Che il SoftAir non sia (più) solo un “gioco” ormai lo sanno tutti, anche se ancora pochi sono disposti ad ammetterlo. Coloro che in pubblico denigrano questo sport e ridicolizzano chi lo pratica sono gli stessi che, dietro le quinte, si rivolgono alle aziende produttrici di repliche SoftAir per ottenere strumenti che, a un prezzo abbordabile, possano essere utilizzati per impieghi addestrativi in maniera versatile e realistica, in particolare per quanto riguarda il “Force-on-Force” (così si chiama in termini professionali la... guerra simulata). Tra queste aziende cʼè la G&G Armament di Taiwan, che ben conscia delle possibilità di mercato aperte da questo nuovo tipo dʼimpiego per il SoftAir si è lanciata a capofitto nella realizzazione di uno strumento addestrativo altamente tecnologico per concetto e contenuti, che integra nel SoftAir tutti i lati positivi di uno sport molto simile, il “Laser-Tag” (quel genere di combattimento simulato che si pratica impiegando repliche dʼarmi che sparano un raggio luminoso invisibile, e indossando pettorine munite di sensori che lampeggiano e suonano se il giocatore viene colpito). Il risultato, presentato per la prima volta allʼIWA 2012 di Norimberga, è il M.I.T., o “Military Intelligence Tracer Unit”.
Lʼidea di sviluppare un accessorio anziché una replica dʼarma interamente nuova deriva senzʼaltro da una valutazione dei vantaggi intrinseci in termini di maggior facilità e minor tempo di realizzazione, oltre che di superiore praticità nellʼimplementazione delle soluzioni tecniche volute. Non solo: se per gli appassionati del SoftAir che vogliano acquisire il M.I.T. per i loro “Wargames” lʼacquisto di un accessorio risulterà senzʼaltro più pratico ed economico dellʼacquisizione di una nuova arma, per gli operatori professionali che desiderino impiegare il M.I.T. a scopi addestrativi il vantaggio sarà duplice: la convenienza pratico/economica e la possibilità dʼimpratichirsi sia allʼuso dei silenziatori (il M.I.T. si impiega nella maniera più realistica, lʼapplicazione e la rimozione da qualunque arma lunga SoftAir che sia dotata di canna con volata filettata riprende esattamente le procedure dʼapplicazione di un soppressore di suono nel mondo reale) sia allʼimpiego di un tipo di tecnologia addestrativa molto conosciuta tra gli addetti ai lavori, e di cui anche i “profani” avranno senzʼaltro sentito parlare: si tratta del MILES (“Multiple Integrated Laser Engagement System”), un sistema molto simile per concetto impiegato normalmente su tutte le armi lunghe, dai fucili alle carabine dʼassalto sino agli shotgun, ai lanciarazzi spallabili e alle mitragliatrici dellʼEsercito USA per lʼaddestramento “Force-on-Force”.
Il “Multiple Integrated Tracer Unit” è realizzato in forma, per lʼappunto, di un falso silenziatore tubolare, con un punto dʼaggancio filettato per lʼinstallazione sulla replica SoftAir dʼelezione dellʼutente, in prossimità del quale si colloca lʼingresso per lo spinotto del caricatore di dotazione, che quando il M.I.T. non è in uso serve a ricaricare la batteria integrata che lʼalimenta. Il M.I.T. integra un calcolatore a microchip, la cui interfaccia è localizzata sul lato sinistro dellʼunità in forma di un piccolo display retroilluminato a luce azzurra con caratteri bianchi ad alta visibilità e munito di quattro pulsanti per lʼattivazione delle diverse funzionalità. Il display tiene costantemente informato lʼutente dello stato di funzionamento del M.I.T., del livello di carica della batteria e del tipo di funzionalità impiegata.
E le funzionalità disponibili sul M.I.T sono ben quattro, tutte dipendenti dallʼopera di una fitta rete di sensori e diodi emettitori laser collocati allʼinterno del dispositivo. La prima e più semplice è quella di designazione laser del bersaglio: un raggio luminoso a luce visibile rossa viene emesso da un diodo collocato accanto alla volata, e oltre a illuminare il bersaglio consente di calcolare, entro il suo raggio dʼazione, la distanza in metri dal tiratore, che viene riportata sul display.
La seconda e la terza, molto utili sia per i test preliminari e le prove di tiro con repliche appena comprate che nello svolgimento delle battaglie, sono parallele e quasi “sovrapposte”, e constano nel conteggio dei colpi esplosi e nella velocità alla bocca dei pallini da 6mm BB; tutti i dati sono riportati sul display multifunzione, e se nel bel mezzo di uno “Skirmish” aiutano lʼutente a tenere il conto dei pallini rimanenti nel caricatore per evitare di restare a secco nel momento peggiore, in fase di “rodaggio” possono aiutarlo a scegliere quale tipologia di BB, per peso e composizione, meglio si sposano con le caratteristiche tecniche della propria ASG preferita.
Lʼultima, senzʼaltro la più intrigante e interessante, è la funzione “BB Tracer”, che prevede lʼuso di appositi pallini da 6 mm forniti sia dalla stessa G&G che da terze parti (es. la giapponese Tokyo Marui). Con la funzione “BB Tracer” attivata, questi particolari pallini che passino sotto i diodi laser interni al M.I.T. saranno attivati: il composto chimico al loro interno sʼilluminerà, e brilleranno al buio per un breve periodo, funzionando di fatto come veri e propri proiettili traccianti, in maniera tanto più realistica se saranno usati in congiunzione con pallini non-traccianti in misura, ad esempio, di cinque a uno allʼinterno del caricatore. Un autentico “force multiplier” nelle sessioni di “Wargame” notturne o in condizioni di luce ambientale scarsa, e un ulteriore asso nella manica dal punto di vista delle capacità professionali/addestrative di questo accessorio, senzʼaltro il gadget a maggior contenuto tecnologico che ci sia stato dato di vedere questʼanno nel campo del SoftAir.
Per maggiori informazioni G&G Armament, No.999 Zhonghua Rd., Shengang Township Changhua County 50952 Taiwan (R.O.C.) Tel.: 00886-4798-9000 Fax: 00886-4798-9900 |