“Se l’avversario è a tiro spesso lo siete anche voi.”
Componente complessa e fondamentale nell’autodifesa e nelle attività di servizio sia pubblico che privato è l’atteggiamento mentale indicato spesso con il termine anglosassone mindset.
Avere in dotazione un corretto equipaggiamento, con idonei strumenti di autotutela ed armi non è sempre risolutivo durante l’esposizione a fonti di pericolo per la propria incolumità personale o altrui, infatti un corretto approccio mentale permette di aumentare il livello di prontezza operativa e ridurre così i tempi di reazione in un’eventuale situazione di pericolo.
Acquisite le competenze tecniche di base, l’operatore deve avere innanzitutto consapevolezza del proprio corpo, imparando a conoscere le reazioni allo stress ed alla paura, imparando così a gestire gli istinti primordiali che scaturiscono durante un’azione ostile e che potrebbero portare ad eccedere nell’azione di difesa.
Gestione dello stress e consapevolezza psicologica
Il passo successivo da compiere consiste nel finalizzare l’addestramento a fronteggiare condizioni di stress, sia sul piano psicologico conoscendo e gestendo ansia, paura e tensione, acquisendo consapevolezza mediante l’analisi di casistiche realmente accadute, valutando il contesto socio ambientale dove si vive o lavora e facendo un’attenta analisi della propria esposizione personale a pericoli in relazione all’attività lavorativa svolta, alla propria posizione sociale valutando il raggio d’azione in cui ci muoviamo e viviamo, includendo rapporti con terze persone con cui a vario titolo interagiamo nell’arco della nostra giornata, sia su quello tecnico rendendo istintive le tecniche e le tattiche operative, abituando quindi corpo e mente a compiere movimenti ed azioni che in situazione di rischio non necessitano di essere pensate.
Questa consapevolezza, unita all’addestramento permette di affrontare le varie casistiche di esposizione a rischio con maggiore attenzione, lucidità e sicurezza e quindi con più probabilità di successo, infatti attivare in maniera preventiva i nostri sensi grazie ad un corretto atteggiamento mentale permette di riconoscere in un’ampia percentuale di casi situazioni di pericolo, consentendoci così di evitarle se possibile o in caso contrario gestirle in maniera appropriata senza dover subire l’effetto sorpresa, che tende a creare nella maggior parte dei casi un effetto tunnel.
Tale effetto porta a focalizzare l’attenzione solo su una prima possibile minaccia identificata, non permettendo una scansione completa dello spazio circostante. In tali casi il nostro corpo istintivamente restringe il campo visivo e sensoriale focalizzando sulla minaccia, isolandoci quasi da tutto quanto succede intorno a noi, riducendo i nostri sensi e quindi la nostra reattività.
Police Mindset, la tensione operativa
Analizzando la posizione dell’operatore di polizia, è opportuno rilevare come lo stesso, nel predisporre un dispositivo di controllo sia mobile che fisso quale può essere anche un semplice posto di controllo, tiene conto di alcuni fattori tra i quali è determinante l’atteggiamento mentale e l’attenzione operativa anche detta “tensione operativa”, che fa sì che vengano tenute distanze di sicurezza ed operative, che venga messo in atto il corretto posizionamento del dispositivo con la predisposizione per le armi in dotazione e dei mezzi di coercizione fisica, valutando anche un eventuale intervento fisico.
L’operatore deve essere consapevole di correre dei rischi, quindi ha il dovere morale di limitarne le conseguenze, attraverso la preparazione e la professionalità, non potendo sperare nella fortuna.
Condizionamento mentale al combattimento
Relativamente al tiro da combattimento, è necessario sottolineare come attivare al massimo tutte le capacità è determinante nella riuscita dell’azione, ricordando che le cose essenziali sono sempre le più banali, infatti la prima accortezza che devono adottare tutte le persone che utilizzano armi quale strumento di lavoro, di difesa o sportivo, consiste nel tenere il dito indice fuori dal ponticello, in quanto è la sicura più importante e tenendo conto che più accurato del fuoco nemico c’è il fuoco “amico”.
In conclusione si può rilevare come l’atteggiamento mentale influisce in maniera determinante sul livello tecnico e comportamentale, nella comunicazione verbale e non verbale, nella gestione emotiva delle situazioni di esposizione a pericolo, è quindi una componente mobile variabile che può essere influenzata da fattori esterni siano essi psicologici o di fatto.