L’asta numero cento di Hermann Historica è stata archiviata come un grande successo e ha visto passare di mano alcuni strepitosi pezzi da collezione come una pistola semiautomatica Korth 13E con matricola 003 alla bella cifra di 42mila euro. Se ve la siete persa potete andare a vedere l’articolo che le abbiamo dedicato, ma non soffermatevi troppo perché è già pronto il catalogo online dell’asta “Armi da collezione antiche e moderne” che si terrà in versione solo online dal 10° all’11 luglio 2024. Come di consueto il catalogo online può essere consultato attraverso il sito dell’azienda.
Asta Hermann Historica del 10-11 luglio, pezzi interessanti e abbordabili
Dopo la scorpacciata di pezzi rarissimi molto costosi, riservati alle tasche di pochi e facoltosi collezionisti, l’asta numero 101 segna un ritorno della casa bavarese a proposte più interessanti anche per il collezionista dal budget limitato, ma desideroso di inserire nella sua raccolta un pezzo interessante e in eccellenti condizioni di conservazione. Abbiamo scelto quindi di presentarvi anche e soprattutto una serie di lotti con prezzo di partenza abbordabili, in pratica quelli per cui anche noi di all4shooters faremmo volentieri un’offerta. In più citeremo un paio di pezzi che riteniamo di particolare interesse per il mercato italiano o per la ricercatezza del progetto, come quello che vedete nella foto qui sotto.
Partiamo con un’eccezione, ovvero un pezzo con prezzo di partenza di ben 9.000 euro, a nostro parere giustificato dalla rarità e dalle condizioni di conservazione. Si tratta del lotto 11196, un bellissimo esemplare di fucile Genhart con caricatore a torre, detto anche a tamburo orizzontale, prodotto a Liegi (Belgio) alla metà del 1800. Il sistema di caricamento a torre fu brevettato nel 1853 dall’armaiolo svizzero Heinrich Genhart, trasferitosi in Belgio. Questa ingegnosa carabina montava un caricatore a tamburo orizzontale che conteneva dieci cartucce calibro 9mm costituite da una palla in piombo, da una carica di lancio avvolta in un foglio di stagnola e da un innesco tubolare. Azionando una leva si provocava la rotazione del tamburo che presentava la cartuccia al vivo di culatta.
Contemporaneamente la canna arretrava di pochi millimetri e bloccava il tamburo, che aveva la faccia anteriore opportunamente svasata, svolgendo il doppio compito di blocco del tamburo e di sigillo contro l’uscita dei gas di sparo. Premendo il grilletto si faceva scattare verso l’alto il percussore che attraverso una cavita del tamburo andava a percuotere la parte sporgente dell’innesco, provocando la partenza del colpo. Le cartucce della carabina Genhart non erano in vendita, ma insieme all’arma veniva fornito un semplice kit che permetteva di fabbricarle in casa usando palle di piombo, polvere e carta stagnola, oltre naturalmente agli speciali inneschi a bastoncino. Il sistema di Genhart fu applicato anche ad alcune pistole ma non ebbe la fortuna sperata, anche se l’arma era costruita molto bene e con alcuni accorgimenti volti a garantire la sicurezza del tiratore. Probabilmente anche la difficoltà nel reperire gli inneschi fece la sua parte e ora il nome di questo geniale inventore è ricordato grazie ai collezionisti che, è facile prevederlo, si contenderanno la carabina in vendita da Hermann Historica. L’arma è in buone condizioni, con canna rigata a sezione ottagonale e coperchio del tamburo inciso con mascheroni e numeri in corrispondenza delle camere di cartuccia rimessi in oro. Si tratta di una bella testimonianza della transizione tra avancarica e retrocarica, che in quest’arma trova una delle sue più ingegnose espressioni. Ricapitolando, il numero di lotto è 11196, il prezzo di partenza 9.000 euro.
Passiamo al lotto 11444, un perfetto esempio di un’arma originale ma economica, che potrebbe essere il primo pezzo di una collezione destinata a ingrandirsi. Si tratta di una pistola Mann del 1920 in calibro 6,35mm, che si potrebbe definire la prima pistola da difesa superleggera (o sub-compatta) della storia. Negli anni Venti del ventesimo secolo le pistole tascabili in calibro 6,35mm erano diffusissime e decine di inventori e produttori cercavano di distinguersi in un mercato enorme fatto da armi pressoché identiche, ovvero piccole semiautomatiche con chiusura a massa. L’ingegnere tedesco Fritz Mann decise di concentrarsi sulla riduzione del peso e progettò una piccola pistola con un otturatore molto leggero e un sistema di apertura ritardato da un solco radiale a metà della camera di cartuccia. Al momento dello sparo i gas gonfiavano la parte di bossolo in corrispondenza del solco creando di fatto una tenuta temporanea che consentiva un ritardo nell’apertura del carrello e lasciava sui bossoli un inconfondibile anello in rilievo a metà della loro lunghezza. La molla di recupero di trovava al di sopra della canna e per ridurre al massimo lo spessore, il pulsante di sgancio del caricatore era incassato sulla faccia anteriore dell’impugnatura. Le guancette erano in alluminio e il peso della pistola scarica era di circa 230 grammi. La pistola Mann fu prodotta dal 1920 al 1923/24 in una manciata di varianti e nonostante fosse effettivamente piccola e leggera non riuscì ad affermarsi sul mercato, ma è proprio per questo che gli esemplari reperibili oggi sono piuttosto rari. Il prezzo di partenza per questa pistola non così banale è di 500 euro. Noi la terremmo d’occhio.
Da una pistola molto piccola passiamo una decisamente grande, con il lotto numero 12004, una pistola semiautomatica Automag Modello 180. Camerata in calibro .44 Automag, una versione rimless della cartuccia .44 Magnum ottenuta tagliando e ricalibrando i bossoli del .308 Winchester. Scopo del binomio arma/cartuccia era di offrire la stessa potenza del .44 Magnum, e anche qualche joule in più, in una pistola semiautomatica. Il caricatore monofilare della Automag conteneva sette colpi, uno in più rispetto al tamburo di un revolver; quindi, la superiore potenza di fuoco sostenuta come principale argomento di vendita, non era poi così straordinaria. La Automag fu progettata nel 1966 dall’armaiolo di origine italiana Max Gera e dal suo datore di lavoro, l’imprenditore Hanry Sanford di Pasadena che fondò la Auto Mag Corporation con lo scopo di produrla in serie. Il sistema di funzionamento piuttosto complesso è molto simile a quello di una carabina AR-15. La produzione in serie della pistola Automag 180 iniziò nel 1970 negli stabilimenti di Pasadena, in California. Nonostante l’interesse suscitato grazie alla stampa specializzata e all’apparizione dell’arma in un paio di film di cassetta, a causa degli altissimi costi di produzione, dopo soli due di attività e circa 3000 pistole prodotte l’azienda chiuse i battenti. Nel corso degli anni ci sono stati alcuni tentativi di riproporre la Automag, l’ultimo dei quali risale al 2020 ma qui ci troviamo di fronte a un esemplare della produzione originale, datato 1972 e con numero di matricola A03406 e quindi potrebbe trattarsi di uno degli ultimi costruiti dall’azienda originale. Questo modello in particolare ha la canna lunga 6 pollici e ½ ma fu prodotta anche con canna da 8 pollici e ½. Il prezzo di partenza della Automag 180 in vendita da Hermann Historica è di 1200 euro.
Proseguiamo con un oggetto dal prezzo di partenza molto modesto e dallo stato di conservazione non eccezionale, ma per i collezionisti italiani potrebbe essere molto intrigante: al lotto numero 12392 troviamo un simulacro sezionato di un revolver d’ordinanza prodotto dalla Mida di Brescia nel 1917 è marcato “Mida già Castelli”. Si tratta di un modello cosiddetto da truppa, con grilletto privo di guardia e ripiegabile in avanti. Il calibro è il 10,4mm Ordinanza italiana. L’esemplare presenta diverse fresature bordate con vernice rossa per mostrare l’interno del meccanismo di sparo e della canna, ed è montato su una base di legno non originale. Come dicevamo le condizioni di conservazione non sono buonissime, ma per un prezzo di partenza di 50 euro non si può pretendere.
Una collezione di pistole tascabili Walther all’asta da Hermann Historica
Hermann Historica in questa vendita propone una nutrita collezione di pistole tascabili di produzione Walther, a partire dal lotto 11535, una modello 1 in calibro 6,35 mm Browning, con numeri di matricola 15363 corrispondenti. La canna ha una lunghezza di 50 mm. Il caricatore, che è nichelato, ha una capacità di sei colpi. Si tratta di un pezzo interessante poiché è la prima pistola marcata Walther, brevettata nel 1909 e inizialmente chiamata “Deutsche Selbstlade Pistole Walther, Modell 1909, Kaliber 6,35”. Solo con la presentazione della successiva pistola Modello 2 venne ribattezzata in modo retroattivo “Modello 1”. La Walther Modello 1 ha una chiusura a massa con canna lasciata parzialmente scoperta dal carrello e riscosse un grande successo conquistandosi una buona reputazione di affidabilità, anche se la difficoltà dello smontaggio rappresentò un suo difetto. Il numero di esemplari prodotti è incerto e potrebbe andare dai 15mila ai 30 mila pezzi. L’esemplare in vendita da Hermann Historica fu prodotto nello storico stabilimento Zella Mehlis e mantiene gran parte della finitura originale, con alcuni segni di usura sugli spigoli. Le guancette dell’impugnatura sono in gomma dura nera. Il prezzo di partenza è molto conveniente: 100 euro.
Il lotto 11538 è una Walther Modello 2, sempre in calibro 6,35mm che ne rappresenta una evoluzione. Anche se alcune fonti ne vogliono la genesi quasi contemporanea al modello precedente, con ogni probabilità questa pistola fu prodotta in serie dal 1912 al 1919 dalla fabbrica di Zella Mehlis. Questa pistola nasceva come versione più spartana, ma anche un po’ più ingombrante della Modello 1 che comunque non sostituì nel catalogo Walther, ed è costruita con una qualità eccellente. L’esemplare all’asta da HH ha la canna lunga 53 mm completamente coperta dal carrello e il numero di matricola 1222 e appartiene quindi alla prima produzione, riconoscibile per la minuscola tacca di mira riportata oppure ricavata di pezzo dal materiale del carrello, in seguito sostituita da una semplice solcatura. Il prezzo di partenza per questa pistola in eccellenti condizioni è di 240 euro. Il lotto 11539 è un bell’esempio della seconda versione, come dicevamo facilmente riconoscibile perché la tacca di mira è stata eliminata e una semplice rigatura del carrello accompagna l’occhio del tiratore verso il mirino. Il numero di matricola 42420 ci conferma che questo esemplare appartiene alla produzione più tardiva. Anche la produzione della Modello 2 cessò intorno al 1919 ma in modo ufficioso, in quanto la pistola continuò a essere prodotta con poche variazioni con il nome di Modello 5. L’esemplare all’asta ha un prezzo di partenza di 100 euro. Il lotto 11540 è un’altra Walther Modello 2 in calibro 6,35 mm con numero di matricola 6784, quindi di fabbricazione antecedente, ma comunque già in versione senza tacca di mira. In condizioni meno buone, ha un prezzo di base di 100 euro. Il lotto 11541 è un esemplare per così dire di transizione della Walther Modello 2, con tacca in rilievo e numero di matricola 658; se non avesse una guancetta rotta sarebbe sicuramente venduta a un prezzo base superiore ai 120 euro richiesti da Hermann Historica. Il lotto 11542 è una ulteriore variante, con numero di matricola 7724 della Walther Modello 2, questa volta con finitura nichelata e con prezzo di partenza di 120 euro. Chi si volesse dilettare in un restauro potrà invece fare un’offerta per il lotto 11545, una Modello 2 con matricola 4864, con una guancetta rotta e l’altra mancante. Il prezzo di base è 120 euro.
Dopo questa vera e propria abbuffata di pistole, cambiamo tipologia di arma e anche continente con il lotto 11314, un’arma che non potrebbe essere più Western di così. Si tratta infatti di una carabina a leva Winchester 1866 in calibro .44 Henry a percussione anulare. Queste esemplare riporta la matricola 141407 e risulta prodotto nel 1877 e ha l’inconfondibile carcassa in bronzo che gli valse il soprannome di “Yellow Boy” (ragazzo giallo). L’esemplare in vendita da HH ha canna tonda, una bellissima patina d’epoca e riporta sul lato sinistro della carcassa l’anello per fissare l’arma alla sella del cavallo. Il calcio è in legno di noce, con calciolo in ottone. La carabina porta i segni del tempo ma è comunque in condizioni buone, con la vite che blocca la fascetta della canna non originale. Il prezzo richiesto per questa carabina non troppo comune è di 2.200 euro, che potrebbe sembrare alto rispetto a quelli pubblicati finora, ma in realtà è allettante. Prevediamo che il prezzo finale sarà ben più alto.
Restiamo in America con il lotto 12681, che si potrebbe definire il precursore di tanti fucili “survival” prodotti ancora oggi. Ecco il “Game getter gun” ovvero il colui che prende la selvaggina, una pistola con due canne combinate in calibro .410 a pallini e .22 Long Rifle, con calcio a gruccia pieghevole e un comodo fodero per il trasporto. Prodotta dalla Marble Arms & Mfg. Co. di Gladstone, Michigan nel 1921, la pistola ha una doppia canna basculante lunga 15 pollici e fu progettata da Webster L. Marble (1854-1930), esploratore e pioniere del Survival che ne avviò la produzione nel 1908 proponendola sul mercato come arma da sopravvivenza per chi si avventurava nelle terre selvagge del Nordamerica, ai tempi ancora in gran parte ostili e inesplorate. Dopo oltre cento anni di attività la Marble Arms propone ancora agli appassionati la pistola “Game getter gun”, ma quella in vendita da HH appartiene ai primi anni di produzione; quindi, è sicuramente più appetibile per il collezionista. Il prezzo di partenza per questa inconsueta pistola a canna basculante è di 600 euro.
Concludiamo con il lotto 12900 che non è un’arma da fuoco, ma non per questo è meno allettante per il collezionista. Si tratta di una valigetta per attrezzi originale della mitragliatrice MG 08/15 che fu arma d’ordinanza dell’esercito tedesco durante la Prima guerra mondiale. La scatola in ferro verniciata in colori mimetici (graffiata e con tracce di ruggine), marcata "E" e "08/15" in bianco, contiene su due livelli con attrezzi speciali, tra pinze, scovoli, lima, chiave MG 08/15 (marcata "Becker, Remscheid"), chiave a rullino (marcata "M.G.K. 2"), cacciavite, bacchetta per la pulizia, cacciaspine, cartucce da manipolazione e due piccole scatole in lamiera contenenti pezzi di ricambio e altre minuterie. Parzialmente camolata, riparata, mostra segni d'uso e d'età. Dimensioni della scatola 39 x 18 x 17 cm. Allegata una vecchia etichetta da collezione. La mitragliatrice MG 08/15, basata sul modello 1884 Maxim, fu occasionalmente usata anche durante la Seconda Guerra Mondiale (fronte orientale) e il contenuto delle scatole fu modificato durante l'uso. Il prezzo di partenza per questo lotto è di 1.500 euro.
Non ci resta che darvi appuntamento online per i giorni 10 e 11 luglio 2024: vi ricordiamo che i cataloghi delle aste Hermann Historica sono tutti consultabili online e che per partecipare alle aste ci sono diverse opzioni per l’acquisto. Ricordiamo inoltre che l’azienda si avvale anche di consulenti italiani per fornire ulteriori informazioni e assistere gli interessati residenti nel nostro paese.