Confrontare il Ratnik 6E6 con i nostri coltelli tattici sottolinea la distanza abissale che li separa. Chi ha fatto la naja ricorderà il coltello dal manico nero, peraltro identico in modo imbarazzante a quello inglese della seconda guerra, munito di una lama, un sesquipedale apriscatole e uno spuntone di cui era difficile individuare il possibile uso, anche se qualcuno sosteneva che si trattasse di una caviglia per sciogliere nodi. Talmente utile che la successiva versione del nostro coltello militare lo abolì, restando con una lama più corta e un apriscatole più adatto all’uso individuale. Restava il cacciavite già presente sull’altro modello e adatto alle viti del Garand, o del FAL con cui Beretta aveva cercato di modernizzare l’arma della Seconda guerra mondiale.
Comunque un coltello chiudibile è nella dotazione di ogni soldato e serve per tutte le piccole incombenze che si possono presentare nella vita al campo. Tuttavia, ciò che può andar bene, se non altro perché non è disponibile nulla di meglio, nella vita di caserma o al campo, non si adatta più alle necessità di un esercito moderno. È per questo che nell’ambito del programma Ratnik l’esercito russo equipaggia il soldato d’élite – ma in breve lo saranno tutti – con un moderno multitool, da portarsi non più in tasca ma agganciato alla cintura o allo zaino. In parte per motivi di peso, quasi il triplo rispetto ai 140 grammi del nostro coltello tattico nero, in parte per motivi di ingombro.
Ratnik 6E6: dettagli e caratteristiche
Il Ratnik 6E6 è infatti costruito “alla russa”, massiccio e robustissimo, adatto a ogni condizione climatica e fosfatato per proteggerlo dall’ossidazione. Sia perché i coltelli col tempo perdono il filo, sia per piccoli aggiustaggi, nella tasca laterale del fodero mimetico è inserita una lima diamantata. La pinza dispone di una robusta molla a lamina, che in posizione di trasporto spinge il manico contro il suo fermo, semplicemente agganciato alla struttura del multitool perché una molla propria non serve. La pinza è munita di tagliafili; le ganasce sono piccole ma in grado di esercitare una presa fortissima. Nella struttura del 6E6 sono presenti, estraibili a una sola mano e muniti di blocco in apertura di tipo liner lock, una robusta lama con punta a scalpello, con tagliente lungo 90 millimetri ben affilato, come ha dimostrato la prova dell’affettare un foglio di carta, e un attrezzo multiplo con doppia sega - una da legno e una più sottile adatta per materiali fibrosi e anche per metalli leggeri - apriscatole e righello millimetrato.
Sul dorso del manico, a disposizione di chi, al pari di quanto avveniva con il coltello della naja, disponga della tradizionale unghia di tungsteno per affrontare estrazioni durissime (non disperiamo, c’è sempre la punta della baionetta) sono presenti un cacciavite con testa a croce e una sorta di alesatore a sezione quadrata con foro passante per eventuali fili. Alla base del manico c’è un tozzo e massiccio cacciavite che a memoria mi pare adattarsi alla mitragliatrice Nikitin-Solokov, ma l’ho vista da vicino una sola volta e potrei sbagliarmi. Una robusta clip e un correggiolo completano il tutto.
Il 6E6 si trova in rete, a prezzi variabili tra i 60 e gli 80 Euro, e giunge coperto da un tenacissimo grasso d’arsenale. Non vi sono notizie dettagliate sul programma Ratnik che consentano di definirne eventuali ruoli speciali per il militare, ma per il campeggiatore nostrano o per il cacciatore di ungulati è un attrezzo di sicura utilità.