La Romagna Air Finders nasce ufficialmente nel 2001 ma già da almeno due anni i suoi associati avevano iniziato a localizzare e poi riportare alla luce i resti di velivoli, sia appartenenti allo schieramento dell’Asse sia a quello Alleato, caduti nel Nord Italia durante la Seconda guerra mondiale.
Dal primo ritrovamento ad oggi sono stati recuperati ben 31 velivoli e 14 piloti.
A quest’ultimi sono state rese le onoranze funebri e sepolti nei vari cimiteri di guerra ma via via si poneva il problema di cosa fare con il materiale recuperato. È nato così il progetto di creare un museo che ospitasse quanto recuperato al fine di raccontare e testimoniare alle nuove generazioni cosa successe nei cieli d’Italia dal 1943 al 1945.
RAF. Romagna Air Finders: Museo di Fusignano
Così nel Comune di Fusignano, alle porte di Ravenna, in una ex-chiesa sconsacrata messa a disposizione dalle autorità civiche, sono state riassemblate carlinghe e motori di quegli aerei che per molti decenni erano stati letteralmente inghiottiti dalla terra. Ma anche catalogati e ordinati equipaggiamenti, armi individuali ed effetti personali appartenuti agli sfortunati aviatori.
“Ogni ritrovamento - come ci ha spiegato il Presidente e socio fondatore Leo Venieri - è frutto di un iter che parte dalla raccolta delle testimonianze, dirette, sempre meno per via del passare degli anni, e indirette, e del riscontro attraverso lo studio della documentazione dell’epoca, piani di volo, registri e rapporti delle missioni.
Bisogna aver chiaro che in un aereo che precipita al suolo il blocco motore trascina per metri sottoterra la fusoliera e, se ancora presente al momento dell’impatto perché non è stato in grado di lanciarsi prima, anche il malcapitato pilota.
Il terreno tende poi a ricoprire il luogo della collisione a tal punto che spariti, perché depredati, i resti metallici frantumati della carlinga e delle ali, con il tempo resta sempre più difficile localizzare quel che rimane dell’aereo.
Nella lunga storia di un recupero si passa successivamente all’effettivo sopralluogo sul posto con le attrezzature di rilevamento (metal detectors etc…) per delimitare l’area di ricerca e individuare il rottame.
E poi finalmente è la volta del recupero vero e proprio, con le autorizzazioni prima e l’escavazione poi.
Infine il trasporto e forse la fase più complessa: il riassemblaggio dei vari pezzi”.
Insomma abbiamo capito quanto lavoro ci sia dietro ad ogni oggetto che ci viene presentato nel museo, strappato all’oblio del tempo dalla tenacia dei recuperatori della Raf che scavando riaprono una vera e propria finestra temporale che ci riporta al giorno dell’abbattimento.
E allora addentriamoci negli angusti locali della ex-chiesa che tanto hanno da raccontarci.
Nella prima sala si trova il motore del Messerschimtt ME 109 G6 pilotato dal tenente Hans Joachim Fischer, allora poco più che diciannovenne, abbattuto nel 1944 a Lugo di Romagna; appartenente alla squadriglia caccia JG53 PikAs, questo Messerschmitt è stato in assoluto il primo ritrovamento della Raf; il blocco motore rinvenuto a San Bernardino di Lugo si trovava a oltre 2 metri e mezzo di profondità.
Poco più avanti, nella sala 2 è stata ricostruita come un mosaico, con più di un anno di un lavoro e utilizzando i pezzi rinvenuti in loco, la carlinga del velivolo pilotato da Fischer.
È l’unico esemplare al mondo di Messerchmit Me 109 G6 ricostruito dopo l’abbattimento.
Tra le parti dell’aereo che si sono salvate spicca la progenitrice della nostra presa scart.
Nella sala 3 una vetrina custodisce quel che resta della tenuta di volo originale di un pilota britannico, il capitano Douglas McKenzie Leitch, abbattuto mentre era ai comandi un caccia Spitfire MK-IX del 72° Squadron e rinvenuta, insieme al corpo del pilota, a oltre 7 metri e mezzo di profondità nella campagna di Monselice (Pd), che ben rende conto di cosa significhi impattare con il terreno a certe velocità.
Ci sono anche gli oggetti relativi al recupero del Thunderbolt P-47 e del suo pilota il sottotenente John Richardson Cordeiro e Silva inquadrato nel 1° Gruppo Caccia Brasiliano di stanza alla base aerea di Tarquinia, decollato il 6 novembre 1944 per la prima missione brasiliana sulla Linea Gotica.
Richardson arrivato in prossimità della linee difensive tedesche al primo passaggio fu fatto bersaglio dalla contraerea tedesca al momento di un bombardamento in picchiata, il motore prese fuoco, si mantenne in volo per un pò di tempo tentando di riprendere quota per lanciarsi con il paracadute comunicando tranquillamente con il caposquadriglia, ma non vi riusci e tentò l'atterraggio in un terreno accidentato presso Livergnano (Bo) dove al contatto con il suolo il P47 esplose.
Queste sono solo alcune delle storie che il museo di Fusignano ti racconta, e vi assicuriamo che sono veramente tante; ne vieni coinvolto osservando i resti degli equipaggiamenti o degli effetti personali dei quegli uomini custoditi adesso nelle numerose vetrine espositive. Ora sta a voi venire a conoscerle tutte.
Per ulteriori informazioni visita il sito http://www.romagnaairfinders.com