Tecnicamente i bastoni distanziatori sono definiti strumenti di autotutela per uso di polizia secondo alcuni riferimenti normativi regionali. Essi sono progettati e realizzati con caratteristiche che debbono escludere il potenziale di offesa alla persona, tale da consentirne l’esclusione dalla classificazione quale arma.
Normativa di riferimento
Con il decreto Legislativo n. 121 del 29 settembre 2013 e con la Circolare esplicativa del Ministero dell’Interno n.557/PAS/l 0900(27)9 del 28 luglio 2014, dove all’articolo 2, terzo comma, stabilisce che “Si riconduce alle competenze del Banco nazionale di prova (oltre alla già prevista classificazione delle armi comuni da sparo) la valutazione delle armi e degli strumenti (es. mazzette da segnalazione, bastoni estensibili, ecc.) per i quali il Banco medesimo escluda, in relazione alle rispettive caratteristiche, l’attitudine a recare offesa alla persona” (tale disposizione entrata in vigore dal 5 novembre 2013).
Decisamente molto opinabile quale competenza quest’ultima ascritta al BNP in quanto esso è l’Ente Istituzionale deputato al controllo tecnico della rispondenza delle armi e delle munizioni alla legge ed è considerato l’anagrafe delle armi prodotte in Italia e di buona parte di quelle importate.
Allo stato attuale e secondo la normativa vigente lo strumento di autotutela in dotazione, che sia esso definito “bastone estensibile, distanziatore, mazzetta da segnalazione o similare”, qualora previsto dalla relativa normativa regionale e dai rispettivi regolamenti locali e di corpo, nel caso di forze di polizie degli Enti locali deve essere quindi scelto tra quelli omologati dal Banco Nazionale di Prova.
Ambito d’impiego del bastone distanziatore
L’uso di tali strumenti nasce dall’esigenza operativa nell’ambito della quale, escludendo i servizi di ordine pubblico di competenza statale, dove gli agenti di PS ad esempio utilizzano i cosiddetti sfollagente/manganelli dritti o i tonfa (strumenti con caratteristiche di materiali, dimensioni e pesi differenti dai bastoni distanziatori), l’operatore di polizia si imbatte in situazioni d’intervento pericolose da affrontare a mani nude in cui l’esposizione a rischio sarebbe molto alta e quindi in contrapposizione l’utilizzo dell’arma da fuoco risulterebbe eccessiva.
In tale range, si inserisce l’utilizzo del bastone distanziatore che trova così la sua giusta collocazione alla stregua dell’altro strumento di autotutela lo Spray O.C.
Operativamente lo stesso, trova impiego soprattutto nella difesa da attacchi portati con armi bianche, bastoni o armi improprie. È un valido mezzo nelle operazioni di disarmo e se ben addestrati anche in tutte quelle tecniche di leve articolari necessarie per immobilizzare un eventuale soggetto ostile.
Addestramento all’uso e porto
Il bastone distanziatore richiede logicamente un corso di formazione con un minimo di ore di formazione ed in alcune realtà istituzionali anche il superamento di un esame abilitativo.
Come tutti gli strumenti di tutela personale, anche se non espressamente scritto nelle librette di servizio, è consigliabile la frequenza di corsi di mantenimento con un costante allenamento per permettere di avere sempre un’efficienza operativa nell’utilizzo a garanzia della massima sicurezza.
I bastoni distanziatori sono disponibili in due colorazioni bianco o nero.
Tali strumenti vengono assicurati al cinturone solidamente con un’apposita fondina, (alcune presentano un sistema di ritenzione a bottone o a frizione) al fine di impedirne la perdita o caduta accidentale.
Il bastone distanziatore è retrattile e quindi di norma formato da due o tre parti modulari scorrevoli nell’anima del pezzo che funge anche da impugnatura.
Estratto lo stesso dalla fondina è sufficiente un repentino gesto di estensione per permetterne l’apertura ed il blocco, che in alcuni modelli avviene mediante pulsante con inserimento automatico a fine corsa o mediante sistema di blocco a frizione tra le componenti.
La chiusura dello stesso avviene a mezzo pressione del pulsante prima descritto o in altri modelli con sblocco a battuta.
Durante la fase di addestramento è importante non sottovalutare la conoscenza delle caratteristiche dello strumento, lo specchio normativo di riferimento, le nozioni di primo soccorso in caso di utilizzo con lo studio delle fasce muscolari dove è possibile e consigliabile agire nell’utilizzo dello strumento, al fine di evitare danni o lesioni permanenti al soggetto attinto.
Sul mercato ad oggi sono pochi ancora i modelli omologati che rispondono alle caratteristiche tecniche imposte dalla normativa vigente.