Per un collezionista di Spyderco il coltello Advocate diventerà un oggetto imperdibile, come il Gronchi rosa per i filatelici. Gli errori, quando davvero sono tali come non mi sembra che sia in questo caso, rappresentano sempre delle rarità perché sono tolti dal mercato il più presto possibile. Nel caso di questo coltello, devo dire che non so che cosa sia successo con i coltelli di chi si è lamentato, ma il mio funziona perfettamente.
Si apre bene con una sola mano, grazie ad uno sguscio sulla guancetta sinistra del manico che consente di raggiungere bene, con il pollice, il foro deputato all’apertura.
Si potrà obiettare che il coltello non è ambidestro perché, anche se la clip è reversibile, sul lato del manico contrassegnato dall’elemento che costituisce il blocco della lama in apertura, secondo il progetto originale di Chris Reeve, il foro sulla lama risulta parzialmente coperto e non c’è lo sguscio presente sul lato opposto.
Coltello Spyderco Advocate: dettagli tecnici
Obiezione solo parzialmente valida, perché il coltello realmente ambidestro non esiste e un mancino farebbe bene a procurarsi un coltello specializzato per essere impugnato con la sinistra; comunque per me che sono destrimane il mancato ambidestrismo (si potrà dire? Boh, l’importante è che renda l’idea) è un’obiezione di scarsa importanza e solo teorica visto che non inficia l’uso pratico del coltello.
In ogni caso l’apertura per mezzo della pinna dorsale, quella che gli americani chiamano Flipper, funziona perfettamente agevolata dal doppio cuscinetto a sfere.
Quest’ultimo, ancorché i puristi e i tradizionalisti abbiano notato che è diverso da quelli adottati su altri coltelli dello stesso produttore, svolge egregiamente la sua funzione e sul mio esemplare non richiede nemmeno quel mezzo scatto del polso che ho riscontrato necessario su altri coltelli.
Ho sentito l’obiezione che con i cuscinetti piccoli, che generano una ridotta superficie di contatto tra lama e guancette, si potrebbe arrivare ad avere una lama malferma in senso laterale, ma mi sembra un’obiezione senza senso. Un coltello è fatto per tagliare, non per essere usato come leva, un uso per il quale sarebbe l’attrezzo più inutilmente costoso e meno efficiente.
E se l’Advocate è usato per tagliare, come deve essere, la lama resterà sempre ferma in modo incrollabile.
Incidentalmente, sembra che tutti i coltelli di cui si lamenta il malfunzionamento siano stati “perfezionati” dai rispettivi proprietari che hanno stretto le viti che determinano la frizione tra manico e lama.
Questo almeno è quanto sostenuto da Mike Janich di Spyderco. Sono propenso a credergli perché, come ripeto, il mio coltello funziona perfettamente.
Il profilo della lama è quello essenziale e pulito di Gayle Bradley, tanto caratteristico da far immediatamente riconoscere un coltello che sia stato disegnato da lui.
Ha abbastanza curva per avere sempre un tratto affilato in contatto con il materiale da tagliare e una punta sufficientemente acuminata da consentire lavori di precisione; il profilo con un tratto rettilineo rende agevole la riaffilatura sulla pietra.
Non dovrà essere fatta con molta frequenza, visto che l’acciaio utilizzato, il CPM-M4, è ottenuto con la metallurgia delle polveri ed è una lega al W-Mo-V con una quantità di Cr sufficiente a proteggerlo dalla ruggine e una elevata percentuale di Carbonio, ben l’1,42 per cento.
L’elevato tenore di Carbonio non solo promette una lunga tenuta del filo, ma consente un’affilatura a rasoio che per gli incontentabili può essere perfezionata sulla coramella.
Il manico è in Titanio, con una superficie che si può definire a buccia d’arancia; al tatto sembra satinata, ma fornisce una presa salda.
All’interno dell’elemento di blocco del sistema frame lock una placchetta di acciaio temprato evita il contatto tra acciaio e Titanio; la placchetta è leggermente più lunga dell’elemento di blocco e consentirà di recuperare un’eventuale usura.
Aspetto di leggere altri commenti sui forum, ma come già detto l’esemplare in mio possesso funziona bene.