Il Banco di Prova Armi di Gardone V.T., opera nel campo dal 1910. Voluto dal consorzio dei fabbricanti di armi della Provincia di Brescia che, anticipando le strategie di marketing moderne, già all’epoca avevano compreso che la qualità e l’affidabilità è fondamentale per avere successo nel mercato. Questo vale ancora di più in materia di armi e munizioni. Manufatti con i quali si rischiano incidenti se qualche parametro costruttivo o di controllo è lasciato al caso. Il Banco di Prova si occupa inoltre di testare giubbetti antiproiettile, elmetti, vetri blindati, serramenti e blindature varie, sia per le Forze di Polizia sia per aziende private.
All’interno di questa insostituibile struttura operano ingegneri, tecnici e operai altamente specializzati. Questi ultimi, grazie alla loro esperienza, sono insostituibili e nessun macchinario può rivaleggiare con l’occhio esperto dell’operatore. Il tutto inizia dall’accettazione dell’arma in segreteria. Dopo i necessari e scrupolosi adempimenti burocratici iniziano i controlli. Per quanto riguarda le armi da fuoco, queste sono sottoposte a molteplici ispezioni che iniziano dal controllo dei vari marchi apposti dalle ditte sulle armi.
Mediante appositi spessimetri e calibri, sono poi controllate tutte le dimensioni delle canne, delle camere di cartuccia, le chiusure e il funzionamento della meccanica.
Superata questa fase è effettuata una prova a fuoco forzata con munizionamento appositamente studiato che sviluppa almeno il 25% di pressione in più rispetto alle cartucce reperibili in commercio. Con questa procedura si evidenziano i minimi difetti delle armi.
Le pressioni generate da questo munizionamento provocano cedimenti, fessurazioni o drastiche rotture, altrimenti non identificabili, nelle armi che presentano difetti di costruzione o nella struttura molecolare del metallo. Le prove forzate avvengono all’interno di speciali macchinari, appositamente progettati, per rispettare le norme di sicurezza sul lavoro, mettendo al riparo gli operatori da eventuali danni provocati da proiezioni di parti metalliche in caso di cedimento della struttura dell’arma.
I macchinari sono modificati continuamente in base alla tipologia di armi da testare. Per le armi lunghe lisce, sono installate speciali carcasse atte a innestare i fucili nei macchinari senza rovinare le preziose calciature in legno. Le armi sono inoltre lasciate in bianco. La finitura è applicata dalla fabbrica solamente dopo aver ricevuto il nulla osta dal Banco di Prova. Dopo la prova forzata si ricontrollano le canne, le chiusure e il funzionamento dell’arma. Si effettuano per questo gli indispensabili controlli visivi.
L'occhio attento di un addetto verifica che all'interno delle canne non sia siano verificati cedimenti. Mediante l’utilizzo dei calibri passa non passa e utilizzando sofisticate apparecchiature elettroniche si verifica che la tenuta delle chiusure abbia resistito. Il minimo difetto o cedimento decreta lo scarto inesorabile dell’arma. Questo è segnalato su un apposito cartello che accompagna il manufatto durante tutto il chek up. L’arma scartata non riceve i punzoni del Banco e possiamo stare sicuri che questa non sarà mai messa in commercio.
Stesso trattamento è riservato alle armi corte semiautomatiche e ai revolver. Per questi ultimi è prevista la prova forzata di quelli ad avancarica. In questo caso il tamburo, caricato completamente, mediante uno speciale macchinario che utilizza come accensione delle cariche delle cartucce a salve, è fatto sparare simultaneamente.
Sono altresì testati fucili rigati sia a polvere senza fumo, sia a polvere nera.
Superato il test l'arma viene punzonata con vari marchi che attestano che la prova forzata è stata superata. E dai quali, oltre a molte indicazioni tecniche, si può risalire all'anno di immatricolazione dell'arma. Il Banco di Prova si occupa naturalmente di testare le cartucce del commercio mediante apposite canne manometriche che rilevano la pressione interna tramite trasduttori.
Anche chi effettua ricarica privatamente può richiedere un certificato di congruità delle cartucce preparate in casa. A volte chi sperimenta, senza seguire le indicazioni dei manuali forniti dai fabbricanti di polvere da sparo, dovrebbe, per sicurezza, inviare un lotto di cartucce al Banco di Prova per avere la conferma che l’accoppiamento, polvere, palla innesco non sia pericoloso.
Gli acciai, per vari motivi possono risultare difettosi. Avere un organo competente che controlli che le armi messe in commercio siano sicure e prive dei pur minimi difetti, fa dormire sonno tranquilli a noi appassionati. Occhio però a non esagerare ‒ con le pressioni non si scherza ‒ cariche esagerate di chi confeziona cartucce seguendo il “fai da te”, possono pericolosamente superare le pressioni ottenute con le prove forzate e provocare danni sia all'arma sia all'utilizzatore.
Il Banco Nazionale di Prova per le Armi da Fuoco e le munizioni commerciali è ubicato in via Mameli, 23 - Gardone Val Trompia - Brescia - Italia.