Meglio conosciuti come spray al peperoncino, gli stessi contengono il principio attivo denominato oleoresin capsicum e, in bassa concentrazione non superiore al 10 per cento, sono atti a non recare offesa alla persona e dunque di libera vendita e porto non solo per le Forze di Polizia, ma per tutti i cittadini.
Tali spray possono essere contenuti in bombolette, manicotti, penne, impugnature anatomiche, pistole con tanto di organi di mira, a seconda del loro utilizzo, sia esso civile (per un massimo di sostanza di 20 ml) o di polizia.
La sostanza che si sprigiona, detta capsaicina, causa irritazioni delle mucose, forte bruciore e impedisce al soggetto passivo di aprire gli occhi, provocandogli uno stato di panico che non gli consente di reagire e dunque di procedere con l’aggressione. Tuttavia, la miscela non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche o cancerogene.
Tipologie spray capsicum
Un tipo di spray è quello a getto balistico, che presenta, tra le altre, la caratteristica di poter essere impiegato con angolazione a 360°, a differenza di altri che necessitano di essere portati in posizione verticale per evitare la mancata nebulizzazione. Un altro tipo è a cono nebulizzato, tra i più comuni sul mercato civile.
Altre tipologie di spray utilizzano l’oleoresin capsicum unito a una sostanza macchiante, solitamente di colore rosso, la quale risulta anche utile per identificare l’aggressore contaminato dalla stessa.
Essi operano su una distanza utile di circa 2-3 metri al massimo, e comunque per quelli di libera vendita la gittata non deve superare i 3 metri.
In particolari condizioni quali un forte vento contrario o in ambienti chiusi, l’utilizzatore deve essere consapevole del rischio di potersi contaminare accidentalmente.
La decontaminazione può avvenire a mezzo di specifiche soluzioni in vendita sul mercato o con continui risciacqui del viso con acqua corrente o soluzione fisiologica.
Nell’impiego operativo di polizia lo spray può essere usato sia come strumento di autotutela prima di ricorrere alle armi da fuoco, sia durante servizi di ordine pubblico per sedare e far disperdere soggetti violenti.
Essi presentano un congegno di sicurezza al fine di evitare erogazioni accidentali e quelli per uso professionale clip per agganciarli al cinturone.
Infine, il Decreto sopra menzionato impone, per gli strumenti di autodifesa di libera vendita, che venga apposta sugli stessi la denominazione del prodotto e il divieto di vendita ai minori di 16 anni e che sulle confezioni siano indicate una serie di prescrizioni o un foglio illustrativo che le contenga.
Si rammenta che gli stessi possono essere utilizzati dai civili, solo per sottrarsi ad una minaccia o a un’aggressione che ponga in pericolo la propria incolumità.