Tale misura, assai utile, si inserisce nell’ambito del Piano Straordinario per la gestione della fauna selvatica, adottato dal Ministero dell’Ambiente ed Agricoltura già nel 2023, con l’obiettivo ambizioso di gestire, controllare, e anche valorizzare le risorse naturali e del territorio, comprese le carni degli ungulati prelevati in regime di controllo.
L’assessore Morroni, promotore dell’iniziativa, esprime parole di grande soddisfazione.
“Questo disciplinare rappresenta un passo cruciale per la nostra regione, in quanto permette di gestire in maniera sostenibile la fauna selvatica, garantendo al contempo una giusta compensazione economica per i danni alle colture agricole. Attraverso la filiera, non solo valorizziamo un prodotto locale, ma creiamo anche un modello di sviluppo integrato che coinvolge le attività venatorie, i produttori agricoli e gli operatori della lavorazione delle carni”.
Continua Morroni: “Si tratta di un progetto strategico per l’Umbria, che non solo consente di affrontare l’emergenza legata alla proliferazione degli ungulati, ma trasforma un problema in un’opportunità economica, in grado di sostenere il territorio e le sue risorse agricole”.
La filiera: come funziona
Vediamo ora in che modo la filiera andrà a funzionare. Prima di tutto possiamo dire che gli attori ed i soggetti coinvolti sono sicuramente tanti: prima di tutto gli Atc, gli operatori del controllo e gestori della raccolta.
L’ATC proprio sarà il destinatario degli introiti derivanti dalla cessione dei capi abbattuti, e queste risorse verranno impiegate per l’indennizzo dei danni agricoli e per tutte quelle attività di prevenzione dei suddetti danni.
Anche a Roma si pensa a valorizzare la carne dei cinghiali
Come ormai è noto, a Roma ormai i cinghiali passeggiano sotto il Colosseo.
Il progetto, in questo senso, del Comune di Roma è un ulteriore passo in avanti verso un coinvolgimento del cacciatore nella tutela del territorio e dell’ambiente in generale.
Anche qui i soggetti coinvolti sono tanti, si va dai cacciatori ai ristoratori, fino ai macellai.
Al Centro Carni, in particolare, parte il progetto sperimentale del Comune di Roma, al fine di valorizzare la carne dei cinghiali presenti nel territorio cittadino, che rappresentano, specialmente in alcune aree, un gravissimo problema. Non per ultimo, il rischio concreto di proliferazione di malattie, prima tra tutte la Peste Suina Africana.
l piano sperimentale è stato ideato dall’Assessorato alle Attività Produttive con il Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive
“Di fronte a questa sfida, come istituzioni, è nostro compito rispondere con tempestività alle richieste di agricoltori e cittadini che da tempo chiedono soluzioni concrete; – dice l’Assessora Lucarelli – per questo abbiamo avviato un progetto ambizioso insieme alla Regione Lazio, ASL RM 2 e al Commissario Straordinario per la PSA per trasformare il problema in una risorsa, creando una filiera di carne di selvaggina certificata e controllata, sicura dal punto di vista sanitario e capace di generare benefici economici e sociali”.
“Desidero ringraziare il Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive di Roma Capitale, e in particolare il Centro Carni, per l’importante lavoro svolto. Da oggi prende il via la sperimentazione. Grazie a questa filiera certificata, potremo garantire un consumo di carne di selvaggina sicuro e regolamentato, mantenendo alti standard etici e qualitativi. Il coinvolgimento di tutti i soggetti – dai cacciatori ai macellai, dai ristoratori ai consumatori, fino ai centri di controllo veterinario – ci dà la fiducia di poter promuovere una gestione più sostenibile del territorio e delle sue risorse” .