Il contesto storico
Alla vigilia del 9 aprile del 1945 la situazione militare nel Nord Italia era questa: le forze britanniche dell'VIII armata nel dicembre del 1944 erano giunte in vista del fiume Senio, che scorre tra la Toscana e la Romagna e che con il suo corso costituiva una cerniera di importanza strategica per i tedeschi tra la zona collinare e le valli di Comacchio. Qui il Feldmaresciallo Albert Kesselring (responsabile del fronte sud) dopo lo sfondamento delle posizioni avanzate della Linea Gotica sul Passo del Giogo nel settembre del 1944 aveva creato un'ulteriore linea difensiva in profondità appoggiandosi, in Romagna, ai fiumi Senio, Santerno e Sillaro (in successione) per tenere il fronte italiano a oriente di Bologna, porta d’ingresso per a Pianura Padana e le fabbriche del Nord. Il brillante stratega tedesco aveva dislocato oltre il Senio le divisioni della X armata tedesca pronte a reggere l'urto angloamericano. La difesa tedesca era disposta su tre linee, corrispondenti ai tre fiumi (Senio: linea Irmgard; Santerno: linea Laura; Sillaro: linea Paula) mentre dietro, a protezione di Bologna, si trovava la linea Gengis Khan. I comandanti alleati ritennero però opportuno arrestare l'avanzata, memori dei disastrosi risultati delle offensive invernali effettuate a Cassino nel corso dell'inverno precedente. Fu così che per quattro interminabili mesi il fronte soggiornò lungo gli argini del Senio. Il comune di Alfonsine, decorato con medaglia d’Argento sia al Valor Militare che al Valor Civile, tra i paesi che si trovano lungo il corso del Senio, fu uno di quelli che subì più distruzioni.
La Battaglia del Senio
Il 9 aprile iniziò, nel quadro dell'Operazione Sonia, il bombardamento di ammorbidimento delle linee tedesche operato sia dall'artiglieria campale sia dai bombardieri. Contemporaneamente si mosse la fanteria, appoggiata anche da carri lancia-fiamme, che travolse da subito le difese sul Senio. Il grosso delle forze tedesche si riposizionò sul Santerno, lasciando sul posto le retroguardie. L'8ª divisione indiana e la 2ª neozelandese, giunsero così già sul Santerno la sera del 10. Intanto il II Corpo polacco, che aveva come obiettivo Imola, era ancora contenuto dalle retroguardie tedesche, supportate molto efficacemente dallo Schwere Panzerabteilung 504 (504º Reparto carri pesante) equipaggiato con diversi Panzer Tiger I. La 78ª divisione ed il Gruppo di Combattimento "Cremona" si diressero verso il ponte di Bastia (dove il Sillaro sfocia nel Reno) e Argenta per tagliare la ritirata verso est alla X armata tedesca. Lo stesso giorno il Gruppo di Combattimento "Cremona" liberò la cittadina di Alfonsine. Il Santerno fu superato il giorno 12. La 278. Volksgrenadier e la 4. Fallschrimmjäger furono immediatamente spostate nell'area di Medicina, a difesa di Bologna. Ma fu tutto vano perché nella notte fra il 15 ed il 16 aprile la 2ª Divisione neozelandese riusciva a oltrepassare il Sillaro: la strada per Bologna era definitivamente aperta.
Le conseguenze
Mentre le linee dei fiumi cadevano una dopo l'altra, il II e il IV Corpo d'armata della V armata statunitense, riprendevano ad avanzare dall'Appennino verso Bologna. Il 20 aprile la 10ª divisione da Montagna tagliò la via Emilia fra Bologna e Modena, costringendo il Gruppo di armate C a ritirarsi sulla riva sinistra del Po, per poi attestarsi sulla linea dell'Adige. Di lì a pochi giorni le forze tedesche in Italia avrebbero capitolato e la guerra in Italia sarebbe finita.
Il Museo della battaglia del Senio
Tutto questo è oggi raccontato nel Museo della battaglia del Senio che è stato allestito nel 1981 ad Alfonsine all'interno del Centro Culturale Polivalente, insieme alla Biblioteca Comunale e all'Istituto storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Ravenna. Alla sua realizzazione oltre al Comune di Alfonsine hanno partecipato la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna, più il contributo dei altri comuni della Valle del Senio e dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano. Il museo offre una ricca iconografia dell’epoca, raccolte di cimeli ed armi, ma anche moderni apparati didattici studiati appositamente per le numerose scolaresche che vi affluiscono ogni anno.
Si è dato particolare risalto al fatto che Alfonsine fu liberata dal Gruppo di combattimento "Cremona", facente parte dell'Esercito Cobelligerante Italiano, che conseguì proprio durante l'Operazione Sonia la prima vittoria militare in campo aperto durante la guerra di liberazione. La raccolta, organizzata per sezioni tematiche relative al passaggio degli Eserciti Alleati e alla Resistenza romagnola, è integrata da un archivio fotografico che documenta le modificazioni del territorio e le condizioni di vita della popolazione durante il periodo bellico. All'esterno è possibile osservare un esemplare di "Ponte Bailey", perfettamente conservato, uno dei tanti utilizzati dagli inglesi in queste zone per superare i corsi d'acqua.
Per informazioni: Museo della Battaglia del Senio
Centro di documentazione e di servizi didattici
Piazza Resistenza, 2, Alfonsine (RA)
Tel. +39 335 5872319
Mail: museodelsenio@gmail.com