A Spyderco siamo debitori di molte idee che oggi vanno per la maggiore. Non c’è solo la diffusione dell’apertura dei coltelli con l’uso di una sola mano; dobbiamo al costruttore americano la più efficace seghettatura (serration non è esattamente seghettatura perché i denti non sono uniformemente spaziati, ma questa traduzione rende l’idea) di un tagliente, la diffusione dell’arrotatura piatta quando tutti la facevano concava e a volte con pronunciata concavità, uno strumento di affilatura efficace e facile da usare, l’introduzione di acciai all’Idrogeno per l’uso in acqua salata. Non sono tutti i meriti di Spyderco, ma ce n’è abbastanza per dare un’idea. Meno importante, finora, è la presenza del costruttore statunitense nel campo dei coltelli a lama fissa.
Per la verità, qualche anno fa si era cimentato con il Bushcraft, un coltello con affilatura nordica (lama pian-parallela con solo una striscia abbastanza stretta bisellata per ottenere il tagliente) e con uno splendido manico di legno al quale l’azione di un fungo microscopico aveva conferito delle sottili linee nere. Il coltello però fu tolto di produzione dopo un tempo abbastanza breve, perché il legno si fessurava. Ma il motivo non stava nel legno, che come è noto è un materiale vivo che risente delle condizioni climatiche e del tasso di umidità. Il problema stava nella scarsissima o nulla manutenzione, quell’attività che secondo il rimpianto coltellinaio americano James Schmidt testimonia dell’importanza che noi attribuiamo a un oggetto. Chissà perché, il legno del mio Bushcraft, che tre-quattro volte l’anno è trattato con olio di lino, è ancora perfetto.
In seguito altri coltelli a lama fissa, di cui un paio su disegno di Gayle Bradley, sono stati prodotti. Ad essi si sono aggiunti alcuni coltelli da cucina - un revival, per Spyderco – e ultimamente, nel catalogo 2016, i due che vi stiamo presentando. Uno dei due è l’erede del Bushcraft, tanto che è proposto anche con l’affilatura nordica. Ho scelto la versione con affilatura piana per un motivo banale: va meglio per affettare il salame. Capisco che l’impiego non rientri nella gamma degli impieghi tattici oggi tanto di moda e che non si tratti di un uso eroico, ma questo Proficient Pin – è il nome del coltello in questione – è un coltello da campo, per usi generali. La forma della lama lo rende adatto anche per l’impiego a caccia, anche se ha un po’ troppa punta per lavorare nelle cavità, ma questa è solo una semplice conseguenza della versatilità che un coltello tuttofare deve necessariamente avere. L’eredità del Bushcraft si manifesta appieno nel fodero, in cuoio spesso con passante per cintura, identico a quello del predecessore. Non sono previsti vari modi di portare il coltello attraverso varie posizioni del passante: qui sono inutili dal momento che l’attrezzo non è destinato a specifici impieghi tattici.
Il piatto della lama mostra su entrambi i lati evidenti segni di arrotatura, che si percepiscono nettamente passandovi sopra un’unghia. È una finitura cercata e voluta che manifesta la sua utilità quando si tagli un materiale che in condizioni normali aderirebbe alla lama mentre qui ciò non avviene. In pratica, i segni di arrotatura svolgono la stessa funzione che nei coltelli per il salmone è affidata a una serie di fossette sui fianchi della lama, solo che qui non ne inficiano né la robustezza né la versatilità. Il Proficient Pin è un coltello che si presta per una serie di lavori senza privilegiarne alcuno ma anche senza che la propria versatilità renda difficile qualche specifico impiego. Certo, con un coltello specializzato per ciascun compito si lavora meglio, almeno in teoria. Nella pratica, non solo nessuno porta con sé un set di un paio di decine di coltelli e inoltre è noto che il miglior coltello per svolgere un certo compito è quello che si ha con sé, non quello perfetto lasciato a casa.
Il manico è la plastica dimostrazione che Spyderco non intende rischiare ulteriormente con materiali vivi come il legno. Qui abbiamo due masselli di fibra di Carbonio lavorati per ottenere le guancette, che risultano indeformabili, a prova di agenti atmosferici, agenti chimici e fluidi organici al punto che il coltello potrebbe tranquillamente essere messo in lavastoviglie. Però non fatelo; il coltello merita un po’ più di rispetto e deve essere pulito e asciugato a mano dal proprietario.
Due parole sull’acciaio, che è lo stesso che troveremo nell’altro coltello, lo Sprig Pin. È stato scelto il CPM-S90V, un acciaio martensitico al Cromo-Vanadio-Molibdeno che ha una resistenza all’usura migliore del D2 per utensili e un’inossidabilità migliore rispetto al 440C. L’elevato contenuto di Carbonio, pari al 2,3%, è consentito dalla metallurgia delle polveri, visto che nelle produzioni tradizionali con il 2% di Carbonio non si ha più acciaio ma ghisa. Peraltro il Carbonio si lega al Vanadio per formare carburi durissimi che forniscono la resistenza all’usura, mentre tutto il contenuto di Cromo è impiegato per l’inossidabilità.
E passiamo all’altro coltello. Lo Sprig nell’intenzione del produttore è un coltello “bird-n-trout” destinato a lavorare sulla piccola selvaggina o sul pesce. Ma svolge anche la funzione di un coltello Trophy, disegno di Bob Loveless destinato, appunto, alla preparazione dei trofei e adatto a lavorare intorno alle corna e sulle mucose. Un coltello, quindi, non destinato intenzionalmente ad impieghi pesanti, anche se la lama spessa 3 millimetri non richiede di essere usata con speciale delicatezza.
È la seconda collaborazione tra i coltellinaio custom Phil Wilson e Spyderco. Come nei coltelli custom di Phil, anche qui l’arrotatura è piatta e, lavorando sul pesce, i segni di arrotatura qui leggermente più marcati rispetto al Proficient, manifestano tutta la loro ragion d’essere. Il coltello è leggero, bilanciato con il peso sul manico per poterlo usare con agilità; la guardia integrale, caratteristica del coltellinaio, consente una presa sicura e confortevole ed evita che la mano possa scivolare in avanti entrando in contatto con il tagliente.
Il manico ha le guancette in G10, ben lavorato e di aspetto piacevole, fissate con quattro rivetti più un quinto passante che consente l’aggancio di un correggiolo. Il fodero è in Boltaron lavorato su misura e trattiene molto saldamente il coltello, al punto che per estrarlo e rinfoderarlo occorre una certa forza. L’aggancio del coltello al fodero è segnalato da un ben avvertibile click. Verso la punta, il fodero ha un foro passante su entrambi i lati per evitare il ristagno di umidità; la clip, dal marchio registrato come G-clip, consente una vasta scelta della posizione in cui portare il coltello. Entrambi i coltelli sono prodotti a Taichung, località in cui il costruttore americano fa realizzare alcuni dei suoi modelli di maggior pregio. In sostanza, i coltelli a lama fissa di Spyderco mantengono tutte le buone qualità che hanno caratterizzato e caratterizzano i coltelli Spyderco chiudibili. Non è poco.