Certamente l’arrotatura concava, con un bisello accentuato che interessa due terzi della larghezza della lama, ha un aspetto aggressivo, tanto da essere impiegata per svariati coltelli tattici. O almeno in quelli che tali si definiscono, perché i coltelli militari ben difficilmente ricorrono a quella soluzione.
Ma proviamo ad esaminare l’uso che facciamo di un coltello.
Non ci combattiamo, visto che non siamo in guerra e che il porto del coltello è proibito anche a chi disponga di un porto d’armi per difesa personale.
Non è tanto logico, ma è così: con quella licenza difficile da ottenere si possono portare un paio di pistole, ma non un coltello. In città un piccolo temperino è generalmente tollerato, ma a rigor di legge si può essere denunciati per averne uno in tasca.
Quindi il coltello si porta quando c’è una giustificazione palese, come potrebbe averla il porto di un cutter per un tappezziere che stia andando al lavoro.
Oppure a caccia o se si va nei boschi a cercar funghi. A caccia, per la selvaggina da piuma, basterebbe un temperino munito di starnatore, mentre nei boschi o in campeggio anche il coltello chiudibile deve avere una sua robustezza.
Ci si può appuntire un ramo per farne un picchetto da tenda, ci si puliscono sul posto i funghi, ma se vogliamo guardare in faccia la realtà l’uso più frequente del coltello riguarda la colazione al sacco. E, forse perché affettare un salame o tagliare una michetta per farsi un panino non sono attività eroiche o guerresche, l’arrotatura concava non va bene, mentre quella piana si presta perfettamente. Non è un caso se il coltello si chiama slicer, derivato da to slice che vuol dire affettare.
Nella visione di Rick Hinderer un coltello che non sia a prova di usi pesanti non esiste. La ricerca della solidità parte dall’acciaio scelto per la lama, che è l’Elmax prodotto da Uddeholm. È un acciaio al Cromo-Molibdeno-Vanadio con una significativa percentuale di Silicio per accrescere la resilienza e un elevatissimo livello di Carbonio, ben l’1.7 per cento.
Con quella percentuale di Carbonio l’Elmax potrebbe essere temprato fino a raggiungere una durezza di 62 HRc, ma qui la durezza dopo tempra varia dai 57 ai 59 HRc, una soluzione che consente di ottenere tenuta del filo, resilienza e una facilità di affilatura che è paragonabile con il 154CM.
L’acciaio è ottenuto da metallurgia delle polveri, mescolate fino a raggiungere la composizione desiderata e sinterizzate. La ricerca di robustezza, naturalmente, si estende anche al manico.
A un esame superficiale sembra avere una guancetta in Titanio e l’altra in G10, ma non è semplicemente così. Si tratta di un coltello ferrato, con una struttura metallica del manico per cui sotto il G10 c’è un liner di Titanio grado 5 di ragionevole spessore.
Il lato in Titanio del manico è lavorato per ottenere il blocco della lama in apertura ideato da Chris Reeve: il frame-lock. Poiché il Titanio è più tenero dell’acciaio, il segmento del manico che si incunea sotto il tallone della lama sarebbe soggetto a rapido logorio. Ma qui non avviene perché all’interno del segmento di blocco della lama, in corrispondenza della sua parte superiore, è inserito un elemento di acciaio temprato, tenuto in sito da una vite Torx, che è stato temprato alla stessa durezza della lama. Prima o poi le due parti a contatto si consumeranno, ma la struttura stessa del blocco prevede un recupero automatico dei giochi.
La lama si dispiega agendo su una pinna che, in apertura, va a costituire la guardia.
Il movimento è privo di impuntamenti in quanto avviene su due cuscinetti a sfere.
La clip è reversibile e consente un ancoraggio alla tasca tale da nascondere pressoché completamente il coltello. Il manico ha, sul dorso, alcuni distanziali che lo mantengono molto aperto per facilitare la pulizia, la sua forma consente una presa molto salda.
Essenziale e robusto, il coltello è realizzato senza compromessi, fedele all’idea di tolleranza zero verso ciò che non è realizzato al meglio.