Trascorso il periodo del passo autunnale in cui i valichi sono stati i principali teatri di attesa dei tordi in migrazione, arriva il momento per i cacciatori che amano questi selvatici, di cercarli sul territorio in cui sono distribuiti ed erratici durante il corso dell’inverno.
Sveglia prima dell’alba, prontezza nel tiro e buone gambe saranno tre immancabili costanti che aiuteranno i cacciatori che vorranno insidiare i tordi svernanti.
Alzarsi presto è infatti il primo requisito necessario per non perdere una delle fasi più entusiasmanti dell’intera giornata che, come ogni cosa bella è destinata a non durare molto, è la fase cruciale dello spollo mattutino, detta anche “celeste” in cui si ha la possibilità in pochi minuti, di vedere seppur in modo fugace il maggior numero di selvatici.
Nei momenti che precedono la luce del giorno occorrerà star pronti nei soliti luoghi di transito in cui i selvatici passano lasciando i boschi e fossati in cui hanno trascorso la notte, per dirigersi verso i luoghi di pastura solitamente non lontani.
I tordi, a cui si aggiungeranno anche i merli saranno delle ombre saettanti che potranno essere intercettate con successo solo stando concentrati e in parte già impostati su quello spicchio di cielo davanti a noi che ci permetterà la vista fulminea dei selvatici fortunatamente spesso annunciata in anticipo dallo zirlo dei tordi.
Qui occorrerà chiamare in causa il secondo fondamentale requisito per avere successo, la velocità e la precisione nel tiro, mai scontato e quasi sempre istintivo in queste prime battute della giornata.
Se si è frequentatori abituali della zona si parte certamente avvantaggiati perché si conoscono in linea di massima le traiettorie percorse dai selvatici nel traccheggio mattutino e quindi è possibile attenderli già in parte pronti sui punti di uscita dal bosco.
I fucili basculanti in queste prime fasi potranno forse agevolare il tiro d’imbracciata, anche perché in queste situazioni la luce non è ancora sufficiente per dare seconde chance e doppiare i colpi, un selvatico mancato non lascia spazio solitamente al secondo colpo ma piuttosto all’attesa del selvatico successivo.
Nel corso poi della caccia vagante i fucili semiautomatici daranno invece qualche opportunità in più al cacciatore e certamente più comfort nel rilevamento dei colpi sparati.
Le cartucce più idonee saranno con borra in feltro in prima canna e contenitore in seconda o terza, andranno benissimo cariche leggere o medie piuttosto veloci in piombo 10 o 11 in prima canna per scendere al 9 in seconda.
Nella fase concitata dello spollo mattutino sarà importante non perdere di vista alcuni punti di riferimento ambientali per marcare il punto di caduta dei selvatici in vista del successivo recupero.
Solitamente è una caccia infatti che si svolge a ridosso di aree boscose o comunque cespugliose e oltre all’ausilio di un buon cane da riporto, la capacità di marcare del cacciatore sarà fondamentale per non perdere selvatici a cui si deve sempre il massimo rispetto.
Quando la giornata si rivela promettente e passata la bagarre iniziale, è un vero piacere per i cacciatori iniziare la ricerca dei tordi in prossimità delle zone di pastura.
La caccia diventa ricerca non più attesa e si trasforma in uno dei grandi classici che ha visto la formazione di molti giovani cacciatori, quella denominata in gergo “scaccia” ai tordi.
Una pratica venatoria antica e spesso contestata, giustamente quando diventa invasiva e irrispettosa, che invece conserva il suo fascino se praticata in compagnia di uno o al massimo due affiatati amici, nel rispetto delle regole e dei selvatici con buoni cani da cerca e riporto.
Gli ausiliari più indicati ed utilizzati sono gli spaniel, soprattutto Springer, cani dalla cerca costante e collegata che permette ai cacciatori di vedere uscire i selvatici a tiro utile.
Questi cani sono inoltre ottimi recuperatori e riportatori, senza di loro questa caccia sarebbe impensabile.
I luoghi più frequentati saranno sempre i classici uliveti o i vigneti in cui qualche grappolo è stato tralasciato dalla raccolta.
Non da ultime sicuramente le bacche delle essenze spinose che bordeggiano i campi o le piccole macchie.
Questi i siti in cui i cacciatori cercano i tordi nelle ore centrali del giorno. Qui cambia tutto o quasi rispetto alla caccia mattutina.
Il mimetismo e la capacità di restare fermi delle prime luci dell’alba saranno inutili, anzi dannosi in termini di sicurezza se si caccia in compagnia.
La caccia diventa molto dinamica ed è qui che le buone gambe faranno la differenza in ambienti spesso non facili, in cui i cacciatori non troppo distanti fra loro procedono con i cani bordeggiando le rimesse dei tordi in modo da vederli uscire allo scoperto a tiro utile.
Resta costante il tiro, sempre rapido ed impegnativo, tanto da definirsi solitamente “allo schizzo” definizione che rende perfettamente l’idea della velocità con cui i tordi sfrecciano da un albero all’altro concedendosi per pochissimi attimi alla mira dei cacciatori.
Le buone giornate da tordi sono solitamente quelle che succedono a bruschi cambiamenti meteorologici durante l’inverno.
A seconda delle correnti può capitare di trovare luoghi deserti e a poca distanza luoghi in cui i selvatici si sono invece concentrati in buon numero, quindi anche in questa come in tutte le altre cacce la costanza può premiare in momenti inaspettati.
In questo periodo fino alla fine della stagione venatoria sarà bene presidiare luoghi in cui la pastura permette ai tordi svernanti di trovare sostentamento, da dicembre anche le bacche delle eriche ormai mature saranno un ottimo richiamo. Le giornate di caccia si concludono con il rientro serale, un altro momento da non perdere dai tratti molto simili a quelli dello spollo mattutino. Di solito i primi movimenti dei selvatici per il ritorno ai luoghi di rimessa iniziano verso la metà del pomeriggio e si protraggono con andamento crescente fino alle ultime luci del giorno. E' bene considerare che non sempre i punti di uscita del mattino coincidono con quelli di rientro serale; a volte i tordi possono seguire traiettorie seppure non molto lontane, ma comunque differenti rispetto allo spollo.
Una caccia divertente senza dubbio quella vagante ai tordi, fatta da chi senza troppe pretese vuole godere il piacere delle uscite in compagnia degli amici e ama soprattutto senza ipocrisie mettersi alla prova nel tiro a questi selvatici sempre pronti a sorprendere.