Il segreto del successo di un capannista, oltre che nel possesso di una valida batteria di richiami, sta nello strategico posizionamento del capanno, un luogo gradito ai selvatici che desideriamo insidiare. Come per altre cacce, ciò che farà la differenza, sarà l'intuito, unito all'esperienza; riuscire cioè ad immedesimarsi nei comportamenti dei nostri selvatici d'elezione per prevedere quali saranno le condizioni ideali da cercare o creare per rendere l'habitat ottimale.
Costruire la tesa su di un buon affilo di passo, come si farebbe per colombacci, non è sufficiente. In questa caccia a contare, non è il solo transito degli uccelli, occorrono condizioni idonee nell'ambiente limitrofo al capanno, che inducano i migratori a fare una sosta nel loro viaggio, e li portino a soffermarsi proprio in quei siti che abbiamo preparato per il loro arrivo.
Per questo diventano fondamentali l'esposizione della tesa e la presenza intorno alla stessa di pasture e posate particolarmente gradite.
In questo passaggio l'intuito e l'esperienza di cui sopra parlavamo giocano il loro ruolo fondamentale.
Preventivamente occorre stabilire quali specie desideriamo insidiare, perchè il capanno ideale per tutti i turdidi è quasi impossibile da pretendere.
Un appostamento buono per tordi e merli non lo sarà altrettanto per sasselli e cesene.
Dobbiamo infatti tener conto delle abitudini di questi selvatici, simili, ma non uguali.
Per il merlo sarà più adatto un posto a vegetazione bassa e fitta, perchè questo selvatico diffidente, arriva dal basso svolazzando di cespuglio in cespuglio, concedendosi difficilmente alla vista in spazi aperti, cosa che invece non disdegna il tordo che spesso ama invece fermarsi a terra in luoghi prativi o restare immobile su alberi ad alto fusto come cerri o querce.
La cesena, di indole più gregaria, solitamente arriva in branco e predilige alberi alti su cui noi cacciatori andremo a porre i nostri “secchi”, posatoi puliti su cui attirarle e in cui concederci i tiri migliori. I tordi sasselli a seconda della stagione possono invece sostare sia nel folto che sui secchi.
Queste chiaramente sono linee di principio generali, che solo l'esperienza aiuterà a convalidare e volgere a proprio favore. Normalmente l'appostamento di pianura o di collina può essere ottimo per tordi e merli, meno per sasselli e raramente per le cesene.
Salendo di quota aumentano invece le possibilità di incontro per questi ultimi, riducendosi quelle per tordi e merli. Ogni specie infatti ha anche le proprie pasture predilette, inevitabilmente legate all'ambiente e al clima.
La presenza di uliveti e vigneti in prossimità del capanno sarà estremamente gradita ai tordi, mentre zone ricche di bacche come ginepro e prugnolo saranno preferite da sasselli e cesene.
Importante è che la nostra scelta non ricada su un sito ubicato nelle vicinanze di una linea di passo dove sono possibili poste per il tiro al volo; le fucilate infatti non solo deviano inevitabilmente i selvatici, ma li rendono comunque sospettosi e impossibili da avvicinare anche attraverso i richiami.
A proposito dei richiami, sono da evitare anche quei luoghi detti “sordi” che attutiscono il canto rendendolo poco diffuso e inefficace.
Per la caccia a sasselli e cesene, inoltre anche la visibilità dei cantori risulta importante, perchè è noto come i richiami alla vista dei loro consimili in volo siano stimolati al canto.
Per la riuscita dei tiri nei momenti cruciali che in questa caccia coincidono con i primi albori è da tenere in alta considerazione l'illuminazione del luogo; è consigliabile infatti non porre il capanno in zone troppo sottomesse e ombreggianti.
Infine, non certamente per ordine di importanza è da considerare la raggiungibilità del luogo dell'appostamento.
Dato che le valutazioni vengono fatte in questi mesi primaverili o estivi, bisogna immaginare e prevedere le condizioni di percorribilità nei mesi invernali delle strade o sentieri che porterebbero al capanno, soprattutto in montagna.
Raggiungere il sito in auto è garanzia non solo di comodità, ma di sicurezza e minore stress per i richiami rispetto al “gabbiaio” a spalla, sicuramente più tradizionale, ma allo stesso tempo limitante.
In ogni caso consiglierei prima della scelta definitiva della costruzione di un appostamento fisso, di compiere sul luogo individuato, non solo sopralluoghi, ma anche qualche uscita con una postazione temporanea, sicuramente meno impegnativa, che ci consentirà di provare e valutare sul campo le soluzioni più adeguate.