È dedicata a tiratori agonisti e ai rievocatori di tutto il mondo la riproduzione di un classico della storia armiera anglosassone che la Davide Pedersoli ha particolarmente curato nelle forme, nelle dimensioni e in ogni particolare come, per esempio, i fornimenti e le punzonature identificative. L’Enfield Rifle fu la prima arma inglese che segnò una vera rivoluzione nel settore dell’armamento individuale. Per la prima volta compaiono le fascette di tenuta della canna al calcio e la canna rigata per ospitare un proiettile il cui calibro, di quella piccola dimensione per l’epoca, non era mai apparso in un fucile da fanteria.
Si può affermare che, limitatamente a pochi reggimenti come la Rifle Brigade e il 68° Durham Light Infantry, i primi Pattern 1853 furono impiegati in Crimea affiancando i precedenti modelli 1839 e 1842, ancora di grosso calibro (19 mm) e a canna liscia. Era in uso in Crimea anche il modello 1851 (Minié Rifle) frutto dei primi esperimenti sulle canne rigate. Di calibro 17,83 mm (.702), fu prodotto a partire dall’inizio del 1852 e le prime consegne avvennero l’anno dopo. Il P1851 non resse il confronto con il P1853 grazie alla maggiore duttilità d’impiego e alla precisione balistica di quest’ultimo.
La serie di studi effettuati in quegli anni permisero di individuare il vantaggio balistico di una riduzione di calibro, suffragato anche dalle notizie delle prestazioni ottenute dalla coeva carabina federale Svizzera Modello 1851. Fu così che, grazie anche agli studi di Charles Lancaster, nacque il modello 1853, o Enfield Rifle per via dell’arsenale che lo presentò; l’avversione verso la riduzione di calibro, anche nelle canne rigate, del Marchese di Anglesey (Master-General del Dipartimento Artiglieria) e del Duca di Wellington, morto nel 1852, furono così definitivamente superate.Pur essendo un’arma ritenuta eccezionale, si cercò sempre di migliorarla o di sfruttare le migliori soluzioni già adottate. Per questo, furono prodotte quattro versioni del P1853 che si differenziano per la forma e per il sistema di fissaggio delle fascette di tenuta della canna o per il profilo della bacchetta e del proprio calcatoio. Quella scelta dalla Davide Pedersoli è la terza versione, o terzo modello, prodotto a Birmingham, con le fascette serrate da viti non incassate e con il calcatoio avente anche funzioni di portastraccio.
Oltre che a Birmingham (in maggiore quantità), tale versione, considerata la più diffusa fra tutti i P1853, venne prodotta tra il 1858 e il 1863 anche da altre aziende come la Royal Small Arms Factory di Enfield o la London Armoury Company di Bermondsey. L’arco temporale della produzione pone questo modello fra quelli più estesamente esportati, specialmente oltre oceano per armare i combattenti, di entrambi i fronti, della guerra civile americana.Tornando a tempi a noi più vicini, negli ultimi due o tre decenni, sono stati molti gli appassionati del tiro con armi ad avancarica o i rievocatori storici di tutto il mondo che hanno utilizzato le riproduzioni del fucile Enfield P1853 presenti sul mercato. Oggi, però, è finalmente possibile scegliere una riproduzione curata in ogni minimo dettaglio. La Davide Pedersoli, infatti, seguendo un’attenta ricerca storica presso musei, o con l’aiuto di collezionisti, o di storici di fama internazionale, ha realizzato un allestimento del fucile da fanteria Enfield P1853 caratterizzato da una perfetta fedeltà oplologica.
La fabbricazione delle canne di nuova impostazione nel profilo esterno e quindi nel peso, la scelta del noce americano per una calciatura che avesse consistenza e profilo come negli esemplari originali, le corrette forme e dimensioni del cane e delle rosette delle viti di tenuta della cartella sono stati alcuni dei passi per ottenere un prodotto che ha già riscosso un grande favore di pubblico. L’Enfield P1853 di Pedersoli monta una canna calibro .577 lunga 991 mm (39”) e solcata da tre principi che sviluppano un passo di 1.981 mm (78”). Gli organi di mira sono costituiti dal mirino fisso saldato sulla canna e dall’alzo con ritto e cursore montato su zoccolo a gradini. La lunghezza totale è 1.397 mm (55”).
Ma anche i dettagli hanno contribuito a creare una replica perfetta. Sulla cartella dell’acciarino sono presenti la scritta TOWER, l’anno 1861 riferito alla produzione e la corona reale, senza le cifre reali sotto di essa per indicare il prodotto commerciale destinato all’esportazione e non quello regolamentare d’ordinanza. Sulla canna sono punzonati i marchi di prova di Birmingham, rilevati da un esemplare originale: le lettere DP (anziché BP) sotto una corona (indicava la prova provvisoria), il numero 25 (riferito al calibro 0.577”), due scettri incrociati con inseriti la corona e la lettera V (marchio di controllo), ancora il numero 25 e ancora due scettri incrociati con la corona e le lettere BPC (prova definitiva). Sul fianco destro del calcio è apposto il cartiglio circolare riferito alla BSAT (Birmingham Small Arms Trade).
I più entusiasti della replica Enfield di Pedersoli sono i reenactor statunitensi che ora potranno disporre di un’arma olpologicamente corretta, aspetto che nelle rievocazioni delle molte battaglie della guerra civile americana assume notevole importanza. L’arma, infatti, come gli altri modelli relativi a quel periodo storico prodotti dalla Pedersoli, è stata approvata dalla NSSA (North South Skirmish Association) statunitense. L’NSSA è una associazione che promuove il tiro, sia agonistico sia storico, nonché le rievocazioni, con tutte le armi in uso durante la guerra civile; tali armi possono essere utilizzate solo se esemplari originali o riproduzioni approvate da una commissione dello stesso sodalizio. La richiesta di approvazione viene inoltrata dall’azienda produttrice dell’arma, direttamente o tramite un importatore.Inutile dire, infine, che nel settore del tiro agonistico la garanzia della precisione balistica sarà assicurata dalla rinomata qualità delle canne firmate Pedersoli.