Avancarica: la nuova frontiera del piacere di cacciare
Il piacere della caccia è uno di quelli assoluti, poiché ancestrali. Uno stato di coscienza che affonda le sue radici nell’uomo naturale. Tutto compone a radicalizzarlo, per questo la caccia oltre che tecnica è mito e rito. E come in ogni mito ed ogni rito che si rispettino, fondamentali diventano anche gli oggetti coi quali si “officia il culto”; in base alle varie indoli e inclinazioni caratteriali e culturali.
Oggi e già da un po’, una particolare mentalità con forza crescente prende piede fra il grande popolo delle foreste. Quella che vuole il cacciatore sempre più consapevole fruitore delle risorse naturali, in termini di rispetto verso quello che lo circonda, il tutto sposato a una ricerca di sportività e manualità come valori aggiunti del piacere stesso di cacciare.
Di qui, ad esempio, il grande ritorno dell’arceristica e della falconeria (ne parleremo ampiamente), qui e sempre qui, la vera e propria esplosione d’interesse nei confronti della caccia e del tiro ad avancarica.
Cosa è un fucile ad avancarica
Due sono oggi le componenti chiave del fenomeno dello sparo: il fucile e la cartuccia. E questo vale per qual si voglia tipo di arma di moderna concezione a retrocarica.
Nell’avancarica quel che cambia è una cosa e solo quella, al di là del fatto che si usano polveri differenti rispetto a tutte le infumi di moderna concezione: la cartuccia, anziché averla bell’e pronta, di volta in volta ce la dobbiamo caricare noi nella nostra arma, inserendola componente per componente con cura certosina passando dal vivo di volata! Spingendo tutto giù nella canna servendosi della tradizionale "bacchetta di caricamento".
Prima la polvere, poi la borra e quindi il piombo sigillando il tutto con un cartoncino, ed infine vai di innesco al luminello. Tutto qui.
Ecco, che così ritroviamo allineati in bell’ordine all'interno della canna i medesimi elementi che compongono la colonna naturale di una qualsiasi cartuccia.
Ed anche l’efficacia è pressoché la stessa di un qualsiasi rapporto arma-munizione prodotto dalla moderna archibugeria.
Quel che cambia invece, è il divertimento. Quel gusto supremo che deriva dal maneggiare da noi tutte le varie componenti, per poi andare a caccia con qualcosa di assolutamente “artigianale” ed al quale abbiamo contribuito in prima persona, certi tuttavia di avere fra le mani nulla meno di un’arma dall’efficienza assoluta, foriera di tutta la poesia delle cose belle e antiche nelle forme, ma con l’anima e la sostanza dei più moderni prodotti tecnologici.
Sono infatti repliche fedeli delle belle armi del passato, le avancarica di oggi. Che come tali pur conservando a livello micrometrico fedeltà assoluta coi modelli che le ispirano, per parte loro possono tuttavia contare su tutta la cura costruttiva che può derivare dai moderni processi d’industrializzazione.
Efficacia reale (il fumo, e l’arrosto!)
26/28 grammi di piombo con V1 di 380/ms sono la norma per un calibro 20 ad avancarica, spinti poi da tutta la maggior progressività che la polvere nera contemporanea (infinitamente meglio di quella di un tempo) è in grado di garantire, a tutto vantaggio di penetrazione ottimale anche alle medio/lunghe distanze.
Parliamo cioè, di un livello d’efficacia assolutamente sovrapponibile a tutte le migliori cartucce commerciali senza contenitore per il calibro di riferimento. Stessa cosa poi, dicesi per il 12, quando le dosi sono sui 32/36 grammi.
Insomma, giocandosela con le numerazioni di piombo, siamo alla perfezione per insidiare tutta la selvaggina nobile minore, dalle pernici al fagiano passando quindi per la lepre.
Le quaglie poi, ovviamente. Ma anche i colombi e le anatre sino alle beccacce. Tutto quel che ci può venire in mente di fare con un fucile da caccia ad anima liscia, per capirci. Senza nulla in meno, ma con qualcosa in più: il piacere di far qualcosa con le proprie mani!
Il gusto sommo di armeggiare con attrezzature belle e affascinati - dosatori, fiaschette, porta inneschi - “nuove” per tantissimi, sotto certi aspetti, eppure piene di ricordi e storia, tanto da precipitarci in un deja-vu, pieno di emozioni, che non ha mai fine.
Consigli d’uso
L’unica vera differenza che separa quindi un arma ad avancarica da una di quelle “normali”, sta solo nella modalità e relativo tempo di caricamento. Per il resto, siamo né più né meno dinanzi a doppiette a cani esterni in tutto e per tutto, sovrapponibili per efficacia alle tradizionali a retrocarica ma molto, molto più divertenti e affascinanti da usare, con valori poi di rinculo e rilevamento assolutamente normali.
Per capirle, bisogna innanzitutto familiarizzarci.
Vediamo come procedere...
Fase 1) Il consiglio è di andare prima di tutto in un poligono o in aperta campagna (quando la caccia è aperta, per non dover spiegare "cosa siete lì a fare...").
Lì, si fanno un paio di colpi a SOLO innesco, sparando cioè delle capsule ad arma scarica, per liberare le canne dai lubrificanti.
Quindi, disposte le cose che servono su un tavolo (o nelle apposite tasche di una modernissima cacciatora), si procede a caricare l’arma con due dosi di pallini. Per ultimo, si innescano i luminelli.
Quindi, lasciata l’arma con i cani in posizione di sicura (cosiddetta "mezza monta"), si posiziona a 20/30 passi un placca di legno, sulla quale si mettono via via fogli di carta, per far le prove di rosata, con i vari tipi di pallini.
Sparati almeno 10 colpi, anche a distanze differenti, si pulisce l’arma (con acqua calda ed appositi solventi), si lubrifica e si procede quindi alla fase 2.
Fase 2) È quella che ci vedrà passare dal poligono e dalla campagna, al campo di tiro a volo, dove faremo un po’ di “piatti” al percorso di caccia.
No, non serie piene. Qualche piattello di quelli più “veri”, da provare a rompere quando magari è uno di quei giorni di calma e quindi si può fare sul serio.
Ma ricordate: stiamo parlando di polvere nera, che è più lenta delle moderne polveri infumi... quindi ai piatteli dovrete dare un maggior anticipo. Una volta capito come fare, è una goduria.
Fase 3) Prima di andarci a caccia vera, è decisamente il caso, ora, di provare il nostro nuovo fucile avancarica in azienda, da soli, dove l’ansia della preda è nulla, e quel che conta è solo divertirci e capire sempre più il nostro nuovo compagno di caccia.
Verranno poi, senza problemi, le uscite quelle vere, e con esse, le varie volte che sempre più orgogliosi lo porteremo con noi, a caccia, anche in quelle occasioni sociali che sono le uscite in riserva o in faunistico venatoria.
Due certezze non ci dovranno mai abbandonare, dato poi che le troveremo confermate ad ogni piè sospinto: nessuno si divertirà più di noi, col nostro grande avancarica fra le mani; nessun’altra arma strapperà occhiate d’invidia ed interesse, quanto il nostro fucile ad avancarica.
A meno che, come è sempre più facile succeda, non ce ne sia un altro ancora più... BELLO!