Museo Memorial della Battaglia di Filottrano: “quando il Nembo si aprì la strada per Ancona

Un dipinto d’epoca che rievoca i feroci combattimenti che avvennero intorno al paese di Filottrano.

Ci vollero 9 giorni, dal 1 al 9 luglio del 1944,  al Corpo Italiano di Liberazione, composto di due divisioni di fanteria e due reggimenti di artiglieria, e al Secondo Corpo Polacco, che poteva contare su due divisioni di fanteria, una brigata corazzata, forte di almeno duecento carri armati, due reggimenti di ulani corazzati e motorizzati, cinque reggimenti di artiglieria di ogni calibro, per fare arretrare i tedeschi dalla linea difensiva che correva da Cingoli, a Filottrano, Osimo e Castelfidardo e che costituiva lo sbarramento difensivo a protezione del vicino e strategico porto di Ancona. La Wehrmacht poteva contare su due divisioni di granatieri: la 278ª divisione e la 71ª divisione. Quei drammatici giorni rivivono a futura memoria grazie all’esposizione museale, inaugurata in palazzo comunale Accorretti, l’8 luglio del 2017 e contenuta all’interno del Museo Memorial della Battaglia di Filottrano, che si avvale di ricostruzioni tematiche e dell’utilizzo di sistemi multimediali per permettere ai visitatori di approfondire la conoscenza dei fatti accaduti a Filottrano oltre settanta anni fa.

L’ingresso del Museo Memorial della battaglia di Filottrano

La battaglia infuriò per diversi giorni tra alterne vicende fatte di attacchi degli Ulani Polacchi e dei parà del Gruppo di combattimento Nembo e violenti contrattacchi dei granatieri tedeschi tesi a rioccupare le posizioni perse. L’8 luglio si giunse nello sconforto dei polacchi al proposito di farla finita una volta per tutte con i tedeschi bombardano le loro posizioni difensive in Filottrano. Ma il generale della Nembo, Giorgio Morigi si oppose perché sapeva che il bombardamento avrebbe inevitabilmente causato la morte di moltissimi civili. Fu così che una volta chiarita la situazione venne organizzato un contrattacco, ma anche questo non andò a buon fine. Nel frattempo, era giunto ai tedeschi l'ordine che avrebbero dovuto abbandonare quel tratto del fronte a partire dalle 22:30. Fu così che durante la notte i reparti germanici, coperti da piccole unità di retroguardia, lasciarono Filottrano. Il mattino del 9 luglio i tedeschi avevano abbandonato completamente la zona. I primi che entrarono nella cittadina furono gli uomini dei plotoni esploratori della Nembo; trovarono davanti a loro solo macerie e distruzione. Il segnale che la battaglia era finita arrivò di lì a poco quando alcuni cittadini issarono in cima alla Torre dell'Acquedotto una bandiera italiana, oggi conservata nella sala consiliare del palazzo comunale. Filottrano era stata liberata.

Il corridoio principale del museo della battaglia di Filottrano.
Cartolina che ritrae Filottrano prima della guerra.
Wehrmacht Erkennungsmarke. Piastrino di riconoscimento portato al collo, legato con un laccio che ne ha usurato i due fori superiori, di un soldato tedesco ritrovato nella nuda terra Stamm/ Inf. Ers. Btl. 173 - matricola 81.
Acquerello realizzato dal tenente Mario Baragli del Nembo, che dalla sua postazione vide i bombardamenti su Filottrano la mattina dell’8 luglio 1944.
Militari della Luftwaffe in tenuta estiva.
Il pugnale di un appartenente al Gruppo di Combattimento Nembo.
Due delle pubblicazioni che Giovanni Santarelli, curatore del museo, ha dedicato alla Battaglia di Filottrano.

Per informazioni: www.filottrano1944.it

Ringraziamo il Sindaco di Filottrano, Lauretta Giulioni, l’intera Amministrazione comunale e naturalmente Giovanni Santarelli per la gentilezza e la disponibilità che hanno avuto nei confronti di All4shooters in occasione della visita al Museo.

Video: Museo Memorial della Battaglia di Filottrano