Fiorenza 17 febbraio del 1530, da ottobre del 1529 la città è stretta d’assedio dalle truppe di Carlo V. Gli imperiali sono accampati al di là delle mura cittadine lungo tutto il loro perimetro. Non c’è possibilità alcuna di entrare o uscire dalla città, provata da diversi mesi di assedio. A onta di tutto questo e con il consueto atteggiamento sprezzante tipico dei Fiorentini si decise di giocare in Piazza Santa Croce, in pieno centro di Firenze, una partita di Calcio in Livrea, sport assai praticato al tempo soprattutto dai nobili, per dimostrare agli imperiali che la città era lungi dall’arrendersi, anzi aveva ancora molte energie. Dovevano passare ancora diversi mesi, quando nell’agosto del 1530 Firenze decise di firmare una resa onorevole che le consentiva di mantenere i propri possedimenti esterni a patto del ritorno della Famiglia De’ Medici al comando della città.
Dopo alcuni secoli di latitanza, nel 1930, in occasione dei 400 anni dalla storica partita, venne ripresa in mano la tradizione con la nascita del moderno Calcio Storico Fiorentino, che ogni anno nel mese di giugno vede affrontarsi in un piccolo torneo le squadre dei 4 quartieri storici fiorentini con i relativi colori delle livree: Azzurri per Santa Croce, Bianchi per Santo Spirito, Verdi per San Giovanni, Rossi per Santa Maria Novella. In questa occasione nacque anche il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina. Composto da figure con abiti di tradizione cinquecentesca; il corteo, da allora, sfila per le strade cittadine in occasione delle numerose manifestazioni legate alle tradizioni popolari fiorentine. Proprio osservando le figure armate presenti al suo interno, gli “armigeri”, è possibile farsi un’idea accurata delle armi che furono impiegate per la difesa di Firenze e che in generale erano di utilizzo comune nel ‘500. Iniziamo dunque il nostro viaggio alla loro scoperta. Figure di spicco sono senza dubbio i cosiddetti “Bombardieri” gli addetti al traino e allo sparo delle Colubrine. Uno di essi Giovanni d'Antonio da Firenze, soprannominato Lupo, durante l'assedio fece strage nel campo degli imperiali con la precisione dei suoi tiri dall'alto del campanile di S. Miniato, la cui struttura era stata protetta con dei materassi secondo l’idea di Michelangelo Buonarroti (supervisore delle fortificazioni della città), usando proprio una colubrina.
La colubrina era un piccolo tipo di artiglieria terrestre leggera in grado di esplodere colpi in rapida successione. Molto maneggevoli, si caricavano facilmente, avevano palle di ferro ed una lunga gittata con carica relativamente piccola. Per quanto riguarda l’uniforme i bombardieri indossano un giubbone a strisce verticali rosse e azzurre, bordate di panno giallo. Le brache sono in stamina di lana gialla con tiracchie di panno rosso e azzurro. Berrette di panno rosso piumate, cinture di cuoio grezzo, calze e scarpe rosse completano il loro abbigliamento. I bombardieri sono armati di Fusetto, una specie di pugnale simile ad uno stiletto a lama triangolare che veniva utilizzato anche come strumento per misurare il calibro dei cannoni e il diametro delle palle grazie a delle tacche incise sulla sua lama. Il Capobombardiere porta una spada finemente lavorata con elsa a croce e controguardia ad anello e conchiglia.
Gli Archibusieri: soldati appiedati o montati dotati di archibugio, arma ad avancarica portatile a canna liscia, di calibro compreso tra i 15 ed i 18mm; l'archibugio aveva una gittata utile limitata a circa 50 metri. L’uniforme degli archibusieri è costituita da un giubbone con maniche tranciate in panno verde oliva, con colletto bianco a risvolta, brache in panno rosso vinato a tiracchie, con sottofondo in stamina di lana bianca. Sopra al giubbone portano un corsaletto in cuoio grezzo. Anche gli stivali sono in cuoio grezzo. Sono altresì dotati di Morione a barca, un tipico elmo di metallo a coppo alto e schiacciato, con tesa a punte rialzate per lasciare libera la vista al tiro.
Alabardieri: soldati di fanteria armati di alabarda, una scure lunata con spuntone a quadrello e punta a becco di corvo innestata su un’asta lunga tre braccia (1,8 m) che feriva sia di punta che di taglio. Come armamento secondario gli alabardieri portano spada e spadino, il comandante la sergentina. Vestono giubbone e brache di panno rosso e soppannate di stamina bianca, con maniche e brache con tiracchie rosse. Sul giubbone portano un corsaletto di cuoio grezzo affibbiato ai fianchi e alle spalle. Calze e scarpe rosse. Inoltre, indossano un copricapo in ferro denominato bacinetto fiorentino.
Balestrieri: soldati appiedati armati di balestra con caricamento a staffa, che poteva sparare sia quadrelli (frecce a punta quadrangolare) ma anche palle di piombo. Vestono un giubbone rosso con polsini neri, brache nere a tiracchie soppannate di bianco e berretta nera bordata di rosso. Portano alla cintura una faretra in cuoio con i quadrelli. Il loro capitano è armato di spada con guardia a doppio granchio e mezza coccia a conchiglia.
Fanti delle corporazioni: soldati costituenti la milizia delle Arti Maggiori e di quelle Minori. Sono dotati di pugnale a mano sinistra, picca a cuspide a foglio di oliva, il loro capitano porta una spada a guardia ionica e anello. Vestono un giubbone di panno verde oliva bordato in rosso, soppannato di stamina bianca, brache a sbuffi, cintura verde in pelle, berretta alla raffaella in panno rosso bordato di bianco con piume colorate. Indossano una gorgiera in ferro detta anche collarina.
Fanti dell'Ordinanza: formavano la milizia cittadina costituita per la difesa della Repubblica e composta dai cittadini abili al servizio dai 18 ai 40 anni. Armati di picca con cuspide lanceolata con nappa rossa, spada con elsa ionica e anello. Vestono un giubbone marrone bordato di giallo con maniche a sbuffi e tiracchie rosse soppannate di bianco e riprese azzurre. Le brache hanno le stesse caratteristiche delle maniche. Ad armacollo portano una fascia verde, distintivo della milizia cittadina. Indossano collarina in ferro a petto lungo e borgognotta piumata, un elmo con visiera sporgente e guanciali mobili. Il capitano porta una spada con fornimento a gabbia ed è protetto da corazza composta da gorgiera, pettorale, schienale e mezzi bracciali.
Armati di Parte Guelfa della cavalleria della Repubblica Fiorentina: soldati che affiancavano i cavalieri. Protetti da petto d’arme, di brocchiere (uno scudo piccolo dalle ridotte dimensioni), e dal morione, tipologia di elmo a cresta molto diffusa all’epoca; sono armati di falcione, spada di piccole dimensioni e di origine povera, tant’è che veniva e viene tuttora portata al fianco nuda (senza guaina); era comunque un’arma micidiale in grado di recidere i tendini di Achille degli avversati se ben maneggiata.
Ufficiali delle Fanterie: Colonnelli e capitani delle Compagnie di Fanteria al servizio della Repubblica Fiorentina armati di spada con fornimento a gabbia a più volute Vestono in velluto in vari colori con maniche e brache a tiracchie soppannate di seta e cappelli ornati da pennacchi variopinti, portano una fascia rossa di seta a tracolla in segno di comando; calze e scarpe del colore della divisa.
Fanti di palazzo: in origine i 100 fanti che proteggevano Palazzo Vecchio, sede cittadina dell’amministrazione e del potere. Il loro armamento consiste in una spada con guardia a croce; una picca; un pugnaletto per bandieraio con lama diritta a due fili del tipo così detto “smagliature” o “sfonda giaco” che permetteva di penetrare attraverso le maglie di ferro e ferie l’avversario, con impugnatura a fornimento ionico atto a proteggere la mano. Il loro capitano porta una spada con fornimento a gabbia. I fanti di palazzo vestono un giubbone di pilor marrone con maniche di panno gialle con sei righi neri circolari posti in diagonale e alotto rosso. Le brache sono di panno rosso soppannate di stamina bianca, calze e scarpe rosse, berretta gialla o rossa piumata (10 per colore). Sono protetti da collarina e corazza composta da pettorale e schienale.
Il loro capitano è invece protetto da borgognotta, armatura composta da gorgiera, pettorale, schienale, cosciali e bracciali interi con cubitiera.
Sergenti degli Otto di Guardia: erano soldati agli ordini dei Tribunale degli Otto, dovevano tutelare la sicurezza e la quiete pubblica nella città per cui erano definiti di Guardia. Vestono un giubbotto marrone bordato di rosso con maniche in panno azzurro con sei righi rossi circolari posti in diagonale (tre sull’avambraccio e tre sul braccio sopra il gomito). Le brache sono soppannate di stamina bianca con tiracchie (strisce di panno) rosse e blu, ai polsi e al collo “rouche” di cambrì bianco. Le calze sono azzurre e le scarpe in pelle rossa a piede d’orso. Per quanto riguarda l’armamento difensivo, sono protetti da un’armatura composta da Collarina, Corazza, Mezzi Bracciali, Fiancali, Borgognotta Piumata ad una sola cresta, mentre il Comandante che precede il gruppo porta bracciali interi, Borgognotta Piumata a tre creste e sciarpa rossa di seta con nappe. Sono armati di spada con guardia a doppio granchio in porta spada di cuoio marrone.