPE comincia a produrre polvere da sparo per i proiettili e le mine del Regio Esercito e per i calibri della Marina Militare Italiana.
Dal Primo conflitto mondiale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’impianto si ingrandisce con nuove strutture per il trattamento della pentrite, della dinamite, della nitrocellulosa, e con uno spolettificio e un reparto per il caricamento delle mine oltre a una linea produttiva di dinamite e razzi antigrandine. Negli anni Settanta cessa la produzione di dinamite e viene potenziata quella di nitrocellulosa, interrompendo così di fatto la produzione di carattere militare. Nel 1992 lo stabilimento è ceduto alla Société Nationale des Poudres et Explosifs di Bergerac, che disloca la produzione in Repubblica Ceca, dismettendola definitivamente nel 1995. Oggi l’intera area della Ex SIPE è in stato di abbandono e solo grazie ai volontari del Gruppo Sportivo Sipe 5 Delta, in parte è ancora agibile e in grado di ospitare diverse attività culturali e ludico ricreative come il softair e moltissimi set fotografici e cinematografici ma anche di utilità pubblica come addestramenti cinofili e di Protezione Civile. Se siete in zona vi invitiamo ad andare a visitare l’ex complesso industriale della SIPE perché è un’esperienza veramente suggestiva. Se poi volete vivere l’adrenalina di una giocata di softair in ambiente “CQB” carico di storia non avete che contattare i ragazzi della 5 Delta.