Arriva Lockin’, il coltello rototraslante

Ciao Alberto, presentati ai lettori di all4shooters....

Sono nato nell’89 a Merate (LC), e abito a Rovagnate.  Sono socio fondatore di una start – up tecnologica innovativa (Repiks Technologies), suono ed insegno la tromba e mi dedico all’artigianato, in particolar modo ai coltelli, firmandomi “Garbino”.

Come ti sei avvicinato al lavoro di coltellinaio?

Credo di aver avuto fin da piccolo una certa propensione per i lavori manuali creativi: di carta, legno, di riciclo… e chi più ne ha più ne metta. 

In questo sono stato sempre supportato e ispirato, con molti input, dal papà progettista meccanico, dalla mamma grafica, dal nonno e dallo zio ingegneri e da un variegato assortimento di parenti musicisti, artisti e tecnici.  

Verso i diciotto anni, per una fortunata serie di circostanze, sono capitato per la prima volta a casa del Maestro Claudio Riboni, dove ho capito (con un molare di mammuth in mano e un punto interrogativo enorme in testa) che a parlar di coltelli si andava ben oltre i multiuso e gli Opinel, e che esisteva un mondo intero di lavorazioni incredibili e materiali pazzeschi.

Prototipo in legno del coltello Lockin' aperto
Modello di legno del coltello rototraslante di Alberto Gariboldi, che mostra il principio di funzionamento.
Modello di legno del coltello Lockin'
Modello di legno del coltello rototraslante di Alberto Gariboldi, che mostra il principio di funzionamento.
Modello di legno del coltello rototraslante Lockin' chiuso
Modello di legno del coltello rototraslante di Alberto Gariboldi, che mostra il principio di funzionamento.
Modello di legno del coltello rototraslante Lockin'
Modello di legno del coltello rototraslante di Alberto Gariboldi, che mostra il principio di funzionamento.

Video: intervista ad Alberto Gariboldi

Prototipo di coltello Lockin' aperto
Il coltello Lockin’ aperto ha una linea spartana, caratterizzata dalla lama di generose dimensioni. Questo è il primo esemplare definitivo.
Prototipo di coltello Lockin' chiuso
Il coltello Lockin' chiuso. Con una certa pratica è possibile arrivare ad aprirlo con una sola mano.

Ricordi il primo coltello che hai fatto?

Avevo già provato a fare un paio di cose somiglianti a coltelli. 

Il primo era composto da una “lama” in ferro incastrata e legata in un manico di bambù, il secondo una specie di “Rambo” tagliato fuori con il flessibile in malo modo da una roncola. 

Quest’ultimo l’avevo pure portato orgogliosamente al maestro Riboni, e non ti dico la sua faccia divertita! 

Da allora ho investito tutto il mio tempo, il mio cervello e le mie risorse nel realizzare un coltello che fosse sempre un pochino migliore del precedente. 

In tutto questo  Claudio Riboni non mi ha mai negato né un consiglio né un predicozzo,  rivelandosi fin da subito un grande maestro e il mio principale punto di riferimento. Come tutti i lavori artigianali e non solo, anche quello del coltellinaio è un mestiere che si impara praticando e sbattendo la testa sugli errori, ispirandosi ai grandi esempi e non smettendo mai di studiare ed apprendere i segreti che persone, libri e web custodiscono. 

Sicura sul prototipo di coltello Lockin'
Su ciascun lato della testina si trova un pulsante in titanio che funge da sicura. Per aprire il coltello è necessario premerli entrambi.
Prototipo di coltello Lockin' nel suo fodero
Vista la particolare forma del coltello, è stato studiato anche un particolare fodero in cuoio.

Come ti è venuta l’ispirazione per il coltello rototraslante?

Una sera ero nel mio laboratorio-garage, era molto tardi e imprecavo contro un piccolo chiudibile a frizione che proprio non ne voleva sapere di venire bene. 

In un momento di pausa, fissando il coltello, ho preso coscienza del fatto che, per quanto ne sapevo io, in un chiudibile la lama doveva essere necessariamente sempre più corta del manico, e questa cosa lì per lì non mi è proprio andata giù. 

Mi deve essere balenato per la testa qualcosa, in quel momento. 

Ho pensato che quando si disegna un chiudibile tutto si sviluppa in funzione del perno e che se tutti partissero sempre disegnando quel perno, i chiudibili si chiuderebbero sempre nello stesso modo. 

Ho preso un pezzo di carta delle dimensioni di una lama, ho segnato due centri, ci ho messo due puntine e altri due pezzi di carta. Da li è partito un percorso durato circa due anni e mezzo, che mi ha portato a realizzare il Lockin’, il coltello rototraslante.

Prototipo di coltello Lockin' vista inferiore
Vista inferiore che mostra la particolare cartella imperniata, che rende possibile l'estensione dell'impugnatura.
Coltello Lockin' in fase di apertura
Il coltello rototraslante Lockin' in fase di apertura intermedia.

Come è avvenuto il contatto con il premio Artigenio Mercedes?
Tutto è cominciato con qualche schizzo ed un disegno su carta, un modellino di legno, una prima progettazione virtuale ed una stampa 3d casalinga, in plastica blu.  Ad un certo punto il progetto si è arenato: sembrava troppo complesso, critico in alcune sue parti. 

Più andavo avanti a scervellarmi, meno mi sentivo in grado di eseguire le giuste lavorazioni. Un anno più tardi sui Social media viene pubblicizzato un concorso per “...makers con progetto nel cassetto” sponsorizzato da Mercedes e promosso da Confartigianato, il premio Artigenio

Ho deciso di iscrivermi con il coltello di plastica blu e qualche mese dopo ero vincitore di una considerevole cifra (10 mila Euro) spendibile per la realizzazione del mio progetto.
Ho quindi cominciato a ripensare in maniera più seria alla faccenda, esponendo l’idea alla Repiks, la mia Start-up, che l’ha accolta con inevitabile entusiasmo. 

La Repiks è nata proprio con l’intento di sviluppare e brevettare ‘invenzioni’, ovvero prodotti di innovazione tecnologica.  

Grazie al budget vinto con Artigenio e l’intervento di engineering e comunicazione della Repiks, il salto di qualità è stato immediato.  

Sono infatti seguiti la progettazione esecutiva, il brevetto d’invenzione, un prototipo in stampa 3D di precisione, una prima analisi di marketing e la realizzazione di una comunicazione base. 

Dal canto mio, mi sono messo al lavoro con l’acciaio, una piccola fresatrice CNC e un sacco di pazienza:  la sola realizzazione del primo prototipo in metallo ha richiesto poco meno di sei mesi di lavoro.

Alberto Gariboldi al lavoro
Alberto Gariboldi impegnato nella forgiatura di una roncola.

Puoi spiegare in brevissimo come funziona e quali vantaggi offre?
Questo coltello, in cui le varie componenti formano un quadrilatero articolato, si apre e si chiude seguendo un movimento di rototraslazione. 

Durante la chiusura il manico si scompone, allungandosi e rendendo possibile la copertura totale di una lama da fisso (il tagliente misura 180mm).
Durante l’apertura il manico si ricompone e si compatta a circa 130mm, rendendo il coltello poco ingombrante durante l’utilizzo rispetto ad un chiudibile con lama di dimensioni analoghe. 

Il sistema, a cinque perni, in configurazione aperta ha differenti superfici di battuta tra le componenti, che lo rendono particolarmente rigido e robusto. 

La doppia sicura fa sì che il coltello sia ambidestro e sono possibili (non senza una certa pratica) l’apertura e la chiusura ad una mano.

Alberto Gariboldi intento a forgiare insieme ai maestri coltellinai Flavio Poratelli, Giuseppe Pala e Claudio Riboni.
Da sinistra: Alberto Gariboldi intento a forgiare insieme ai maestri coltellinai Flavio Poratelli, Giuseppe Pala e Claudio Riboni.

Quali materiali hai utilizzato per il coltello rototraslante?

Il coltello prototipo è lungo 320 mm aperto, 200 mm da chiuso e pesa 407 grammi

È realizzato quasi interamente in acciaio inossidabile 440C, ed è completamente smontabile in 47 componenti, con viteria M3 in acciaio cementato brunito o inox. 

Fanno eccezione all’inossidabilità le due cartelle (non so neanche se definirle così) che ho realizzato in acciaio C80. 

Le due sicure sono in Titanio 6Al4V da 1,2 mm e le guancette in multistrato di ciliegio e fibra di carbonio, creato appositamente. 

Il coltello ha pure un prototipo di fodero, ambidestro, per la configurazione chiusa,  realizzato in cuoio.


Qual è stata la parte più difficile da realizzare?

I momenti critici della realizzazione sono stati molti: dagli errori di programmazione, in seguito ai quali buttavo alternativamente pezzi usciti male e frese sdentate, alle centinaia di smontaggi e rimontaggi per eliminare giochi e attriti, alle minime deformazioni dei pezzi in tempra che non facevano combaciare più i fori. Inaspettatamente le guancette hanno richiesto molti tentativi prima di essere soddisfacenti.

Quando sarà pronta la versione definitiva e quanto costerà?
Non posso purtroppo ancora parlare di tempi e costi, ma con i due soci della Repiks stiamo lavorando per portare il più rapidamente possibile il coltello a produzione in due diverse versioni e a costi accessibili.
La prima serie numerata e limitata di cento esemplari sarà con meccanica completamente in titanio e guancette in tecnopolimero ad alte prestazioni. La successiva serie sarà con meccanica in acciaio e configurabile da parte del l’acquirente, ad es. nelle finiture della lama e nella scelta delle guancette. Sarà comunque possibile avere su richiesta servizi di customizzazione  artigianale.

Hai già in mente qualche altra diavoleria?
In effetti, ora che mi ci fai pensare……


Per ulteriori informazioni visita il sito www.repiks.it e la pagina Facebook www.facebook.com/OfficinaArtisticaGarbino

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