Siamo andati a Subbiano (Arezzo) a visitare un piccolo ma suggestivo museo che ci racconta il passaggio del fronte durante la Seconda Guerra Mondiale nella zona dell’Aretino, dove correva la linea difensiva tedesca “Karin”, costruita per rallentare l’avanzata alleata verso la Linea Gotica e che prendeva il nome dalla prima e defunta moglie svedese del Reichsmarschall Hermann Göring, Carin, a cui il capo supremo della Luftwaffe aveva già intitolato la sua residenza di caccia in Germania, Carinhall.
Il museo, voluto e realizzato da un gruppo di appassionati del luogo, contiene al suo interno diversi oggetti, sia bellici che non, ma soprattutto ci narra attraverso gli appassionati racconti dei ragazzi dello Staff, le storie ad essi legate, come la vicenda del ritrovamento di un Kukri, il temibile coltello dei Ghurka che combatterono anche in questa zona. Ma non solo c’è anche la storia della Radio ricevente della Brigata partigiana Pio Borri o delle scarpe militari italiane che riparate hanno consentito al militare loro proprietario di tonare in Italia durante la ritirata di Russia. O ancora il bossolo di cannone inciso da un soldato americano sbarcato nella zona di Anzio e portato con sé fino alla Linea Karin, la cui identità è stata ricostruita dopo la guerra grazie ai dati matricolari di appartenenza al corpo anch’essi incisi. Insomma, tanto materiale ma soprattutto tante storie che ci raccontano di quei momenti terribili che anche in questa zona d’Italia si vissero durante la guerra. Un’ultima curiosità prima di lasciarvi alla visione del nostro video: il nuovo logo dell’associazione “Quelli della Karin” è la riproduzione del quadro dell’artista canadese Deanna Lavoie, intitolato “The Journey to Remebrance”, attualmente ai Musei Militari di Calgary. L’utilizzo del quadro è stato concesso dall’artista stessa, in ricordo anche dei moltissimi soldati canadesi che persero la vita per la liberazione del Nostro Paese.
Per informazioni: @quellidellakarin.com