Impossibile proteggere e gestire correttamente un territorio ignorandone le criticità. Parliamo del cormorano comune specie presente in tutti continenti del pianeta con densità in molte aree costiere enorme tranne in America Meridionale.
Il Cormorano
Costantemente legati agli ambienti acquatici questi uccelli di grandi dimensioni appartenenti alla famiglia dei falacrocoracidi potrebbero essere paragonati per il loro impatto ambientale e la loro proliferazione sicuramente ai corvidi. Specie rientrante fra le protette in Italia, vede alla base della sua alimentazione pesce sia di acqua dolce che salata.
Raramente solitari i cormorani vivono insieme in colonie che possono contare centinaia di elementi soprattutto nei periodi di riproduzione e durante l'inverno quando gli uccelli si raggruppano a migliaia lungo i fiumi o sulle grandi distese di acqua per avere maggiore successo nella pesca. In questi periodi è innegabile che le abitudini alimentari dei cormorani costituiscano una vera e propria piaga per gli stock ittici dei corsi d'acqua dolce e nei bacini idrici artificiali. Gli studi condotti in ambiente marino hanno messo in evidenza che questa specie, pur cibandosi di numerose varietà di pesci, preferisce il merluzzo, il nasello, l'anguilla, l'aringa e le sarde.
In acqua dolce il cormorano preda persici, pesci gatto, abramidi, lasche, cavedani, savette, tinche, trote e ogni altro pesce disponibile. In Italia i cormorani sono ormai presenti su tutto il territorio nazionale con popolazioni sia svernanti in arrivo dai Paesi nordici sia stanziali e nidificanti. Luoghi di passo e di svernamento sono ormai tutte le acque interne, le coste, gli stagni costieri, le valli da pesca, dal livello del mare fino alla media montagna, con particolare concentrazione nel Delta del Po e nelle lagune venete. Proprio da questi luoghi arriva l’allarme lanciato dai pescatori della sponda bresciana del Lago di Garda, in quanto i cormorani, in forte sovrannumero, rappresentano un grave problema sia per le attività antropiche che per l'equilibrio ambientale. Questa specie, praticamente priva di nemici naturali, concorre in maniera drastica alla diminuzione dello stock ittico, considerato che ogni esemplare può ingerire dai 400 ai 700 grammi di pesce al giorno. Al danno causato dall’elevato consumo di specie ittiche si sommano i pesci feriti nei falliti tentativi di cattura destinati a morte certa. All’appello dei pescatori ha risposto l’onorevole Berlato (ACR - Associazione Cultura Rurale) che ha provveduto al deposito presso la Commissione europea di un'interrogazione sostenuta dal Capodelegazione Carlo Fidanza, per chiedere l'adozione di un piano di gestione europeo del cormorano, auspicando, nel più breve tempo possibile, l'avvio di una consultazione tra le autorità competenti e le categorie interessate. Resta però necessario che lo stesso governo italiano intervenga in materia, adottando un piano nazionale di gestione del cormorano e dando piena attuazione all’art. 9 comma 1 lett. A) della Direttiva 2009/147/CE. È indispensabile che le nostre Istituzioni cessino la loro inerzia e si adoperino con ogni mezzo per tutelare l’acquacoltura e la fauna ittica.