Fra i selvatici capaci di mettere alla prova l’esperienza del cacciatore, la sua tenacia e non da ultimo la sua abilità nel tiro, il colombaccio nel periodo invernale occupa in posto di assoluto rilievo. Che sia nel bosco fra le edere ormai mature con le aste o, come nel nostro caso, nei campi di cereali seminati con giostre e richiami, non è mai scontato l’esito della giornata di caccia. Le condizioni possono infatti variare immediatamente con i selvatici che ormai conoscono perfettamente il territorio in cui sostano da ottobre e possono al minimo segnale di pericolo spostarsi e non fare più ritorno al campo di pastura noto al cacciatore.
Le condizioni meteo, sono un ulteriore fattore determinante perché i colombacci in una giornata limpida o al contrario in un mattino particolarmente freddo o umido possono arrivare in orari anche molto diversi mettendo alla prova ancora una volta la pazienza e le aspettative dei cacciatori in attesa. Niente può essere improvvisato o lasciato al caso altrimenti le delusioni sono il più delle volte assicurate.
Per questo gli appassionati e conoscitori di questo selvatico, seguono i colombacci valutandone gli spostamenti nei giorni precedenti per valutare e infine decidere quale sarà il luogo migliore in cui allestire la tesa. I criteri di scelta riguardano la possibilità di sfruttare ripari naturali in cui potersi mimetizzare, la buona visibilità del sito, utile a scorgere i selvatici in transito ma anche ad essere notati dagli stessi in modo che possano venire attratti dai richiami. Il luogo di caccia deve anche essere raggiungibile con attrezzature da trasportare che seppur leggere possono diventare un ingombro impegnativo per lunghi tratti in zone impervie. Insomma le soddisfazioni non arrivano mai in modo scontato, ma proprio per questo acquistano un valore unico capace di ripagare ogni sforzo.
Quando le condizioni si verificano e il cacciatore è pronto a sfruttarle si vivono giornate come quella che vi raccontiamo nelle immagini di questo video dove sono raccolte le migliori azioni di una cacciata invernale al campo, in terreni appena seminati con cereali nelle campagne marchigiane. È ancora buio quando ci ritroviamo con gli amici Gerry e Manuel, pronti a collocare sui campi le giostre e le aste che artigianalmente producono insieme agli stampi e tutto l’occorrente per le varie forme di caccia al colombaccio. Alle prime luci dell’alba il campo fino a pochi minuti prima spoglio appare punteggiato di sagome statiche e altre in movimento che prendono sempre più verosimilmente le forme dei colombacci. Ci posizioniamo con appostamenti temporanei lungo i bordi del campo a ridosso di un fossato alberato e non dobbiamo aspettare molto per vedere concretizzarsi le nostre speranze. I colombacci, isolati prima e poi a stormi iniziano a sorvolare il cielo sui nostri appostamenti e spesso scendono decisi sulla tesa regalandoci momenti magici. Non di rado, soprattutto sui branchi più numerosi, decidiamo di non sparare preferendo le occasioni sui singoli selvatici e godendo semplicemente con lo sguardo la perfetta riuscita dei richiami e le splendide curate. La caccia è anche e soprattutto questo, godere del momento, sapendo preparare e custodire con rispetto le emozioni delle albe che verranno.