Lei ai record ci è abituata. Nel 2009, quando aveva solo diciassette anni e non poteva ancora portare in giro il suo fucile da sola perché senza porto d’armi, è entrata di diritto nella storia delle grandi di questa disciplina conquistando sia il titolo Europeo che quello Mondiale. Dal 2009 a oggi, mentre era impegnata nella preparazione dell’appuntamento olimpico, ha avuto anche il tempo di conquistare un bronzo mondiale nel 2010, una Finale di Coppa del Mondo nel 2011 ed un argento Europeo quest’anno. Con l’oro Olimpico ha vinto tutto ciò che era possibile vincere e lo ha fatto a vent’anni, età che le avrebbe permesso di gareggiare ancora tra le Junior.
Voleva dedicare un risultato straordinario alla sua famiglia e alla sua terra, l’Emilia Romagna, colpite dal devastante sisma dello scorso maggio. Lo ha fatto nel modo più completo. In una sola gara ha abbattuto tutti i record: quello del Mondo in qualificazione siglando il perfetto 75/75 che segna anche il nuovo record Olimpico; quello in finale con 99/100 (l’unico errore è stato il 17° piattello della finale), anche in questo caso sia Mondiale che Olimpico; riporta in Italia l’oro Olimpico nel Trap dopo quello conquistato dal mitico Luciano Giovannetti nel 1984 a Los Angeles, ed è la prima donna del tiro a volo italiano a vincere la medaglia più preziosa in questa specialità (in assoluto il secondo oro al femminile dopo quello conquistato nello Skeet da Chiara Cainero nel 2008 a Pechino).
“Dopo i primi piattelli ho capito subito che stavo bene – ha raccontato la neo Campionessa Olimpica subito dopo la premiazione – Agganciavo subito i piattelli, la fucilata andava via morbida e non ho fatto altro che cercare di mantenere le stesse sensazioni fino alla fine dell’ultima serie di qualificazione”. Già qui era record con 75 piattelli “fumati” sui 75 lanciati. “Prima della finale ho cercato di mantenermi tranquilla e mi sono concessa anche una dormita di una decina di minuti – prosegue Jessica – Volevo arrivare in pedana rilassata per compensare lo stress della finale ad un colpo solo, che si solito soffro un po’. Anche in questo caso, dopo i primi piattelli ho capito che tutto stava andando bene e… tutto qua”.
Lo dice con naturalezza, come se fosse facile. Per lei lo è, in effetti. È diventata campionessa Mondiale ed Europea ancora giovanissima. Andava a scuola “ma con Ragioneria non c’entravo niente, facevo due cose male e così ho scelto di farne una sola bene”. Ovvero: “Ho deciso di lasciare i libri e di vincere le uniche due gare importanti che mi mancavano”. Il bello è che le ha vinte davvero, al primo tentativo. La Finale di Coppa del Mondo nel 2011 e le Olimpiadi.
Ma è pur sempre una ragazza di 20 anni. Col sorriso dipinto in volto, la coda bionda, la parlata spigliata. Tenera, quasi fragile. “Sono fatta così, da sempre. Ho un fidanzato, adoro la mia famiglia e la mia terra emiliana. Piango per le vittorie degli azzurri del tiro com’è successo in tv guardando Pechino. Per gli altri mi emoziono, insomma. Per me no, invece. Mi avete vista sul podio? No, nemmeno una lacrima. Né per l’oro né per l’inno. Che ci posso fare? I miei dicono che in casa non c’è mai stato nessuno così”.
La verità, spiazzante per noi comuni mortali, è che Jessica Rossi sapeva perfettamente che avrebbe vinto. “Da quando sono a Londra mi sono sempre addormentata come se avessi la medaglia al collo. Questa gara me la sono immaginata così un sacco di volte. È come se l’avessi già vissuta”.
Con lei sul podio sono salite la slovacca Zuzana Stefecekova, che con 93 +3 bissa l’argento di Pechino, e la francese Delphine Racinet Reau, bronzo con 93 +2. “Jessica è stata formidabile, assolutamente formidabile – commenta emozionatissimo il Commissario Tecnico Albano Pera – Non avevo mai vinto un oro olimpico, né da tiratore né da allenatore, mi ha regalato una gioia immensa”.