La caccia alla lepre coi segugi, è forse la più antica forma di caccia tradizionale che si conosca. Le prime testimonianze visive ci derivano addirittura da Paolo Uccello, il grande pittore del primo Rinascimento, sullo sfondo della battaglia di San Romano: in primo piano guerrieri in armatura che si accingono alla battaglia, sulle colline segugi che rincorrono lepri e cacciatori ben appostati per il tiro… con le balestre!
La caccia in quanto tale, anche nella sua dimensione di “fuga dal mondo” che da sempre le appartiene.
È in effetti solo questo quello che è cambiato davvero, assieme al raffinarsi delle varie razze canine: l’arma con cui alla fine s’ingaggia il selvatico d’elezione, che in questo caso è la lepre!
E si sa, dove c’è tradizione ci sono sempre passione, cultura e sentimento.
Passione, per tutto quello che fa di questa caccia una specie di magia, a partire dalla canizza indiavolata, capace sempre di scatenare emozioni fortissime mentre si sollecita l’immaginazione che disegna e pregusta nella mente quel che sta accadendo.
Cultura, perché nella reiterazione del gesto c’è la sacralità del rito, cioè del culto nel suo senso forse più vero.
Sentimento, perché è per amore di tutto questo che ci si fa cacciatori, e lo si resta quindi per la vita.
Prepararsi con coscienza allenando i cani, sorvegliando il territorio e curando l’attrezzatura, è doveroso.
Iniziare a sognare anche a caccia chiusa, è sempre possibile, oggi più che mai grazie soprattutto a grandi video come quelli realizzati da Lugari…
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