MAK è un marchio familiare in Germania, che costruisce attacchi, accessori e ottiche di puntamento di altissima qualità per il mercato professionale, sportivo e venatorio. L'innovazione è un punto fermo dell'azienda di Schwebheim, fondata da e di proprietà di Michael Ali Kilic - le cui iniziali sono appunto MAK - mente intelligente e vulcanica che ha ideato molte dei concetti e dei brevetti utilizzati nei prodotti dell'azienda.
Volevo testare sul campo la piattaforma MAK con il red dot montato in offset: su un fucile configurato con un cannocchiale da puntamento a ingrandimento variabile, si monta un mini punto rosso secondario sopra o a lato dell'ottica principale, dove è immediatamente disponibile per ingaggiare bersagli molto vicini senza dover abbassare l'ingrandimento del cannocchiale principale - in sostanza, aggiungendo capacità d’ingaggio a distanza ravvicinata a un'arma da fuoco configurata per la breve e media distanza.
A questo scopo, ho ricevuto da Ali due prodotti specifici di MAK, il MAK Promont riflescope offset mounting system e il MAK Dot SH mini reflex red dot, oltre alla piastra di interfaccia MAK necessaria per montare il dot su uno degli anelli del Promont.
30 mm è un attacco monoblocco per montaggio su rail Picatinny, realizzato mediante lavorazione CNC da un blocchetto di 7070-T6. Lo stesso attacco è disponibile anche con anelli di diverso diametro, senza offset e con inclinazione anteriore di 0 o 20 (e più) MOA.
Tutti gli attacchi MAK Promont sono dotati di un sistema di sgancio rapido brevettato, facilmente regolabile a mano senza l'ausilio di attrezzi, che garantisce la ripetibilità dell’azzeramento, una livella a bolla incorporata nella base e anelli superiori con punti di montaggio sui tre lati.
Quest'ultima caratteristica mi è servita per montare il MAK Dot SH, un mirino reflex a punto rosso in miniatura, con reticolo da 3,5 MOA regolabile in luminosità tramite due pulsanti sul lato sinistro dell'ottica, che servono anche per spegnerla e accenderla.
Il MAK Dot SH è impermeabile, utilizza una batteria standard CR3032 e le regolazioni di alzo e brandeggio hanno scatti di 1 MOA. La batteria può essere sostituita senza rimuovere il mirino dall'arma, grazie a un piccolo "cassetto" sul lato destro dell'ottica.
Il corpo del MAK Dot è fresato CNC da un blocco di 6063 e successivamente rivestito con un coating che ne estende la durata.
Come piattaforma di prova ho utilizzato la mia carabina M4 in.223 Remington, configurata con un cannocchiale da puntamento Geco Black a ingrandimento variabile 1-6x24 con reticolo illuminato sul primo piano focale. A causa di alcune stranezze di questo cannocchiale, in particolare il reticolo non abbastanza visibile all’ingrandimento più basso - anche settandolo alla massima luminosità - e la ghiera dello zoom davvero dura da girare, al punto da rendere faticosamente lento il passaggio da un ingrandimento all'altro, ho optato per montare un punto rosso secondario, immediatamente disponibile per l'ingaggio di bersagli ravvicinati.
La qualità del MAK Promont è estremamente elevata. La progettazione e la produzione tedesca sono evidenti in questo attacco Picatinny. L'installazione del cannocchiale da 30 mm è un gioco da ragazzi; ho optato per l'attacco da 23 mm di altezza (il modello esatto è 53522-30238), il più alto disponibile da MAK al momento, che fissa l'asse ottico del cannocchiale a 38 mm dal rail. Mi piacciono molto le leve a sgancio rapido, che una volta regolate sulla larghezza della rotaia sono facili da azionare e fissano l'ottica sull'arma con una ripetibilità comprovata. Tutte le parti mobili del QR railgrabber sono costruite in acciaio temprato. La piastra per il punto rosso - anch'essa un accessorio MAK - è universale e, a parte il MAK Dot SH, può ospitare molti altri mini mirini reflex purché utilizzino l'interfaccia Docter/Noblex.
Ho deciso di montare il MAK Dot SH sul lato destro dell'anello posteriore, a circa 45° rispetto all'ottica; non è perfettamente coassiale rispetto alla canna, ma il passaggio dall'ottica ingrandita al punto rosso è comunque molto più veloce che cercare di abbassare la ghiera dello zoom a 1x e capire dove si trova il reticolo, ormai effimero, al centro del campo visivo del cannocchiale.
Una volta che la combinazione ottica principale/red dot è montata sul fucile con il Promont, è il momento di azzerare l'arma e testarne l’allestimento al poligono. L'accoppiata fucile e ottica è molto sicura e salda; il peso aggiunto dall'interfaccia e dal punto rosso è trascurabile. Ho azzerato prima il cannocchiale a 50 m, poi ho posizionato l'arma su un supporto da banco e ho azzerato il red dot, semplicemente spostandone il reticolo sul centro del bersaglio, mantenendo quello del cannocchiale su di esso. Facile e veloce.
Mi sono poi esercitato a passare dagli ingrandimenti 3-6x del cannocchiale al punto rosso, ruotando l'arma sulla spalla verso l'interno, in modo che la finestra del MAK Dot SH fosse verticale sulla canna, in varie posizioni di tiro e a diverse distanze dal bersaglio.
La transizione richiede un po' di tempo per abituarsi, poiché non si tratta di un passaggio perfetto 1:1 a 45°; l'altezza del punto rosso montato sull'anello è un po' superiore a quella dell'ottica principale, cosicché l’appoggio della guancia sul calcio diventa in un certo senso... un appoggio del mento, che tuttavia è ancora anni luce avanti rispetto al tentare di ruotare il duro anello zoom del Geco Black con una mano mentre l’altra regge l’arma.
Eseguire esercizi a 50-100 m e a 25-7 m con la combinazione di mirino reflex offset, impostando prima l'ingrandimento del cannocchiale principale sul valore migliore per la distanza più lunga dell'esercizio e passando poi al punto rosso per i bersagli più vicini, migliora davvero i tempi di esecuzione. D'altra parte, una simile impostazione dell'arma presenta alcuni svantaggi: ad esempio, ovviamente non funziona quando si spara dalla spalla sinistra, perché in tal caso la posizione del mirino reflex costringerebbe a un’innaturale rotazione dell'arma verso l'esterno.
Al momento in cui scrivo, MAK sta lavorando a un vero e proprio attacco mini reflex a 45°, tuttavia il concetto è valido e molto utilizzabile già così com'è ora, grazie alle prestazioni del MAK Promont e alle eccellenti qualità del MAK Dot SH.
In conclusione, le prestazioni sono davvero buone, così come il rapporto qualità/prezzo dei prodotti MAK. Il prezzo di listino del MAK Promont testato è di 413 euro, quello del MAK Dot SH di 354 euro e quello della piastra di interfaccia di 65 euro.