Esiste il gentleman’s folder, un coltello chiudibile generalmente di modeste dimensioni, caratterizzato da cura nelle finiture e scelta dei materiali. È un’estensione del temperino contrassegnata da eleganza formale che serve per il disbrigo delle piccole necessità di un gentiluomo. Il gentleman’s folder non sarà mai arma perché è un attrezzo indispensabile che non si penserà nemmeno lontanamente di poter utilizzare per difesa.
Ed esiste il tactical folder, un coltello chiudibile per usi generali caratterizzato da una struttura robusta che lo mette in grado di svolgere lavori di medio impegno e in qualche caso anche abbastanza gravosi. In questo caso, di solito, l’estetica è sacrificata alla funzionalità e la robustezza fa premio sull’eleganza anche perché un uso inespresso e fortunatamente raro del tactical folder è la difesa.
Infine, esistono alcuni rari coltelli in cui l’eleganza formale e la pulizia delle linee si coniugano con una struttura nettamente più robusta rispetto al temperino, sia pur maggiorato, mentre la scelta dei materiali non si limita a garantire la robustezza, qui assicurata dall’uso della fibra di Carbonio e del Titanio, ma conferisce anche un piacevole aspetto.
Quanto al materiale scelto per la lama si tratta dell’acciaio S30VN, un inossidabile da metallurgia delle polveri che è associato alla coltelleria fin dall’origine, essendo stato sviluppato, nell’iniziale configurazione S30V, da un metallurgista della Crucible in collaborazione con Chris Reeve, notissimo e reputato coltellinaio custom dell’Idaho. Il materiale originale è una lega al Cromo-Molibdeno-Vanadio, alla quale nella variante S30VN è stato aggiunto lo 0,5 per cento di Niobio mentre i contenuti di Carbonio e di Vanadio sono stati leggermente ridotti; il Carbonio tuttavia, pur ridotto, ha pur sempre un contenuto dell’1,4 per cento, davvero elevato. Il beneficio della nuova composizione chimica, a parità di tenuta del filo, consiste nell’eliminazione delle micro-dentature che si possono formare sul tagliente nell’uso intenso, per cui il filo può essere ripristinato su un acciarino o una coramella senza necessità di asportare materiale con l’uso di una pietra.
Il materiale è sofisticato, ma un coltello Zero Tolerance non è destinato ai principianti. È uno strumento che si acquista con cognizione di causa quando i coltelli semplicemente “di buona qualità” comunque non sono più soddisfacenti, magari anche solo perché costruiti in modo adatto allo scopo secondo il progetto mentre Zero Tolerance ha adottato il concetto di “overbuilt”. È un termine inglese che non ha esatta traduzione in italiano e corrisponde a un oggetto realizzato oltre le specifiche d’uso per raggiungere risultati superiori a quelli previsti in sede di accurato progetto.
La lama, elegante e sfilata, fa riconoscere immediatamente il design di Dmitry Sinkevich con la sua linea appena leggermente drop-point in cui il bisello non affilato del dorso termina prima della punta per lasciare nella sua prossimità il pieno spessore dell’acciaio.
La caratteristica della punta ribassata qui non è particolarmente accentuata per lasciare una punta con eccellente capacità di penetrazione. La tempra della lama è a una durezza di 59-60 HRc, per garantire un’eccellente tenuta del filo durante giorni e giorni di uso dell’attrezzo.
Il manico di un coltello chiudibile è quanto di meno vicino ci sia ad una scienza esatta perché deve contemperare due necessitò in conflitto tra loro, nel senso che deve garantire una presa salda ma al contempo deve avere dimensioni compatibili con il porto dell’oggetto in tasca, sempre tenendo presente che il miglior coltello tascabile è quello che ci si dimentica di avere con sé salvo ricordarsene nel momento in cui si ha bisogno di usarlo.
Qui abbiamo un buon bilanciamento tra ergonomia e dimensioni senza gravare sul peso dell’oggetto. A me questo manico piace, anche se c’è chi ha trovato qualche incongruenza tra la trama del Carbonio e la semplicità del Titanio semplicemente anodizzato. Ma vale la stessa obiezione che si fa per i coltelli da collezione, se cioè quell’oggetto ricercatissimo sia stato acquistato per ammirarlo cercando di toccarlo il meno possibile o per tagliarci qualcosa.
Va da sé che io sono per la seconda ipotesi, anche se non pretendo che altri la condividano. Il blocco della lama in apertura è assicurato dal sistema Frame-Lock ideato da Chris Reeve, quasi per una forma di completezza tra progettazione del materiale della lama e struttura del manico; per ovviare alla differenza di durezza tra Titanio e acciaio temprato, nel punto di contatto tra elemento di blocco e codolo della lama è inserita, nell’elemento di blocco, una lastrina di acciaio temprato tenuta in sito da una vite.
Il blocco è solido, come si dimostra tenendo il coltello aperto per il manico e battendo il dorso della lama sullo spigolo di un tagliere di legno. Qui il coltello resta aperto ma non avete idea di quanti coltelli, anche di reputati coltellinai custom, non superino la prova.
L’apertura è velocissima, azionata da una pinna dorsale che fa dispiegare la lama senza sforzo grazie a un sistema brevettato di cuscinetti a sfere. La finitura nera di lama e manico, pochissimo ravvivata dalle scritte grigie sui lati della lama e sulla clip. È ravvivata dai distanziali del manico. Anodizzati in color verde chiaro e sagomati sui lati del cilindro, introducono un tocco di colore discreto, come discreta deve essere l’eleganza. Il coltello ha un prezzo di listino di 225 dollari USA ma si trova in rete a 180 dollari su bladehq.com; come sempre occorre ricordare che l’acquisto in rete comporta i costi di trasporto, dazio e Iva per cui non sempre è così conveniente come potrebbe sembrare.