La trama e i personaggi
Premettiamo che questo articolo contiene spoilers, ovvero notizie che potrebbero rovinare il gusto di vedere il nuovo film "Fury" interpretato da Brad Pitt.
Partiamo dal soggetto: la guerra, in questo caso gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale in Europa, vista dagli occhi di un equipaggio di un carro americano, soprannominato Fury, che si inoltrerà troppo all’interno delle collassate linee tedesche, così da trovarsi a dover affrontare un improvviso contrattacco nemico completamente isolato.
L’idea di vedere la guerra dalle feritoie di un carro armato non è proprio originale visti i precedenti Battle of the Bulge, The Beast e Lebanon.
Nonostante lo sceneggiatore-regista, David Ayer, sia lo stesso di U-571 (altro film “angusto”), il senso di claustrofobia che si respira nel film dell'israeliano Samuel Maoz (Lebanon), è però veramente lontano dall’essere raggiunto.
Mentre i carristi israeliani sono effettivamente protetti ma nello stesso tempo prigionieri dentro il loro tank Merkava, tra le macerie di Beirut, i cinque membri dell’equipaggio dello Sherman in Fury entrano ed escono dalle botole di accesso al carro con una facilità fin troppo imbarazzante soprattutto durante gli scontri a fuoco.
In particolare nell’ultima lunga scena, (più di 45 minuti) che occupa la battaglia finale del carro Fury, ormai immobilizzato a causa di una mina anticarro che ne ha fatto saltare un cingolo nella fangosa campagna tedesca, isolato e senza appoggio di fanteria, contro un intero battaglione di Waffen SS, non si capisce come da parte tedesca si tenti l’assalto frontale al carro immobilizzato, subendo notevoli perdite, invece di colpire l’unità nemica con lanci di bombe a carica cava tramite Panzerfaust, rimanendo coperti e a distanza (manovra attuata maldestramente solo a fine scontro).
In realtà in una sola sequenza del film si vede uno Sherman neutralizzato da un Panzerfaust, eppure tale arma anticarro portatile, insieme al Panzerschreck, fu una risorsa disperata ma quanto mai efficace, sia per il suo potere di arresto sia per i basti costi di fabbricazione, che i tedeschi impiegarono diffusamente e contro i T34 sovietici sul fronte orientale e contro i carri armati american su quello occidentale.
Non che nel film non si vedano casse di Panzerfaust ancora inutilizzati o qualche tentativo di lancio malriuscito da parte di fanti inesperti ma è proprio sull’impiego di tale armi che la pellicola stona, forse ritenendole poco spettacolari e preferendo lo scontro tra carri o l’avanzata della fanteria su ampia scala. “Gli ideali sono pacifici; la storia è violenta”.
Questa è la lezione di vita che per tutta la durata del film Don “Wardaddy” Collier (Brad Pitt), sergente spietato, che non fa prigionieri tra i nazisti secondo la consuetudine tarantiniana di Inglourious Basterds, ripete alla recluta, Norman Ellison (Logan Lerman), chiamato a sostituire il suo mitragliere appena caduto in azione e riluttante ad uccidere sempre e comunque il nemico.
E non c’è che dire. Lo scenario di fango, di case sventrate dalla furia della guerra, di civili inebetiti che barcollano attorno ai cingolati, come spettri, sembra dare ragione al duro capocarro.
Assieme a Don e Norman, nella claustrofobica tana di metallo, ci sono il prepotente servente Grady “Coon-Ass” Travis (Jon Bernthal), il sensibile Boyd “Bible” Swan (Shia La Boeuf) puntatore e lo scanzonato Trini “Gordo” Garcia (Michael Peña), il pilota. Una “bizzarra famiglia” che l’avanzata alleata dalla sabbia del Nord Africa, proseguita poi sulle spiagge della Normandia ha creato e reso unita più che mai attraverso lo spirito di sopravvivenza.
Carri pesanti, medi e semicingolati
Fury non è solo un scontro di uomini ma anche di mezzi.
La “casa” dei 5 protagonisti è uno Sherman; per l’esattezza un M4A3E8 (Easy Eighth).
Dal 1942 lo Sherman divenne il carro armato medio standard per le forze statunitensi (durante la Seconda Guerra Mondiale ne furono assemblati 49.230 esemplari).
Lo scafo frontalmente era arrotondato ed inclinato, mentre ai fianchi era verticale.
Il motore: un Wright-Continental R975 C1 "Whirlwind" (ciclone) radiale, sviluppato per usi aeronautici, era ospitato nel carro posteriormente.
Il vano di combattimento era invece collocato nella parte anteriore.
L'equipaggio, di 5 uomini, era costituito dal pilota; dal mitragliere ed in torretta dal capocarro, dal puntatore e dal servente. Il cambio era a cinque marce più la retromarcia.
Sulla torretta si trovavano due botole. Altre due botole si trovavano nella parte frontale dello scafo.
Lo Sherman aveva anche una botola ventrale dal quale si poteva abbandonare il carro in caso si emergenza come fa Norman Ellison nella scena della battaglia finale, anche se ci lascia veramente perplessi che nella realtà anche un solo membro dell’equipaggio potesse riuscire a strisciare via dall’abitacolo del carro quando dentro vi fossero state lanciate due granate, la situazione ricreata appunto da Layer nel film.
Il cannone, in Fury è un cannone da 76.2 mm lungo. Se è vero che tale pezzo di artiglieria migliorò, rispetto all’originaria bocca da fuoco da 75mm, le capacità di fuoco del carro, le possibilità di successo negli scontri con i Panther e i Tigre tedeschi rimasero scarse. Situazione di generale inferiorità anche a livello di corazzatura. Lo Sherman di fatti poteva contare su uno scafo frontale dello spessore di 51 mm (successivamente aumentato a 63 mm); laterale di 38 mm; torretta da 76 mm a 51 mm.
Proprio per questo nella scena del combattimento contro il Panzer VI e i carri Sherman risulta incomprensibile la manovra del corazzato tedesco che anziché arretrare e mantenere la superiorità derivatagli dalla maggior gittata del suo cannone da 88mm, va incontro alle unità nemiche.
Armi leggere individuali; granate a mano, uniformi ed equipaggiamenti
L’equipaggiamento dei reparti sia USA che tedeschi nel complesso convince.
Non ci piace invece, e qui veniamo alle armi leggere individuali, la Smith & Wesson M1917, revolver a sei colpi (versione militare con anello per cordino) .45 ACP, sfoggiata da Pitt a tracolla per tutto il film.
Il revolver, che ha il calcio personalizzato con un’effige di donna, risulta assolutamente poco pratica da indossare all’interno dell’abitacolo di un carro armato date le sue ingombranti dimensioni, anche se essendo un revolver dà maggiore affidabilità della pur collaudata Colt M1911A1 in dotazione agli altri membri dell’equipaggio.
Chicca del film l’impiego della pistola mitragliatrice M3/M3A1 "Grease Gun" in calibro 45 in diverse sequenze.
Le dimensioni compatte, l'affidabilità e la potenza di quest’arma, creata dalla General Motors, particolarmente gradita ai paracadutisti e agli uomini dei blindati, fece sì che rimanesse in servizio nelle forze USA per decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Equivalente americano dello Sten o del MP40 tedesco, era dotata di un caricatore da 30 cartucce calibro .45, e soprannominata Grease Gun (Oliatore) per la sua forma simile agli ingrassatori a pompa utilizzati per ingrassare alcune parti dei carri armati. Anche il Thompson, arma ben più pesante e di più costosa fabbricazione, compare imbracciato sia dai ranger sia dai carristi. Il film fotografa bene il momento di interregno al fronte tra Thompson e M3.
Se infatti già nel 1943 era stata proposta l’adozione in prima linea del nuovo M3 in sostituzione appunto del Thompson, alcuni ritardi nella catena di produzione non fecero arrivare un numero sufficiente di Grease Gun in prima linea e quindi non era difficile trovare reparti equipaggiati con gli uni e con gli altri.
Un veterano come il sergente Don "Wardaddy" Collier non si fa problemi ad usare invece un’arma di preda bellica: l’innovativo, per l’epoca, MP 44 conosciuto ai più come Sturmgewehr 44, il primo vero e proprio fucile d'assalto della storia, precursore del Ak 47 sovietico. Arma d'attacco, concepita per la fanteria e il tiro a breve distanza, si rivelò assai utile nei rapidi e improvvisi scontri ravvicinati che caratterizzavano i combattimenti tra reparti di fanteria motorizzata o meccanizzata, quali quelli rappresentati nel film. L’STG44, progettato da Hugo Schmeisser e realizzato già nel 1942 dalla C. G. Haenel Waffen und Fahrradfabrik garantiva un notevole volume di fuoco (caricatori da 30 colpi calibro 7,92 × 33 mm, successivamente 7,92 mm Kurz), con un tiro utile sui 300 m ma entrò troppo tardi in produzione per poter equipaggiare la Wehrmacht in ogni suo reparto.
E così, come correttamente rappresentato nel film, i reparti a cui furono distribuiti gli scarsi lotti di quest’arma, furono le unità combattenti d’assalto, le Waffen SS appunto. Non si contano poi le carabine Mauser k98 in 7.92x57mm Mauser, compresa quella con ottica Zeiss ZF42 del tiratore scelto; gli MP 40 da una parte ed i Garand e le carabine M1 dall’altra. Anche di granate antiuomo si fa largo uso nelle scene di Fury. Oltre le Model 24 Stielhandgranate tedesche, le “schiacciapatate”, compaiono le granate Mk2, le famose bombe a mano dette “ananas”; granata a frammentazione d'ordinanza usata dall'US Army e dall'US Marine Corps a partire dall'ultimo conflitto mondiale, anche se è inverosimile l’uso fatto dall’equipaggio del carro Fury di queste bombe a mano, lasciate scivolare alla cieca giù dalle botole di accesso dello Sherman.
Molto più realistico l’uso delle granate fumogene M15/WP da parte degli uomini di Brad Pitt per occultare il carro alla tiro delle armi pesanti della fanteria tedesca e tentare una sortita. Anche i tedeschi usano delle granate fumogene per coprire la loro avanzata verso lo Sherman immobilizzato, in questo caso si tratta di NG 39. Per le segnalazioni compare anche una Leuchtpistole - 26,65 mm, lanciarazzi tedesca nelle mani di un ufficiale delle Waffen SS.
In tutti i teatri operativi di impiego della Seconda Guerra Mondiale il potere d’arresto del Thompson, se usato sulla breve distanza, si dimostrò letale. Pecche: il peso e la poca capacità, soprattutto nei teatri della Guerra del Pacifico, di penetrare alberi e postazioni a causa della lentezza del proiettile .45 ACP.
Venne ben presto rimpiazzato almeno per le pattuglie esploranti, con il BAR. Un veterano come il sergente Don "Wardaddy" Collier non si fa problemi ad usare invece un’arma di preda bellica: l’innovativo, per l’epoca, MP 44 conosciuto ai più come Sturmgewehr 44, il primo vero e proprio fucile d'assalto della storia, precursore del Ak 47 sovietico.
Armi pesanti, pezzi controcarro, mitragliatrici
Ed eccoci agli armamenti pesanti. Oltre la tradizionale mitragliatrice pesante Browning M2 calibro 50, molto efficace contro la fanteria e i blindati leggeri, Fury, cosa abbastanza insolita per uno Sherman, monta in torretta anche una mitragliatrice media Browning M1919, la versione A4 per la fanteria e i mezzi corazzati, per l’esattezza, che utilizzava la cartuccia.30-06. Frontalmente è presente un’altra Browning M1919.
Nel film molte sono le scene in cui si vede il caricamento e l’armamento di quest’arma o addirittura il suo inceppamento. In particolare durante la battaglia finale gli uomini di Fury riescono in tempi brevissimi a sostituire la mitragliatrice frontale con quella presente in torretta. Le famosissime Mg 34/ Mg 42 sono le risposte tedesche, entrambe in 7.92x57mm Mauser (la stessa munizione del fucile d’ordinanza germanico). La prima la si vede come arma frontale nel Tigre che si contra con Fury, la seconda è impiegata dalla fanteria tedesca in più scene.
In particolare quella in dotazione ai carri tedeschi come arma secondaria frontale era una variante, la MG34 Panzerlauf (con il manicotto della canna più robusto); poiché il necessario cambio canna della successiva MG42 con più alta cadenza di tiro non poteva essere facilmente praticato quando l’arma era montata in feritoia, la 34 rimase d’ordinanza sui cingolati tedeschi anche dopo la comparsa al fronte della sorella maggiore. Nei carri era comunque presente un kit, comprendente tra l’altro tra un porta nastro e un bipiede, che consentiva l’adattamento dell’arma all’uso terrestre, là dove ce ne fosse stato bisogno.
Mentre la MG34, prima vera e propria mitragliatrice multifunzionale della storia, aveva una distanza utile di tiro fino ai 3.500 m e una cadenza di 950/1000 colpi al minuto, tramite cassette contenenti un nastro da 200 colpi o caricatori circolari con 50 colpi, la MG42, entrata in servizio nel 1942, poteva vantare una cadenza di tiro tra i 900 e i 1500 colpi al minuto che permetteva, grazie anche al veloce sistema di cambio canna, di mantenere un altissimo volume di fuoco per periodi estremamente prolungati.
Nessun altra mitragliatrice ad uso generalizzato dell’epoca fu in grado di fare altrettanto. Entrambe le versioni furono realizzate principalmente dalla Mauser . Se i carri la fanno da padrone per tutto il film, vale la pena riportare l’attenzione dello spettatore anche su diverse scene in cui compaiono i cosiddetti PaK (Panzerabwehrkanone) tedeschi, ossia i cannoni anticarro: un 5 cm PaK 38 che sparava proiettili HE da 2,25 kg a 835 m/s oppure i nuovi proiettili perforanti AP40 con nucleo di tungsteno da 4,1 kg ad una velocità iniziale di 1.100 m/s. (nel ‘45, come si vede anche nel film, non erano però più in grado di perforare frontalmente la corazzatura inclinata difensiva degli Sherman) e due ben più temibili 7.5 cm PaK 40 che sparavano 7,5 cm Spgr Patr 34 (granata ad alto esplosivo, 5,74 kg, 550 m/s); 7,5 cm Pzgr Patr 39 (granata anticarro, 6,8 kg, 792 m/s); 7,5 cm Pzgr Patr 40 (granata anticarro, 3,2 kg, 933 m/s) ed erano in grado di avere una elevata capacità perforante fino ai 2.500 m.
Curiosità
Veri Carri della Seconda Guerra Mondiale come mai li avete visti
Lo Sherman M4A3E8 (Easy Eighth impiegato nel film ha veramente fatto la guerra. Il carro è stato prestato alla produzione dal Bovington Tank Museum (Inghilterra); le riprese infatti sono state girate proprio nelle adiacenti campagne inglesi. Il Bovington Tank Museum (www.tankmuseum.org) è uno dei musei più completi d’Europa dedicati alla storia dei corazzati dal 1915 ad oggi.
In questo modello di Sherman i carrelli furono modificati col sistema HVSS (Horizontal Volute Spring Suspension) che permetteva al carro una marcia più veloce e confortevole.
La produzione iniziò nel dicembre 1944 (con il picco nel corso della Guerra di Corea), quindi la storia di Fury che fa da casa ai nostri protagonisti, almeno da quanto ci è dato capire dalle loro battute, fin dalle sabbie del Nord Africa, risulta un falso storico.
Sempre dal Bovington Tank Museum proviene il ben più interessante e raro Tiger 131 che è l’antagonista di Fury nella scena dello scontro fra corazzati. Prodotto dalla Henschel, il Panzerkampfwagen VI Ausf, era un carro pesante dei reparti corazzati della Wehrmacht e delle divisioni delle Waffen SS.
L'armamento principale era costituito dal cannone anticarro KwK 36 L/56 da 88 mm che era in grado di perforare qualunque carro alleato a più di 1500m di distanza, con l'eccezione dell'M26 Pershing. Non così sul Fronte orientale dove per metter fuori combattimento gli JS-2 sovietici il Tiger doveva portarsi a meno di 300m.
Nella torretta era installata anche una mitragliatrice MG 34 da 7,92mm in torretta coassiale al cannone; un'altra MG34 era allocata nella parete anteriore destra dello scafo. Era equipaggiato con un potente motore Maybach HL230P45 da 12 cilindri a V 60° . I suoi 540 litri di serbatoio erano sufficienti per percorrere soli 195 km su strada, (molto meno in situazione di impiego tattico su terreno accidentato). Un lusso che l'esercito tedesco dal 1944 in poi non poteva più permettersi. Tuttavia e nonostante alcune noie meccaniche, la corazzatura notevole e il cannone potente lo resero un temibile avversario al momento del suo ingresso nello scenario bellico, nel 1942. Il Panzer il Tigre 131 è un pezzo unico e pregiato del Museo di Bovington, catturato in Tunisia nel 1943, venne portato in Inghilterra dove è stato restaurato nel 1999. E’ perfettamente in grado di muoversi sui cingoli e brandeggiare.
Scheda del film
Titolo: Fury
Data di uscita: in Italia al cinema 3 giugno 2015
Genere: Guerra
Anno: 2014
Regia: David Ayer
Sceneggiatura: David Ayer
Attori: Brad Pitt, Logan Lerman, Shia LaBeouf, Jon Bernthal, Michael Peña, Scott Eastwood, Xavier Samuel, Jason Isaacs, Jim Parrack, Branko Tomovic, Brad William Henke
Fotografia: Roman Vasyanov
Montaggio: Dody Dorn
Musiche: Steven Price
Produzione: Grisbi Productions, Le, QED International
Distribuzione: Moviemax
Paese: USA
Durata: 135 Min
Budget: circa 68 milioni di dollari