Se c’è un Corpo militare abituato ad operare in scenari impervi, è quello degli Alpini. Truppe di montagna che per il terreno di operazioni e l’imprevedibilità delle situazioni ha portato al massimo grado l’arte militare di arrangiarsi.
Anche chi non ha fatto il soldato li conosce, fosse solo per quei loro canti crepuscolari, lenti soavi e tremendi, che raccontano della Grande Guerra vista dalle trincee, della Russia e del ponte di Perati. “Era una notte che pioveva e che tirava un forte vento, immaginatevi che grande tormento per un Alpino che sta a vegliar”.
Vegliarono, combatterono, molti morirono; nessuno si tirò indietro perché gli Alpini queste cose non le fanno. Chi li ha visti all’opera nella protezione civile sa che cosa sono in grado di fare nelle situazioni di emergenza.
Ebbene, un Alpino ha bisogno di attrezzi robusti, utili sempre, indistruttibili, con cui si fa tutto, ivi compreso l’attrezzo più antico dell’umanità. Il coltello.
Durante la preparazione della missione Nimbo, tra le varie imprese alle quali furono assegnati i vari nuovi progetti, Extrema Ratio fu quella incaricata della progettazione e dello sviluppo di un coltello multifunzione utilizzabile dalla fanteria, ivi compresa quella di montagna.
Un coltello che potesse essere utilizzato sul campo, in azione, e che fosse adatto a risolvere una serie di situazioni in cui anche attrezzature più specializzate si fossero dimostrate inadeguate. La soluzione trovata si dimostrò così adatta allo scopo da dar origine alla baionetta Fulcrum, con le stesse caratteristiche del coltello ma in grado di essere essere agganciata al fucile d’ordinanza. E col taglio verso l’alto, come deve essere e molto spesso non è.
Caratteristiche del coltello Fulcrum
La lama del Fulcrum, forse il coltello più robusto e versatile disponibile per usi militari e civili gravosi, ha un formidabile spessore di un quarto di pollice (6,35 mm) ed è alleggerita sul dorso per raggiungere un esatto bilanciamento, che prevede l’equilibrio sul tallone.
In questo modo sarà possibile usarla, oltre che per le tradizionali operazioni di taglio, per portare fendenti utilizzandola come una mini accetta.
È lunga 171 millimetri e vicino al tallone ha un tratto seghettato di quaranta millimetri, utile per il taglio di materiali fibrosi. La punta ha quella forma a scalpello che viene impropriamente definita come punta Tantō; per aumentarne la capacità di penetrazione attraverso indumenti pesanti o protezioni balistiche leggere la versione militare ha il tratto obliquo del controfilo affilato a rasoio.
Questa caratteristica non è presente sulla versione civile, che non prevede l’uso di punta contro un avversario ma è indirizzata all’utilizzo come coltello da campo.
La lunghezza della parte tagliente consente che la parte affilata della punta rimanga tale, per gli usi che ne richiedono l’impiego.
La lama, che può reggere uno sforzo alla flessione di 150 chili senza rompersi, ha una poderosa doppia guardia realizzata nella stessa billetta; nel tratto di dorso subito sotto la guardia una corrugazione con due risalti è destinata all’appoggio del pollice in caso di impugnatura arretrata.
Materiali e finiture
L’estremità del codolo che sporge dal manico reca un occhiello per l’aggancio di un correggiolo. La finitura è nera, sia per la lama sia per il manico; il soldato non ha bisogno di colorazioni mimetiche e gli basta che il coltello, sia portato in vista al fianco, nel fodero, sia tenuto in mano non mandi riflessi sotto il sole. Per questo motivo la brunitura della lama, a standard MIL C-13924, non è lucida.
Il manico è in Forprene, un materiale termoplastico vulcanizzato resistente ai raggi ultravioletti, all’ozono e all’invecchiamento atmosferico; ottima scelta per un coltello da campo che sarà utilizzato prevalentemente all’aperto.
Resta da parlare del fodero, che a coltello nuovo è parzialmente ripiegato, assicurato con un elastico e munito di un sacchetto di gel di silice per assorbire l’umidità.
Nessun pericolo, quindi, che il coltello appena estratto dalla scatola presenti qualche difetto, cosa del resto assicurata da uno stringente controllo di qualità. Il fodero ha una lunga aletta anteriore, l’attacco cosciale e un interno rigido che trattiene saldamente il coltello; una striscia di Cordura chiusa da due bottoni a pressione assicura ulteriormente il manico alla parte in Cordura del fodero, garantendo che il coltello non possa impigliarsi negli abiti anche nel caso di truppe paracadutate.
La manutenzione del coltello è veloce, visto che il manico può essere smontato con una chiave Torx; sappiamo tutti, dalle parole del coltellinaio custom americano James Schmidt, che la manutenzione è la prima testimonianza dell’importanza che noi attribuiamo a un oggetto.
Per chi non combatte in Afghanistan e non si lancia col paracadute, la versione civile del Fulcrum, quella che vedete fotografata, rappresenta comunque un eccellente attrezzo tuttofare per il campeggio e le attività all’aperto. D’altra parte non poteva essere diversamente visto che il soldato, in zona d’operazioni, è campeggiatore per definizione ed opera all’aperto. Qui ci troviamo di fronte ad un vero e proprio paradigma di riferimento per i coltelli multiruolo.