Gampen Bunker, la fortezza incompiuta in Alto Adige

Lo sviluppo delle gallerie interne. Quelle in rosso sono visitabili.

Pur percorrendo da molti anni la strada statale 238 che da Fondo in Val di Non porta a Merano attraverso il passo delle Palade (Gampenpass), non avevo mai saputo dell’esistenza di un grande bunker scavato nella montagna che guarda la valle dell’Adige.

L’ingresso del bunker è proprio all’arrivo del Passo delle Palade. Ai visitatori vengono dati un casco e una cerata poiché all’interno c’è molta umidità e gocciolamenti dalle pareti, oltre che ad una temperatura costante di circa 8/10°C.

Dopo una prima illustrazione dell’opera da parte del personale, inizia la visita alle gallerie, sufficientemente illuminate, che si sviluppano per oltre 2,5 chilometri. Le gallerie sono dotate di un sistema di comunicazione interna che deriva da quello militare originale. L’uscita dal bunker è poco dopo aver scollinato il passo delle Palade.

Un bunker voluto da Mussolini e mai ultimato

Il grande pozzo dove avrebbe dovuto essere installato l’ascensore per il secondo livello.

I lavori per la realizzazione del bunker iniziarono nel 1939 per volere di Mussolini che, nonostante fosse alleato di Hitler, dopo l’Anschluss dell’Austria nel marzo 1938 da parte della Germania, temeva anche una (molto improbabile) invasione dell’Italia.

Il Gampen Bunker rientra nel sistema delle fortificazioni dei confini d’Italia (il Vallo Alpino del Littorio) che va da Fiume a Ventimiglia per circa 1850 chilometri.

La protezione dei propri confini risale alla fine della Prima guerra mondiale con la fine dell’impero Asburgico e della Germania del Kaiser Willhelm II. La Francia costruì la Linea Maginot, la Germania la Linea Sigfried, come anche la Russia, la Finlandia ed Il Belgio provvidero a difendersi con effimere fortificazioni.

Il Vallo alpino del Littorio fu iniziato a costruire nel 1934 utilizzando anche le vecchie fortificazioni della Prima guerra mondiale.

Fu fortificato in particolare il confine con l’Austria in Alto Adige, (annesso all’Italia dopo la conferenza di pace di Parigi) nei luoghi più sensibili come Il Passo Resia, il Brennero ed il Prato alla Drava in alta Val Pusteria.

I lavori di scavo del Bunker iniziarono nel 1939 dopo l’ultimazione della strada che va da Lana (Merano) al passo Palade. Anche la costruzione della strada fu molto impegnativa con ponti e pareti di contenimento, risultando un’opera eccellente sia da un punto di vista ingegneristico che architettonico.

Alcuni pannelli mostrano foto degli eventi nel corso dell’opera di costruzione.

Dei lavori per la costruzione del bunker e delle procedure d’apparto si interessò l’Ufficio Fortificazioni del Corpo d’Armata di Bolzano.

Parteciparono con le proprie maestranze molte imprese provenienti specialmente dal sud Italia escludendo quelle locali forse per ragioni di riservatezza dell’opera.

La progettazione dell’opera iniziò nel marzo del 1940.

Erano previste “due opere, la 1 e la 2, ma solo la prima fu parzialmente realizzata sia per la carenza di ferro che di cemento.

Sagome di militari guidano il visitatore lungo il percorso all’interno dei tunnel.

Il contratto di appalto con l’impresa di costruzioni Giuseppe Torno & C: di Milano fu firmato nel giugno del 1940 dopo che l’Italia era entrata in guerra a fianco della Germania.

Nell’ottobre del 1942, quando parte dell’opera 1 era terminata, si decise di fermare i lavori anche per le proteste della Germania che non vedeva di buon occhio questo sbarramento alpino (che sarebbe forse stato necessario dopo l’8 settembre del 1943 per impedire l’invasione delle truppe tedesche in Italia).

La fortificazione oltre alle gallerie su due livelli (il secondo mai realizzato) prevedevano dieci postazioni affacciate sulla Val d’Adige,

autonome per gli armamenti, ma collegate da gallerie e scale interne. Era stato progettato anche un ascensore per la torretta esterna di cui esiste il solo pozzo. Di un altro grande pozzo, per la discesa a quello che avrebbe dovuto essere il secondo livello interrato, esiste solo l’abbozzo di un imponente scavo.

Gli armamenti previsti erano 12 mitragliatrici Fiat 35 o Breda 37, due cannoni anticarro 47/32 e quattro cannoni a lunga gittata 75/27.

All’interno delle gallerie è esposta anche una interessante mostra di minerali.

Era prevista anche una torretta metallica, con potenti proiettori, che sovrastava l’opera, guardando la valle dell’Adige.

Di fatto il bunker, mai ultimato, non venne anche mai utilizzato e dopo l’armistizio fu abbandonato.

Solo dopo l’entrata dell’Italia nella NATO si pensò di utilizzarlo in funzione difensiva da un’eventuale invasione da parte delle truppe del patto di Varsavia ancora presenti a Vienna.

Vari reparti alpini e di fanteria si alternarono per la sorveglianza il mantenimento e l’eventuale utilizzo.

L’epilogo nel 1992 quando vennero dismessi tutti gli impianti da parte dell’ultimo reparto alpino che ebbe in cura la sorveglianza e la manutenzione. Con decreto-legge 495 del 21 dicembre 1998 lo stato italiano conferì il bunker e gli annessi alla Provincia Autonoma di Bolzano che sapientemente nel corso degli anni realizzò la possibilità dell’accesso per la visita al Bunker sistemando, illuminando e mettendo in sicurezza le gallerie percorribili a piedi.

Il bunker di Gampen oggi

L’insegna all’ingresso del bunker di Gampen.

Nella larga galleria iniziale con grandi foto e scritte in tedesco, italiano ed inglese è stata illustrata sia la costruzione del bunker che della strada che porta a Merano.

Lungo il percorso sono presenti sagome di soldati ed operai italiani che illustrano le caratteristiche e le opere dell’ambiente in cui sono presenti.

È stata esposta in vetrine illuminate anche una splendida esposizione di minerali provenienti dall’ Italia e dall’Europa donata da Toni Kiem.

E per ultimo una curiosità! Data l’alta umidità dell’ambiente e delle gallerie Il Caseificio Sociale di Fondo ha costruito un ambiente in cui maturare le forme di formaggio (di fossa) da loro prodotte.

Per gli appassionati merita senz’altro una visita, anche per l’ambiente che circonda il Bunker ricco di prati e fitti boschi di abeti.

Le notizie sono state riprese dal libro La strada del Passo delle Palade a cura del Comitato Passo Palade edito da Athesia che consiglio di leggere sia per la storia del Bunker, della strada e dei paesi che circondano il passo.

Dove si trova: Gampenpass U.lb, SS238, 39010 Senale-San Felice (BZ).

Per orari e altre informazioni: www.gampengallery.it