Italia e Germania sono i principali produttori mondiali di armi sportive e cartucce per il tiro ai piattelli in volo e ai bersagli statici. Il panorama è differente per le due discipline del tiro, ma il risultato non cambia. Dunque, l’assegnazione delle medaglie olimpiche servirà anche a stabilire o, più facilmente, confermare primati industriali.
Ma teniamo distinte le discipline e cominciamo con il Tiro a volo. Dopo Sydney, Atene, Pechino, Londra e Rio, anche a Tokyo 2021 si è confermato il successo dell’industria italiana nelle discipline del Tiro a volo. Ben 16 medaglie su 18 totali sono state vinte da atleti che hanno utilizzato fucili italiani, mentre 11 su 18 sono quelle vinte con munizioni italiane.
Beretta, Perazzi e… Krieghoff
Le bresciane Beretta e Perazzi, rispettivamente con 9 e 7 medaglie, continuano ad affermare il primato del “made in Italy” armiero, apprezzato dagli atleti di ogni parte del mondo (basti pensare che il 90% dei tiratori a Tokyo ha usato fucili italiani). Nel campo delle munizioni la lecchese Fiocchi, la forlivese RC Cartridges e la veronese Clever sono andate sempre a medaglia, conquistando il 60% di quelle in palio, con Clever che ha monopolizzato tutto il podio del Trap maschile.
Ad Atene, Pechino e Londra i due produttori italiani di fucili hanno conquistato tutti i podi, Percentuali altissime anche per i produttori di munizioni. Sarà così anche a Parigi? Molto probabile, a giudicare dalle premesse.
«Le Olimpiadi sono un punto di riferimento importante per la nostra azienda», spiega Mauro Perazzi. «Già dal primo oro vinto nel 1964 da Ennio Mattarelli con un fucile che aveva commissionato a mio padre. Questo avvenimento è stato un trampolino di lancio per quel piccolo artigiano che allora era praticamente sconosciuto. Da quel giorno si è aperto un ciclo. Sono infatti arrivate altre 54 medaglie, che hanno arricchito il nostro palmarès».
Il sovrapposto Perazzi High Tech 2024, dedicato all’Olimpiade parigina, è caratterizzato da un unico cerchio che connette l'essenza dei cinque continenti rappresentati da cinque segmenti di colore, quale armoniosa sinfonia della diversità e della eccellenza olimpica. È, naturalmente, un fucile tipicamente Perazzi nelle caratteristiche delle canne e nella distribuzione dei pesi, quasi completamente personalizzabile, con dettagli curatissimi. Ben pochi tiratori l’avranno a Parigi, perché il fucile che ha condotto alla qualificazione olimpica non si cambia, ma sarà il protagonista del quadriennio.
Il nuovissimo SL2 è l'apice dell'esperienza Beretta:
Vi si fondono linee futuristiche e soluzioni tecniche innovative per creare un fucile su misura, destinato a vincere. Le canne Steelium Pro X, progettate per strozzatori lunghi e perfette anche per pallini in acciaio, garantiscono prestazioni mai viste in termini di riduzione del rinculo, omogeneità e concentrazione della rosata nonché efficacia terminale. Le linee d’avanguardia della bascula sono state ridotte all'essenziale e arricchite da una rivoluzionaria finitura antiriflesso. L'assenza di conchiglie e la chiave di apertura ribassata permettono una visione del bersaglio più ampia. Il gruppo scatto è removibile e rapidamente sostituibile anche con una versione in carbonio. Lo splendido legno di noce di classe 4, ovviamente magistralmente realizzato su misura, può essere sostituito con uno della classe superiore. «Era il 1956 quando, a Melbourne, Galliano Rossini, brandendo uno dei nostri fucili, vinse la medaglia d'oro nella disciplina olimpica del Trap», ricorda Franco Gussalli Beretta. «Da allora, abbiamo vissuto molte soddisfazioni grazie a una rosa di atleti di livello mondiale che nessun'altra azienda al mondo può vantare». L’azzurra Jessica Rossi sta usando da qualche anno una versione sperimentale del fucile, mentre Mauro De Filippis porterà proprio la nuova versione a Parigi. La maggior parte degli altri tiratori della squadra Beretta, a Parigi, useranno il DT11, il sovrapposto più titolato di sempre dell’azienda bresciana, commercializzato dal 2011.
La consueta rivalità italo-tedesca non manca anche in questo settore che appare già ampiamente “colonizzato”. Krieghoff, produttore di carabine e fucili da caccia dal 1886 a Ulm (GER), si è evoluto anche nel settore dei fucili da competizione e, già ai Giochi di Rio 2016, ha guadagnato le prime medaglie olimpiche dopo lo storico oro di Donald Haldeman (USA) nel 1976 a Montréal. Marcus Svensson (SWE) ha vinto la medaglia d'argento nello Skeet maschile, Corey Cogdell-Unrein (USA) ha vinto la medaglia di bronzo nel Trap femminile. A Tokyo 2021, poi, Kayle Browning ha vinto la medaglia d'argento nel Trap femminile, impugnando un Krieghoff K-80. È fucile personalizzabile, con strozzatori in titanio e regolazione completa del punto di impatto delle canne che è un segno distintivo dei fucili Krieghoff.
Walther, Feinwerkbau e… Pardini
Nel Tiro a segno le parti si invertono ed è l’industria tedesca a dominare. Con un’eccezione in spiccata crescita: la toscana Pardini. A Tokyo 2021 le armi Pardini hanno dominato le specialità di pistola sportiva e pistola automatica, ottenendo un’ulteriore importante affermazione anche nelle specialità di carabina ad aria compressa. Il ragguardevole medagliere è costituito da due medaglie d'oro, tre d'argento e due di bronzo cui va aggiunto un terzo oro grazie alla sola calciatura della carabina.
Nella disciplina femminile di pistola, delle 44 tiratrici qualificate, ben 41 (93% del totale) si sono presentate in pedana munite della pistola Pardini SP. La SP-RF ha poi letteralmente monopolizzato la gara di pistola automatica, confermando così il suo predominio nella specialità̀. Sei medaglie su sette hanno premiato il progetto SP che già a Rio de Janeiro aveva fatto l'en-plein. Le pistole SP e SP-RF, lanciate nel 1991 e da allora costantemente aggiornate, sono utilizzate da atleti di tutto il mondo. Dal 2000 hanno conquistato alle Olimpiadi otto ori oltre ad altrettante medaglie d'argento e di bronzo, contribuendo in maniera determinante al palmares olimpico di Pardini che conta, in totale, 31 medaglie.
La tedesca Walther è fortissima soprattutto nelle specialità di carabina: cinque degli otto concorrenti della finale di C10 maschile a Tokyo hanno utilizzato prodotti Walther e oro e bronzo sono stati conquistati dalle carabine Walther. Bronzo anche nella C10 femminile e ancora oro e bronzo nel Mixed team di carabina. Nella finale del 3x40 maschile, 5 tiratori si sono qualificati per la finale tra i migliori 8 con la Walther KK500, conclusasi con un argento e un bronzo. Medaglia d'argento, infine, nella pistola ad aria compressa.
La Feinwerkbau di Oberndorf, forte di una lunga esperienza e di una serie di altre medaglie olimpiche, a Tokyo ha conquistato l’oro nella C10 femminile e un argento nella C10 maschile, grazie alla carabina modello 800X.
Svizzera, Austria e Gran Bretagna in cerca di un podio a Parigi 2024
Non solo Italia-Germania. La svizzera Morini Competition Arm alle Olimpiadi ha finora vinto 9 medaglie d’oro, 11 d’argento e 5 di bronzo, ed è un bel successo considerando che la pistola ad aria compressa CM162E è stata presentata per la prima volta nel 1992. E anche Bleiker, sempre svizzera, specializzata in carabine da tiro calibro .22 (corredate di canne Lilja), ha fatto sue a Tokyo due medaglie della 3 posizioni, oro con il cinese Zhang Changhong e argento con la russa Yulia Zykova. Ma si era già aggiudicata l’intero podio a Rio con Niccolò Campriani (ITA), Sergey Kamenskiy (RUS) e Alexis Raynaud (FRA), classificatisi nell’ordine e argento e bronzo nella Carabina a terra 50 metri con Kim Jonghyn (KOR) e Kirill Grigoryan (RUS).
Da Barcellona 1992 a Tokyo 2021, i tiratori che utilizzano fucili e pistole dell’austriaca Steyr hanno vinto 33 medaglie, 11 delle quali d'oro. A Tokyo l'iraniano Javad Foroughi ha vinto l'oro nella P10 sparando con una Steyr Evo 10. Anche le tiratrici donne in questo evento non sono state da meno, con la bulgara Antoaneta Kostadinova e la cinese Jiang Ranxin che hanno conquistato rispettivamente l'argento e il bronzo, sempre con una Steyr Evo 10E. La 21enne Jiang ha fatto nuovamente notizia con l'oro nella P10 a squadre miste, mentre il russo Artem Chernousov faceva parte della squadra vincitrice della medaglia d'argento con la sua Steyr Evo 10E. La squadra ucraina composta da Oleana Kostevych e Oleh Omelchuck ha ottenuto il bronzo con Steyr Evo 10E. Anastasia Galashina e la sua Steyr Challenge hanno portato l'argento alla Russia nella C10 femminile. Sergey Kamenskiy ha fatto parte della squadra vincitrice della medaglia di bronzo nella squadra mista di C10 con la sua Steyr Challenge E.
Quanto alle munizioni per il Tiro a segno, il colosso tedesco di Fürth RWS, recentemente acquisito dal gruppo Beretta, a Tokyo ha conquistato 4 medaglie d’oro, una nella Pistola automatica (con la cartuccia PM SR) due nella P10 e una nella C10 maschile, una d’argento nella P10 femminile e una di bronzo nella C10 femminile.
A Londra un oro e un argento e a Rio un oro, un argento e due bronzi. Soprattutto grazie ai pallini R10 e alle .22 lr R50.
Gli atleti del team della britannica Eley hanno vinto a Tokyo 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi sia con i pallini propulsi dall’aria sia con le cartucce a percussione anulare calibro .22. Eley, 190 anni di storia, ha conquistato 125 medaglie olimpiche nei suoi ultimi sessant’anni.
Si potrebbe andare ancora oltre e trattare di equipaggiamento, abbigliamento e attrezzature per i poligoni. Tante aziende coinvolte, la stragrande maggioranza delle quali appartenenti al Vecchio continente. L’Europa mantiene una leadership tecnica, ma saprà farsi onore anche in campo agonistico…
Durante i giorni che ci separano dall’Olimpiade di Parigi 2024 pubblicheremo ogni settimana un articolo dedicato ai Giochi olimpici e al tiro sportivo. Vi faremo vivere il sogno olimpico fino all’accensione del braciere e anche dopo, quando sarà il momento delle medaglie. State connessi!
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