Cacciare la lepre richiede ai cacciatori di saper leggere il territorio e riconoscere ogni dettaglio che il selvatico può aver lasciato dietro di sé ad indicarne la presenza.
In questo difficile compito, svolgono la loro parte fondamentale i cani, segugi in questo caso, che tentano con scaltrezza e determinazione di risolvere ed evitare i numerosi inganni che le lepri sanno mettere in atto per difendersi da ogni eventuale predatore.
Il cacciatore segugista riconosce perfettamente i segnali vocali emessi dalla sua muta e di conseguenza si dispone sul terreno per intercettare le eventuali mosse della lepre che in ogni momento potrà mettere in atto per il proprio piano di fuga.
Da soli o più spesso in piccole compagnie affiatate, i lepraioli si muovono in prossimità di poste strategiche volte a fermare la corsa dei selvatici e premiare il duro lavoro dei cani.
In questo video, sulle colline Emiliane, la Lugari Video segue l’azione competente e sicura di una muta di segugi italiani e del loro conduttore.
Un cane dalle origini antichissime, probabilmente discendente da cani da corsa che vivevano nell’antico Egitto, il segugio italiano, arrivato sulle coste del mar Mediterraneo, quindi anche in Italia, grazie ai commercianti Fenici.
Molti disegni egizi risalenti all’epoca dei faraoni mostrano la presenza di cani estremamente somiglianti all’attuale segugio italiano.
Il suo miglior periodo è quello rinascimentale, quando il suo standard fu migliorato e iniziò la sua grande diffusione.
La razza conobbe poi un lento declino fino a quando, a partire dai primi anni del 1900, il segugio italiano tornò a essere molto popolare.
Le differenze fra le due varietà a pelo forte o a pelo raso sono per lo più estetiche, forse un po’ meno esuberante la tipologia a pelo forte, per il resto, si conferma in ogni caso come un ottimo cane da seguita, eccellente per olfatto e resistenza, estremamente adatto ad insidiare la lepre, ma ben adattabile anche su altri selvatici come la volpe o il cinghiale. Il suo fisico asciutto e potente, la sua voce squillante ne fanno un cane unico nel suo genere e giustamente apprezzato, un’icona della caccia italiana tradizionale e non solo.
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