Olimpiadi di Parigi: gli atleti del tiro sono stati emarginati? Intervista a Luciano Rossi, presidente ISSF e FITAV

In un recente articolo di Massimo Vallini vi abbiamo raccontato di come alle prossime olimpiadi di Parigi i tiratori siano stati di fatto emarginati completamente rispetto agli altri atleti del circus olimpionico. La sede delle gare di tiro è a Châteauroux un campo estremamente moderno, ma che si trova a “soli” 300 chilometri di distanza da Parigi. Questo ha sollevato le perplessità della Federazione internazionale di tiro (ISSF) che pur riconoscendo la qualità degli impianti di Châteauroux ha criticato una scelta che molti (noi di all4shooers per primi n.d.r.) potrebbero interpretare come un desiderio del comitato organizzatore di prendere le distanze dagli sport che prevedono l’uso delle armi, creando di fatto una divisione tra discipline di serie A e di serie B, una distinzione agli antipodi dello spirito olimpico e che sicuramente non sarebbe piaciuta al barone di Coubertin. 

La nostra inviata Chiara Costa ha incontrato Luciano Rossi, presidente della ISSF e della FITAV per chiedergli il suo punto di vista su questa situazione ambigua. La prima domanda che abbiamo fatto a Luciano Rossi è questa: “Abbiamo come l'impressione che gli sport del tiro stiano accettando una sudditanza rispetto agli altri, e anche gli atleti siano stati emarginati fisicamente. Dobbiamo fare finta che vada tutto bene? Dobbiamo aspettarci altre eclatanti misure di ghettizzazione dei tiratori oppure esiste una chiave di lettura più tranquillizzante, che ci sfugge?” Per fortuna Luciano Rossi è sempre molto disponibile a incontrarci e a rispondere alle domande, anche scomode. Ecco di seguito l’intervista realizzata da Chiara Costa.