Maserin Reactor, un tactical folder di grande personalità

Maserin Reactor aperto
La piastrina in titanio che costituisce metà dell’impugnatura è lavorata con grande precisione. Come si può vedere il blocco della lama è un frame lock.

Il Maserin Reactor è un tactical folder che ha una storia molto particolare: il suo progettista è Nicolai Lilin, autore di “Educazione siberiana” un romanzo autobiografico di grande successo dal quale nel 2013 il regista Gabriele Salvatores ha tratto un film bellissimo e nel quale i coltelli hanno una parte molto importante. Ma Lilin non è solo uno scrittore: profondo conoscitore dell’arte e della simbologia del tatuaggio criminale siberiano, oltre che dell’animo umano, svolge anche un’apprezzata attività di tatuatore in Italia ed è molto attivo sui Social. Il suo sodalizio con le Coltellerie Maserin risale al periodo delle riprese del film, quando l’azienda di Maniago presentò il Siberian Knife, un coltello a lama fissa dalle linee tipicamente siberiane e ricorrente anche nell’iconografia del tatuaggio siberiano. La collaborazione è proseguita con il modello Police, altro coltello a lama fissa dalla forte personalità ed è arrivata al terzo capitolo con il modello Reactor, primo chiudibile realizzato con firma Kolima.

L’ispirazione per questo coltello, che vuole essere un omaggio a tutte le forze speciali che usano armi bianche, viene da un’operazione effettuata dagli Specnaz russi nel 2010 lungo le coste della Somalia. Un gruppo di terroristi somali riuscì ad abbordare una petroliera russa prendendo in ostaggio l’equipaggio. Fu deciso un intervento delle truppe speciali di marina, ma vista la fortissima presenza di vapori infiammabili, anche un solo colpo d’arma da fuoco sparato a bordo della nave ne avrebbe potuto causare l’esplosione. Gli Specnaz decisero allora di affrontare i terroristi servendosi solo di armi bianche. La vicenda, con qualche licenza narrativa è raccontata nel film “22 minuti” di cui il nostro Gaio Saverio Fabbri vi parla nel video qui di seguito.

Il Maserin Reactor nei dettagli

Maserin Reactor chiuso
Il Maserin Reactor chiuso. In alto a destra si può vedere il confortevole flipper per l’apertura con una sola mano. Molto bella la lavorazione della superficie in titanio.

Dal punto di vista pratico il Maserin Reactor si presenta come un chiudibile di generose dimensioni, caratterizzato fortemente dalla linea originale della lama, dotata di uno sguscio di alleggerimento su entrambi i lati e di una bisellatura diritta (flat grind). La lama, che è lunga 110 millimetri e ha uno spessore di 44 mm è costruita in acciaio al carbonio D2; tecnicamente non si tratta di un acciaio inossidabile, ma ha comunque un’elevata resistenza all’ossidazione. Una delle tante caratteristiche positive dell’acciaio D2 è che permette di spingersi in avanti con la durezza e non a caso la lama del Reactor è temprata con un valore di 58/61 HRC. Sul lato sinistro della lama troviamo inciso con il laser un logo disegnato dallo stesso Nicolai dedicato ai corpi speciali e la firma “Kolima design” che fa riferimento al laboratorio di tatuaggi di Lilin, e a tante altre cose, mentre su quello destro troviamo il logo del produttore e l’indicazione dell’acciaio apposte in modo nitido e non invadente. La finitura della lama è di tipo stone washed a grana molto fine, sembra quasi una satinatura. 

Dorsalino del coltello Maserin Reactor
Il dorsalino in acciaio inox sporge dalla coda dell’impugnatura con funzione di sfonda cristalli. La clip è riposizionabile.

I piani e le linee della lama sono realizzati con grande nitidezza, in particolare il doppio sguscio laterale: esperienza dei fratelli Maserin al suo meglio. Il Reactor si apre grazie a un flipper laterale e rimane aperto grazie a un sistema di chiusura “frame lock”. L’impugnatura è di due diversi materiali: la guancetta sinistra è in G10, nel nostro caso di colore nero, ma è disponibile anche in marrone, verde o blu, mentre quella destra è ricavata in un solo pezzo di titanio e ospita la flangia di chiusura e la clip in acciaio inox, reversibile. Il distanziale in acciaio Inox sporge oltre la parte posteriore dell’impugnatura, andando a costituire un robusto frangivetro.

Leggero, ma non certo debole

Lama del Maserin Reactor
La lama con molatura flat grind è in acciaio D2 e riporta un logo disegnato da Nicolai Lilin, che rappresenta lo spirito delle Forze Speciali.

Sul Maserin Reactor è stato svolto un buon lavoro di alleggerimento, oltre ai già menzionati sgusci sulla lama sono anche stati praticate delle fresature nel materiale delle guancette, invisibili all’esterno. Grazie a questo il Maserin Reactor pesa solo 158 grammi, che per un coltello delle sue dimensioni con lama spessa 4 millimetri non sono tanti. La lavorazione rigata della guancetta di titanio sembra invece più improntata ad aumentare la grippabilità, piuttosto che per alleggerire, e in questo raggiunge il suo scopo, offrendo una superficie molto piacevole al tatto. Il punto di contatto tra la flangia di chiusura e il tallone della lama è rinforzato con una piastrina d’acciaio fissata fa due grani Allen. L’ unico appunto che ci sentiamo di fare all’impugnatura è l’aspetto un po’ povero della guancetta in G10 nero. 

La lama si apre ruotando dolcemente su cuscinetti a sfera, e il flipper di forma e dimensioni perfette è comodo e intuitivo da azionare, anche con i guanti.

Scheda tecnica

ProduttoreMaserin - www.maserin.it
Modello681 Reactor
Tipologiachiudibile tattico
Materiale lamaacciaio al carbonio D2 58/61 HRC
Lunghezza lama110 mm
Lunghezza totale245 mm
Spessore lama4 mm
Finiturastone washed
ImpugnaturaG10 blu, marrone, nero o verde
Telaioin titanio
Chiusuraframe lock
Clipin acciaio inox, reversibile
Notefrangi vetri in acciaio inox
Peso158 grammi
Prezzocirca 190 euro

In definitiva, il Maserin Reactor non è il capriccio di una celebrità: Nicolai Lilin di coltelli ne sa, e il risultato del suo progetto è un coltello veloce da aprire e da maneggiare, grazie al peso ragionevole e all’eccellente bilanciamento. Sicuramente quel millimetro in più di spessore della lama aiuta a fare la differenza quando si tratta di tagliare in fretta e bene. Può essere una scelta interessante per un EDC con un quid di robustezza in più. Per il resto, la qualità della lavorazione è quella tipica dei fratelli Maserin, quindi eccellente, e il prezzo di circa 190 euro ne è una coerente conseguenza. Vi lascio ora a Gaio Saverio Fabbri e alla sua recensione del film “22 minuti”.

Cinema e armi: 22 Minuti, a cura di Gaio Saverio Fabbri

Recentemente mandato in onda da uno dei canali Mediaset, 22 Minuti è un film russo del 2014 che racconta di un episodio realmente accaduto, l’abbordaggio da parte di una squadra di Commandos (Specnaz, reparti speciali) della Fanteria di Marina Russa della petroliera (nel film una gasiera) MN Moscow University, sequestrata da un gruppo di pirati somali nel maggio 2010 al largo dell'isola di Socotra, nel Golfo di Aden. Per noi è l’occasione di osservare da vicino l’armamento e l’equipaggiamento dei famosi commandos russi, partiti per l’operazione dal cacciatorpediniere Marshal Shaposhnikov, e quello sempre di fabbricazione russa in mano ai pirati. Si va dai fucili d’assalto AKM, AKMS, AKMSL, AK-74, AKS-74, AKS-74U, ai fucili Simonov SKS, alla mitragliatrice leggera portatile Kalashnikov RPK-74 5,45x39mm e a quella pesante antiaerea Degtyaryov-Shpagin DShKM - 12.7x108mm, al cannone automatico Shipunov 2A42-30x165mm montato su di un elicottero da attacco Kamov Ka-52. Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa se lo dovete ancora vedere…

Le armi degli Specnaz della Fanteria di Marina Russa in un film sull’abbordaggio della petroliera MN Moscow University

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