Se gli Alleati volevano raggiungere Bologna nell’autunno del 1944 avrebbero dovuto fare i conti anche con lui: il Bunker del Futa Pass. Questa casamatta potentemente corazzata, che ospitava molto probabilmente un cannone controcarro PAK (Panzerabwehrkanone ) 40 da 75 mm, era un delle tante postazioni difensive che l’Oberkommando der Wehrmacht aveva disseminato lungo il crinale appenninico tra Toscana e Emilia-Romagna. In particolar modo, consapevoli del fatto che la zona del Futa Pass si prestava meglio di altri passi appenninici del settore, data la sua conformazione, all’impiego da parte del nemico di veicoli blindati in supporto delle unità di fanteria che avrebbero dovuto dare l’assalto alle postazioni difensive tedesche, L’OKW la aveva munita di ogni tipo di difesa. Si andava dai bunker che ospitavano al loro interno cannoni anticarro, alle torrette interrate dei Panzer V (Sd.Kfz. 171 Panther) con i loro cannoni KwK (Kampfwagen Kanone) 42 da 75mm, ai Tobruk per mitragliatrici MG, ai campi minati, ai reticolati e ad un fossato anticarro della lunghezza di 5 km. Proprio tale munito sbarramento difensivo orientò però gli Alleati verso la scelta di forzare il “vallo germanico”, la cosiddetta Grüne Linie, o Linea Gotica, nel settore dell’adiacente Passo del Giogo sulla statale 503. E fu proprio lì che nel settembre del 1944 riuscirono a travolgere il primo sbarramento tedesco che era però articolato su diverse linee disposte in profondità. Le unità presenti alla Futa dovettero abbandonare le postazioni e ripiegare per il rischio di essere accerchiate. Il definitivo crollo delle difese germaniche sulla Linea Gotica avvenne però solamente nella primavera del 1945; ci volle un altro intero inverno di guerra!